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Salario accessorio, per i sindacati è stato di agitazione

Allarme sociale, non salariale. Il contenuto della conferenza stampa di CGIL, CISL, UIL, CSA e DICCAP

L’atto unilaterale deliberato il 1 Agosto dalla Giunta capitolina sul salario accessorio di 24mila dipendenti non è, a differenza di quello che viene annunciato, un’operazione di salvaguardia dei livelli retributivi”. Inizia così il comunicato stampa congiunto a firma di CGIL, CISL, UIL e CSA, con il quale le sigle sindacali spiegano la loro posizione sul salario accessorio, dopo un incontro voluto dal sindaco Marino che però si è concluso con un ‘nulla di fatto’. Posizione che è stata ribadita in conferenza stampa, che si è tenuta pochi minuti fa presso la sede della CISL FP Roma, in via Ferruccio 9, alla presenza di un nutrito numero di lavoratori. Presente anche il DICCAP, il sindacato della Polizia di Roma Capitale.

“Il progetto dell’amministrazione Marino purtroppo annichilisce le relazioni sindacali, impoverisce i lavoratori e diminuisce i servizi ai cittadini” – continuano i sindacati nel comunicato stampa, sostenendo la convinzione che – “questa scelta sia stata dettata quasi esclusivamente dal timore che avrebbero potuto avere sull’Ente gli addebiti del MEF”.

Tutto, infatti, parte dalla ‘famosa’ relazione del MEF, il cui parere, però, non è vincolante. E al quale, Roma Capitale, avrebbe potuto rispondere con delle controdeduzioni, cosa che però non è avvenuta. L’amministrazione Marino ha preferito appiattirsi sulle indicazioni del MEF, dimenticando, però, di aprire un tavolo di trattativa o, almeno, di mettere in discussione anche tutti gli aspetti relativi ai dirigenti e alle società partecipate, che pure il MEF aveva sottolineato nella sua relazione. I capri espiatori di quest’amministrazione sono quindi diventati i 24mila dipendenti capitolini.

“L’atto unilaterale mostra la debolezza di quest’amministrazione” – dichiara Giancarlo Cosentino, della CISL. Che continua: “L’urgenza di chiudere le trattative è servita a mascherare la volontà di portare a termine un atto unilaterale, un atto di forza” – sostiene riferendosi alla data arbitrariamente imposta dalla Giunta Marino, quella del 31 Luglio, per trovare un accordo relativo alla riorganizzazione dell’intera macchina amministrativa capitolina, nonché un accordo sul salario accessorio.

“Abbiamo chiesto di rimodulare insieme l’erogazione del salario accessorio, ma dall’amministrazione non è mai arrivata una risposta” – continua Franco Moscia, del CSA, il quale annuncia che – “Se il 5 settembre (data di un nuovo incontro col sindaco Marino, ndr) non arriveranno buone notizie, passeremo alla vertenzialità, come abbiamo più volte dichiarato”. Più volte, infatti, i sindacati, oltre ad aver mostrato l’intenzione di dichiarare lo stato d’agitazione, si sono detti pronti ad intraprendere anche le vie legali per risolvere la questione.

Ad andare più a fondo alla questione, ripercorrendo tutte le tappe, con il suo intervento, è Sandro Bernardini della UIL FPL: “Tutto è partito dagli addebiti del MEF all’amministrazione. Da quel momento, manifestazioni e scioperi, fino a che il tavolo interministeriale non rimanda il tutto all’ARAN perché formulasse delle osservazioni. Ma l’amministrazione non ne ha voluto sapere, e ha continuato per la sua strada con un’operazione che è prettamente contabile. Anche se noi abbiamo fatto notare più volte che il sistema voluto dalla Giunta attuale bloccherà i servizi, metterà in discussione il salario accessorio, non garantirà la copertura dei servizi da parte della Polizia di Roma Capitale e manderà al collasso la scuola”.

Insomma, la voce dei sindacati è univoca: da parte dell’amministrazione solo ostracismo, pur di arrivare all’approvazione di quest’atto unilaterale. “Il primo documento ufficiale è stato posto alla nostra attenzione il 17 Luglio – continua Bernardini – E il 31 Luglio scadeva il termine, arbitrariamente scelto, per concludere la trattativa”. Poi, come abbiamo già spiegato, il vicesindaco Nieri ha abbandonato il tavolo delle trattative mentre in Aula Giulio Cesare si stava approvando il Bilancio previsionale 2014 e poche ore dopo la Giunta ha approvato l’atto unilaterale. “Restiamo comunque a disposizione – fa sapere ancora Bernardini – Cerchiamo il dialogo e un atto condiviso”.

“L’atto unilaterale voluto dalla Giunta Marino serve solo a mascherare i problemi finanziari dell’Ente: il risanamento di Roma passa attraverso i salari dei dipendenti capitolini – fa sapere Roberto Chierchia, CISL, che specifica come – tutte le altre indicazioni del MEF sono state ignorate”. Ad oggi, quindi, “quel salario accessorio che il sindaco Marino e il vicesindaco Nieri con delega al Personale dicevano di non voler toccare”, rischia di non essere percepito. Una delle coperture per garantire l’erogazione del salario accessorio, infatti, dipende dall’art. 208 del Codice della Strada, ovvero le multe – e il fatto che possano essere comminate non è certo. Inoltre Chierchia sottolinea come il salario accessorio, per un 50% sia legato “alla produttività, e sarà percepito a decorrere dal 3 mese; per il restante 50% sarà a discrezione del dirigente, e sarà percepito, forse, dopo 16 mesi”. Come infatti è stato specificato nel corso della conferenza, il restante 50% dipenderà dall’approvazione del PEG. “Il conguaglio del 2012 ancora non è stato pagato ai dirigenti” – fanno sapere ancora i sindacalisti. Il nuovo contratto, se le cose non cambieranno, entrerà in vigore dal 1 dicembre 2014. 

“Quello che viviamo noi e che vivono i lavoratori in questi giorni è un senso di tradimento – incalza Natale Di Cola, CGIL – Se non si corregge il tiro, il rischio reale sarà quello dell’impoverimento per i dipendenti capitolini, che in media guadagnano uno stipendio di 1.300 euro, per il quale, in media e conti alla mano, il salario accessorio ammonta a cifre come 200 o 300 euro” – contratto che, ricordiamo, non è aggiornato da 6 anni. Non solo. Secondo Di Cola, l’atto voluto dalla Giunta Marino non offre un solo strumento “per elevare la qualità dei servizi. Al contrario, verranno chiesti ulteriori sacrifici”.

Dello stesso parere, anche il DICCAP, che parla per il tramite di Romolo Bonarota: “Noi abbiamo dichiarato lo stato di agitazione dal 29 ottobre 2013 contro questa amministrazione” – specifica, per poi scagliarsi contro il criterio della produttività voluto dal sindaco Marino, sostenendo che può verificarsi la circostanza in cui – “alcuni lavoratori non possono garantire la presenza. Spesso i Vigili vengono aggrediti, o comunque ci sono le donne in stato interessante. Se non sono presenti, loro non percepiranno il salario accessorio. L’allarme, quindi, non è salariale, è sociale”.

Sempre sul criterio della produttività, è Cosentino a prendere nuovamente la parola. Ad esempio, in merito alle turnazioni o all’apertura fino alle 20.30 degli sportelli anagrafici, dichiara: “Non viene citato nessun processo di implementazione verso gli sportelli o verso i Municipi, e non ci sono assunzioni in programma. Con ogni probabilità quegli impiegati verranno spostati dagli Uffici centrali. Questo dimostra come quest’atto unilaterale nasconda la mancanza di organizzazione”.

“Il testo mantiene inalterati i contenuti del documento presentatoci per la prima volta il 17 Luglio. Quasi nessuna delle nostre osservazioni si ritrova nel testo” – continuano nel comunicato stampa le 4 sigle. “La scelta della giunta Marino rischia di determinare una forte riduzione dei servizi pubblici, gravi conseguenze per l’occupazione dei dipendenti precari del settore scolastico-educativo, forti tagli salariali per moltissimi dipendenti. Si è creato un sistema di produttività scollegato dalle esigenze dell’Ente, unicamente vincolato alla discrezionalità di valutazione del dirigente, assolutamente decontestualizzato da un reale miglioramento del servizio pubblico. Di fatto, se non cambieranno drasticamente le cose, i servizi educativi saranno contratti, la Polizia Locale di fatto non produrrà quella necessaria copertura del territorio dei servizi, gli sportelli cittadini anziché essere aperti in maniera organica e completa saranno aperti a macchia di leopardo. Dobbiamo invertire la rotta”.

E, a partire da oggi, la battaglia entra nel vivo. In attesa del prossimo 5 settembre, e dell’apertura del tavolo con l’assessore Cattoi per quanto riguarda il settore scolastico-educativo, i sindacati promettono: “Chiederemo mandato ai lavoratori e contrasteremo quest’atto in tutti i modi possibili”.

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