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Russia-Ucraina: trattative fantocce a Gomel. Continua l’assedio a Kiev e Kharkiv

Nonostante l’avvio delle trattative a Gomel tra la Russia e l’Ucraina, un accordo di pace sembra una cosa troppo lontana. Intervista al giornalista Marco Guidi che ha approfondito alcune dinamiche del conflitto

militari in guerra

La guerra in Russia e in Ucraina continua a colpi di arma da fuoco e bombardamenti. Nelle ultime ore è arrivata la notizia della volontà di dialogare. Tuttavia, seppur un iniziale rifiuto di Zelensky di trattare in Bielorussia, adesso sembrerebbe che i due paesi siano arrivati a un compromesso.

La delegazione ucraina, infatti, si sta muovendo verso Gomel, quasi ultima città bielorussa rimasta “sicura”.

Nella nostra intervista a Marco Guidi, giornalista esperto di esteri e della questione russo-ucraina, abbiamo chiesto di approfondire alcune dinamiche sulla questione.

Scetticismo sull’accordo di pace Russia-Ucraina

Il presidente ucraino si reputa scettico sulla questione e sulla possibilità di trovare un accordo. Un accordo non preso neppure “troppo sul serio dai russi dato che a dialogare hanno mandato il ministro della cultura” afferma Guidi.

Si presuppone che la Russia farà delle proposte inaccettabili. Una delle possibilità è la ”richiesta di riconoscere la Crimea e il Donbass”, da sempre due repubbliche contese da entrambe gli stati.

Probabilmente l’Ucraina rifiuterà e questo potrà essere un pretesto utilizzabile dalla Russia a suo favore per giustificare la continuazione del conflitto.

Scontro russo-ucraino continuerà durante l’accordo a Gomel

Nonostante la volontà di dialogare con Mosca, a Kiev e a Kharkiv i combattimenti, come ha annunciato il presidente russo Vladimir Putin, non cesseranno.

“I combattimenti di Kiev continueranno, ma c’è una variane da non sottovalutare”. La Russia “ha mobilitato i ceceni”. Questo ha un valore importante poi nello scontro urbano.

Come sottolinea nella nostra intervista il giornalista Guidi, ”uno degli errori della Russia è stato quello di non avere delle truppe preparate”. Infatti, a testimonianza di ciò, anche coi primi prigionieri di guerra da parte degli ucraini, è stato evidente come non fossero dei soldati ben addestrati, ma a volte ci ”si è ritrovati dinanzi a soldati non convinti e pentiti”.

Putin ha sbagliato a utilizzare uomini non addestrati a combattere, illusi di una gloria che non ci sarà e sostenitori di una lotta disillusa. Infatti, molti esperti hanno visto nella propaganda putiniana un ripetersi della storia, poiché essa è stata fondata sulla costruzione di un nemico, ossia i neonazi ucraini.

Tuttavia, “ai soldati era stata promessa una guerra lampo e immediata. La conquista di Kiev in poco tempo e la sostituzione del governo attuale con uno fantoccio. Nessuno si aspettava una risposta così forte da parte dell’Ucraina”, sottolinea Guidi.

Infatti, come nonostante le fake news divulgate dai russi sull’assedio e la quasi presa di Kiev, il sindaco di Vitali Klitshko afferma che la città non è circondata e che le evacuazioni sono possibili.

Il mancato coordinamento tra i corpi corazzati e i carri armati ha giocato un ruolo fondamentale in questo.

Tuttavia, il conflitto avrebbe un notevole cambiamento con l’intervento dei ceceni. Infatti, i ceceni a differenza dei russi sono “conosciuti per la loro crudeltà e la loro abilità nei combattimenti urbani”.

Putin attiva arsenale nucleare: ”rimasto colpito dalle sanzioni economiche”

Il fatto che Putin abbiamo attivato l’arsenale nucleare ”a mio avviso è un chiaro messaggio che fa capire che sia rimasto colpito dalle sanzioni economiche”.

Da quel giorno è tuttavia cominciato il conto delle testate nucleari che la Russia avrebbe a disposizione. Seppur quasi remota la possibilità che il presidente russo dia il via a una tragedia, comunque lo stato di allerta sulle sue mosse rimane alto.

Nonostante la situazione dovesse complicarsi, la Nato non potrebbe mai intervenire in questa situazione poiché comporterebbe a un conflitto mondiale.

L’unico escamotage che porterebbe all’intervento delle truppe della Nato sarebbe quello di attaccare uno stato membro. In quel caso gli stati secondo gli accordi non potrebbero rimanere inermi. “La Nato è un’organizzazione difensiva e non di attacco”.