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Scuola, Pratelli: renderla obbligatoria e gratuita è doveroso per una società più democratica

L’assessora alla Scuola di Roma Capitale commenta la proposta del segretario del Pd di rendere la scuola obbligatoria e gratuita da 3 a 18 anni

studenti nel corridoio di una scuola

Studenti entrano in classe

“Più di 70 anni fa le madri e i padri costituenti assicuravano la scuola obbligatoria e gratuita per almeno otto anni. Era un passaggio fondamentale, che ha consentito a mio padre e ai bambini degli anni ’40 e ’50 di non rimanere contadini nelle terre lavorate dai genitori ma costruire il loro percorso di emancipazione.

Per le donne, poi, è stato uno dei più preziosi (e spesso sottovalutati) step nel cammino e nella lotta per la parità. 70 anni e una rivoluzione tecnologica dopo la domanda di conoscenza è ancora più importante”. Lo scrive l’assessora alla Scuola del Comune di Roma, Claudia Pratelli, sui social.

“La produzione di valore (economico, sociale, relazionale) è fondata sulla conoscenza; l’autonomia individuale e collettiva dipendono dalla capacità di decodificare il mondo e le sue complessità; il sapere è potere molto più di prima. Non è un’ipotesi, è una certezza rilevata dai dati sull’occupazione, sulla distribuzione del reddito, sulla partecipazione politica.

Ma c’è una specifica meno nota ai più: chi accede all’istruzione nei primi anni di vita, chi va alla scuola dell’infanzia, ha traiettorie migliori sia scolastiche che professionali. Perché- continua l’assessora- sono i primi anni di vita quelli in cui si trasmettono e radicano le diseguaglianze; perché sono i primi anni di vita a determinare le opportunità: il cervello è più plastico, si apprende prima e meglio, si sedimentano saperi e curiosità che orientano tutto il percorso successivo.

Chi sostiene che sia una proposta ‘sovietica’, perché ‘l’educazione è compito della famiglia’ accetta e avalla le enormi diseguaglianze che esistono tra le famiglie. È una scelta nascere in una famiglia più attrezzata culturalmente, più fortunata, più presente? Una società democratica, incardinata sulla conoscenza, si fonda invece su una responsabilità collettiva della società riguardo alle bambine e ai bambini e alle loro opportunità.

Questa è poi la grande differenza tra destra e sinistra, chi pensa che ‘ognun per sè e Dio per tutti’ e chi invece crede in una comunità solidale”. “Rendere la scuola obbligatoria e gratuita da 3 a 18 anni, come ha proposto il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta – Conclude Pratelli – è doveroso per chi si propone una società più democratica e meno diseguale, ed è addirittura una proposta cauta in un mondo in cui la conoscenza è un diritto fondamentale.

Nidi e università gratuite, tempo pieno garantito anche dove (purtroppo in larga parte del Mezzogiorno) non esiste, formazione continua per il personale, meno alunni per classe. Queste alcune delle necessarie grandi sfide che si affiancano alla scuola obbligatoria e gratuita da 3 a 18 anni. E a chi pensa che non si può fare perché non ci sono i soldi, perché siamo troppo indietro, perché in Italia ecc. ecc. val la pena di ricordare che di sguardo corto si può morire”. (Com/Fab/ Dire)