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Rimonte di Lazio e Inter, le rincorse di Napoli e Milan: la 28^ giornata di Serie A

40 gol in un solo turno, tante emozioni ma in testa vincono tutte tranne una Roma uscita a pezzi da San Siro, così come la Samp in zona salvezza

Serie A Lazio

Esultanza Lazio © Claudio Pasquazi

Prosegue la tendenza di questa altalenante Serie A post-Covid: in mancanza dei tifosi sugli spalti le emozioni non mancano tra gol, ribaltoni e, come sempre, polemiche arbitrali. Nonostante tutto, le prime quattro vincono conservando l’una sull’altra un margine di 4 punti.

Juve sul velluto, la Lazio tiene affannosamente la scia

I bianconeri chiamano, i biancocelesti rispondono (seppur all’ultimo). La banda Sarri, che a fine stagione saluterà Pjanic e troverà Arthur, risolve la pratica Lecce nel secondo tempo, favorita dall’espulsione di Lucioni a fine primo tempo. Dopo gol mangiati e parate di Gabriel, nella ripresa segna e diverte con i tre diamanti. I grandi gol di Dybala e Higuain, più un Ronaldo che, oltre ad aver trasformato il rigore, ha brillato anche in versione assistman. Il poker firmato da De Ligt ha completato una serata che doveva essere tranquilla e così è stato.

Più complicato era l’ostacolo della Lazio, costretta a vincere sabato contro una Fiorentina arcigna. La Viola, passata in vantaggio con un grande gol di un ritrovato Frank Ribéry, ha tenuto bene il campo rischiando un paio di volte di raddoppiare. I biancocelesti hanno mostrato la versione appannata apparsa nel lungo periodo a Bergamo ed hanno provato a rimettere le cose a posto più con la tenacia che con le idee, prima dell’arrivo di un pizzico di fortuna. Il rigore su Caicedo, che sembra cadere prima del contatto con Dragowki, ha spianato la strada all’Aquila, prima con la trasformazione di Immobile e poi con il match-winner Luis Alberto, con progressione da metà campo e tiro da fuori su rimpallo di Igor.

L’Inter la risolve con la testa, ma deve guardarsi dall’Atalanta

Discorso molto simile per l’Inter, che nel posticipo di ieri sera al Tardini ha ottenuto una vittoria non meritatissima ma pesante. Il gol di Gervinho, che ricorda quello di Ribéry di 24 ore prima, ha messo l’Inter sotto pressione. Si sono così creati i binari migliori per il Parma, vera scheggia impazzita di questa Serie A, molto pericoloso in contropiede in una ripresa che ha visto i nerazzurri stabili nella metà campo avversaria ma senza quelle combinazioni giuste viste contro la Sampdoria.

Nell’ultimo quarto d’ora l’Inter ne è venuta a capo grazie alla testa: prima da calcio d’angolo De Vrij, dopo 120 secondi un indisturbato Bastoni su cross al bacio di Moses. Per Conte (in tribuna al Tardini) una vittoria preziosa, venuta fuori anche grazie ai cambi. Ma la sensazione è che da ora in poi ogni punto fatto non sia per avvicinare le prime due ma per tenere a distanza la lanciatissima Atalanta.

La Dea è l’unica squadra che non sembra essersi fermata con il lockdown, e detto alla squadra di Bergamo fa un certo effetto. La sesta vittoria consecutiva lancia definitivamente i nerazzurri al quarto posto, ora con 9 punti di vantaggio sulla Roma. È stata sbancata anche la Dacia Arena di Udine grazie ad una panchina stellare, con Luis Muriel che quando entra a partita in corso il più delle volte è disarmante: punizione capolavoro sotto l’incrocio e botta da fuori all’angolino, per un totale di 9 gol da subentrato, record in Serie A. Per Gasperini non è tutto oro quel che luccica, perché c’è una difesa da registrare (5 gol subiti nelle 3 giornate post-Covid), ma con un attacco così…

Zona Europa: la presenza del Milan, l’assenza della Roma, la rincorsa del Napoli

A 10 giornate dalla fine, sembra chiaro il quadro delle 4 italiane qualificate alla prossima Champions League. Per questo la bagarre si accende dietro grazie alla vittoria del Milan nello scontro diretto contro la Roma. I rossoneri hanno ripreso il campionato al meglio con due vittorie su due e, anche senza Ibrahimovic, sembrano muovere passi importanti dal punto di vista della personalità. Vittoria dal peso specifico enorme, la prima contro una big quest’anno, soprattutto al termine di un secondo tempo dominato. La Roma, in partita solo per un tempo e poi sparita dal campo, deve ringraziare Mirante per essere rimasta in partita fino agli ultimi minuti. Un passo indietro preoccupante rispetto al match infrasettimanale con la Samp, in virtù di ritmi bassissimi (il caldo del pomeriggio milanese è una giustificazione solo parziale) e pochissime idee, con un Zappacosta disastroso ed un Dzeko che, se appannato, penalizza tutta la squadra. Per Fonseca la corsa al quarto posto termina qui, anzi: il Napoli (-3) e lo stesso Milan (-6) sono le rivali su cui fare la corsa e mantenere il quinto posto.

Napoli che prosegue la sua marcia sulla scia della Coppa Italia: quinta vittoria consecutiva in Serie A per Gattuso che batte una Spal volenterosa, alla ricerca di punti salvezza, che non ha potuto colmare il gap tecnico presente. È evidente come le due squadre, rispetto al match di andata di fine ottobre (terminato 1-1 al Mazza di Ferrara) sia completamente diverso. Insigne, Callejon, Mertens e Fabian Ruiz quando azzeccano tutte le geometrie ad alta velocità rendono il tutto più facile e gli azzurri mettono nel mirino la Roma.

Zona Salvezza: nell’immobilismo generale, il rimpianto (con polemica) del Brescia

Fiorentina31
Torino31
Udinese28
Genoa26
Sampdoria26
Lecce25
Brescia18
Spal18
La classifica

Se in testa vincono tutte, in coda, come prevedibile, scarseggiano punti. Era difficile fare punti in questo turno per Lecce (all’Allianz Stadium con la Juve) e Spal (al San Paolo di Napoli). Torino e Fiorentina, sconfitte rispettivamente a Cagliari e Roma, non si allontanano dalla zona rossa, distante 7 punti. Se a Marassi la Samp continua a perdere punti preziosi, con un Claudio Ranieri furioso per la gestione arbitrale, l’altra genovese era impegnata a Brescia per lo scontro salvezza della settimana. La vittoria era necessaria per entrambe ma in particolare per le rondinelle, passate in doppio vantaggio dopo nemmeno un quarto d’ora. Ma la rimonta su rigore di Iago Falque e Pinamonti condanna la squadra di Diego Lopez (anche lui contrariato per gli episodi arbitrali) ad un pareggio amaro: un’occasione persa, forse l’ultima per riavvicinare il quart’ultimo posto occupato proprio dal Grifone. Spal e Brescia, a -8 con 10 partite al termine, hanno un piede in B.

Ci Piace e Non Ci Piace: Sassuolo-Verona e il Var (ancora una volta)

Non catalogata come sfida salvezza, visto che il Verona è dalla parte sinistra della classifica ed il Sassuolo viaggia con 9 punti di vantaggio dal Lecce, la sfida più divertente della giornata. Dalle zero emozioni del primo tempo ai sei gol della ripresa, molti dei quali di pregevole fattura. La squadra di De Zerbi, con un andamento in questa stagione spesso da montagne russe, ha acciuffato il secondo 3-3 consecutivo dopo quello di San Siro contro l’Inter. E Boga cresce sempre di più, lievitando il valore di mercato. Per il Verona, avanti fino al 97′, il piccolo rammarico di non aver riavvicinato la zona Europa League.

Ennesimo giro sul banco degli imputati per il Var, reo di aver scatenato polemiche un po’ in ogni dove. Tre questioni su tutte: il rigore di Caicedo a Roma, il primo penalty concesso al Genoa e quello non concesso alla Sampdoria con la manata evidente su La Gumina. Episodi seppur non nettissimi a velocità naturale, facilmente smascherabili al Var, sia esso da chiamare oppure con l’arbitro “di sedia” che richiama quello in campo. Tre episodi che, a conti fatti, hanno cambiato la partita di tre sfide con punti pesanti in palio in testa e soprattutto in coda. Ancora una volta non ci siamo.

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