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Sigilli alle scuole di Roma, è il funerale della Scuola Pubblica

Gioventù Nazionale fa il funerale alla Scuola, affiggendo dei necrologi simbolici all’ingresso di molte scuole romane

I militanti di Gioventù Nazionale hanno fatto il funerale alla Scuola: con un blitz nella notte hanno affisso dei necrologi simbolici all’ingresso di molte scuole romane e hanno sbarrato gli ingressi delle stesse con dei nastri. Il tutto, “in ricordo della Scuola Pubblica”.

Nel mirino, il DDL “Buona Scuola” del governo Renzi, a cui già nei giorni scorsi il presidente del movimento giovanile Gioventù Nazionale, Marco Perissa, aveva dato battaglia: “Il governo ci aveva presentato questa riforma come una panacea ma di fatto niente migliorerà”, denunciava Perissa, sostenendo che “i 40 milioni stanziati per l’edilizia scolastica sono paragonabili a delle elemosine e nessun provvedimento di fatto risolverà il problema delle cosiddette ‘Classi Pollaio’; il merito non sarà criterio per scegliere il corpo docente che sarà selezionato dai Presidi e il bonus di 500 euro promesso ad ogni professore per le attività culturali sembrano più il bis degli 80 euro che un reale incentivo”.

Secondo Perissa, è inoltre concepibile che “tutto questo, nel miglior stile di Renzi, avvenga senza neanche l’ombra di un confronto serio con le categorie e gli studenti, che rappresentano il futuro dell’Italia ed il perno centrale della scuola sono stati del tutto ignorati”.

Il Parlamento, quindi, secondo Perissa e secondo i militanti del movimento, sta per approvare “l’ennesima riforma incapace di ristrutturare l’architettura di una scuola ormai obsoleta che non riesce a stare al passo con le sfide della modernità. A farne le spese, come sempre, gli studenti. A pagarne dazio, tristemente, il futuro”.

“Se Renzi e il suo governo pensano di cavarsela ancora una volta con un atto di prepotenza, si sbagliano: gli studenti sono stufi di questa superficialità nei loro confronti e noi continueremo a combattere per riacquistare la dignità che il mondo scolastico merita. Se questa è la buona siamo fieri di essere quelli dell'ultimo banco. Saremo il loro incubo”, promettono infine i militanti.

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