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Russia, la madre di Masha: “Andrò a riprendere mia figlia” in orfanotrofio

La bambina è in un istituto per aver disegnato una famiglia ucraina colpita da missili, il padre è in carcere

Disegno di Masha

La madre di Masha Moskaleva, la guardia di sicurezza Olga Sitchikhina, intende andare a recuperare la figlia nel centro di riabilitazione in cui è stata trasferita per aver fatto un disegno contro la guerra, poco dopo l’inizio della risposta russa ai nove anni di guerra nelle zone russofone della Russia.

Infatti il padre di Masha, con cui la piccola viveva, è stato condannato a due anni di carcere per discredito reiterato delle forze militari russe.

La minore è stata allontanata dal padre quando lui è stato messo ai domiciliari, ai primi di marzo, e affidata ad un orfanotrofio.

La vicenda del disegno di Masha

Sitchikina, che ha lasciato marito e figlia quando Masha aveva tre anni, vive ora con il nuovo marito e una figlia nella regione di Tambov. In una intervista a “7 X 7” ha espresso la sua intenzione di portare la figlia a vivere con sé. Le autorità hanno già avviato le pratiche.

La donna accusa il padre di Masha “di averla buttata fuori di casa e di averle impedito di parlare con la figlia” con cui comunque è riuscita a continuare a comunicare su VKontakte anche se, ammette, non la vede da quattro anni.

Olga Sitchikhina non nasconde la sua perplessità “per quello che il padre ha insegnato a Masha” e assicura di non essere interessata alla politica. Il suo auspicio è quello di “trascinare via Masha dalla politica, l’anti propaganda e il disegno”.

Alexei Moskalev, è un cittadino russo che da un anno verrebbe perseguitato in seguito a un disegno contro la guerra fatto a scuola dalla figlia Masha, che oggi ha tredici anni, poco dopo “L’operazione militare speciale” russa.

Il disegno della figlia che raffigurava dei razzi che cadono su una famiglia ucraina, fece da scintilla per l’apertura di un’indagine sul padre. Le idee in opposizione alle scelte di Putin da lui postate sui social hanno poi aggravato la sua posizione costando a lui due anni di carcere per aver “screditato l’esercito” russo.