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Sanità: ma per tagliare servizi e prestazioni servono manager strapagati?

Oggi i manager della sanità pubblica sono capaci solo di tagliare servizi e prestazioni ai cittadini, umiliati e offesi nella loro dignità

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Sanità, manager

Meccanismi diabolici nell’offerta di prestazioni nel settore della sanità e di selezione della classe dirigente. Compito di uno stato moderno ed efficiente è quello di garantire ai cittadini prestazioni sanitarie efficienti e di eccellenza. Con personale altrettanto professionale e specialistico. Una sanità riformata procede alla scelta dei propri manager, chiamati a gestire le aziende sanitarie, attraverso la presentazione di un progetto organizzativo adeguato. Un piano che preveda la somministrazione di servizi di eccellenza ad un prezzo di mercato contenuto e competitivo.

La selezione della classe dirigente

Mentre la selezione avviene attraverso un bando pubblico che pone al centro del concorso il curriculum vitae. Nella cultura anglosassone non chiedono chi sei, ma cosa sai fare per quella azienda. Da noi i curricula vengono esaminati da una commissione, nominata dalla politica, che seleziona il vincitore e sicuramente non il migliore. A sua volta il direttore generale nomina, sempre su indicazione della politica, il direttore amministrativo e quello sanitario. Il quadro è completo per confezionare scelte disastrose e a pagare è sempre il popolo. Con lunghe liste di attesa che oggi in epoca Covid, sono intorno ai due anni.

Questi manager sono capaci soltanto di tagliare servizi e prestazioni ai cittadini che vengono continuamente umiliati e offesi nella loro dignità. Obbligati ad aspettare un miracolo per ricevere le dovute prestazioni. Per tagliare prestazioni e servizi servono questi manager strapagati? La politica assegna le linee guida e i manager devono promuovere azioni mirate per centrare gli obiettivi.

La Sanità pubblica non può essere un’azienda

Ripeto, la sanità deve offrire servizi e non raggiungere obiettivi. In ospedale i medici appena assunti percepiscono uno stipendio di circa 2.500 euro al mese, mentre il medico di famiglia ne percepisce circa 10.000. La sanità del territorio è stata fallimentare e le responsabilità sono da attribuire alla politica. La politica ha trasformato il ruolo del medico di famiglia in un esperto amministrativo, che evita di prescrivere medicine per contenere i costi della sanità e non cura più i pazienti. Oppure è colpa dei medici che non svolgono più con amore e professionalità la loro missione? Ogni medico di famiglia dovrebbe avere come collaboratrice una figura professionale infermieristica e non una semplice segretaria che compila le ricette.

E’ così difficile organizzare la sanità del territorio?

Se ti rivolgi ad un medico specialistico per togliere una cheratosi, per esempio, in meno di dieci minuti elimina la elimina. Mette eventuali punti di sutura e si occupa dell’esame istologico. Se ti rivolgi ad una struttura pubblica inizia un calvario. Prendi appuntamento con il dermatologo per una visita, poi ti indirizza dal chirurgo che preleva un pezzo di tessuto per l’esame istologico. Altro appuntamento per l’esame del sangue e l’elettrocardiogramma. Dopodiché torni dal chirurgo che elimina la cheratosi, mette i punti di sutura e nuovamente un pezzo di tessuto per l’esame istologico. E Pantalone paga.

Quanto costa alla collettività tutta questa inutile attività? Una volta tutte questi interventi venivano svolti direttamente dal medico condotto nello studio medico. Perché è cambiato tutto in peggio e con maggiori costi? Si conosce il vero motivo?

Cesare Giubilei

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