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Scuola, test Invalsi 2023: 1 studente su 2 non ha le competenze base

A certificare il divario della scuola nella capacità di apprendimento dei suoi studenti il Rapporto Nazionale Invalsi 2023

Alunni sui banchi di scuola

Studenti sui banchi di scuola

Come, pare, tutte le questioni serie di questo mondo; esiste un pre e un post covid. Anche nella scuola. A certificare il divario nella capacità di apprendimento il Rapporto Nazionale Invalsi 2023 che monitora il livello degli studenti nelle principali materie di studio. E i risultati non sono confortanti.

Nel rapporto si prende atto che l’endemica carenza di “competenze” sia tutt’altro che finita. La continua erosione delle conoscenze apprese dagli studenti è ancora ben lontana dai livelli antecedenti al 2020, quando cioè la scuola era totalmente in presenza.

Dall’esame delle materie considerate fondamentali (Italiano e Matematica per tutti gli studenti coinvolti nelle rilevazioni, Inglese solamente per quelli di quinta elementare, terza media e quinta superiore) solo uno studente su due raggiunge il livello minimo di conoscenza.

Che ribaltando la questione, significa che almeno uno studente su due quel livello minimo non lo raggiunge, seppure arrivando al termine del percorso di studi. Il 50% degli studenti arrivati alle porte dell’Università non possiede le conoscenze base per entrarvi.

Scuola, il rapporto Invalsi: le regioni del sud le peggiori

Nella cartina dell’Italia, la popolazione scolastica che non raggiunge le competenze base si concentra maggiormente nelle regioni del sud, confermando un trend che segue le condizioni economico – sociali del mezzogiorno.

gli studenti delle regioni del Mezzogiorno e quelli provenienti da famiglie meno abbienti – economicamente e culturalmente – tendono ad avere risultati meno brillanti rispetto agli altri.

La distanza tra Nord e Sud raggiunge la quota di ben 23 punti percentuali in Italiano e 31 punti percentuali in Matematica, anche se si osserva un leggero progresso degli esiti nel Mezzogiorno. Ciò vuol dire che, in queste regioni, la percentuale di ragazzi con importanti lacune nell’apprendimento è ben maggiore della media nazionale.

Analfabetismo funzionale, la scuola sforna studenti che non capiscono ciò che leggono

Gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado paiono perdere le conoscenze man mano che avanzano nel loro percorso scolastico.

Si può notare un brusco calo nelle competenze di Italiano, con solo il 63% che riesce a ottenere almeno le competenze di base (era il 70% nel 2019). In Matematica i risultati sono stabili, con la quota di studenti che raggiunge il livello adeguato di competenze che supera di poco la metà, ma con picchi significativi in termini positivi (67% nel Nord-Est) o negativi (solo il 38% al Sud e Isole).

Tradotto in termini di comune vita sociale, questi adulti di domani non sono in grado di comprendere quello che leggono, che si tratti di libri di testo o di articoli di cronaca poco cambia. Se non si è in grado di discernere il senso di qualcosa che si legge ci si espone a facili fraintendimenti. Dimostrazione ne siano tutti i tipi di complotto o teorie dello stesso, più o meno sensate, cui la popolazione italiana si sta convincendo. Dalla terra piatta agli alieni.

Valditara sul rapporto Invalsi 2023: “abbiamo il dovere morale di ricomporre la scuola”

Arrivano le dichiarazioni del ministro per l’Istruzione Giuseppe Valditara che interrogato sui rapporti Invalsi 2023 ha dichiarato:

“Devo dire che questi dati confermano quella che purtroppo è una tendenza. Una replica di altre rilevazioni che fotografa una spaccatura del Paese, e noi non possiamo più accettare che l’Italia sia divisa in due”

“Abbiamo il dovere morale di ricomporre il sistema scolastico e formativo nel nostro Paese, per dare a tutti i ragazzi – ovunque vivano – le stesse identiche possibilità di successo formativo e quindi lavorativo”