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Roma, una mostra cinematografica dedicata ad Alberto Sordi nella sua villa: ecco quando

Saranno proiettati undici pellicole che fanno parte della gloriosa filmografia dell’indimenticabile attore romano

Alberto Sordi

Alberto Sordi

Dal 15 al 25 giugno, il giardino della Casa Museo di Alberto Sordi – la splendida villa sull’Appia Antica dove l’attore visse per oltre 40 anni – si trasforma in un’arena cinematografica d’eccezione. Undici proiezioni gratuite, curate dal regista Luca Verdone, daranno vita alla rassegna “Moralisti, affaristi, preti nella maschera di Alberto Sordi”, un omaggio vivo e ironico al talento ineguagliabile con cui Sordi ha raccontato pregi e contraddizioni dell’italiano medio nel corso del Novecento.

Mostra cinematografia dedicata a Sordi, cosa c’è da sapere

La rassegna, fortemente voluta dalla Fondazione Museo Alberto Sordi e dalla Fondazione Alberto Sordi per i giovani, gode del patrocinio di Roma Capitale. Le proiezioni inizieranno ogni sera alle 21:00, nel giardino della villa, con spostamento nel Teatro della Villa in caso di pioggia. L’ingresso è gratuito, ma è obbligatoria la prenotazione tramite email.

Il calendario delle proiezioni tocca alcuni tra i più iconici film interpretati da Sordi, diretti da maestri come Dino Risi, Luigi Zampa, Steno, Gianni Puccini, ma anche da lui stesso. Pellicole che raccontano un’Italia in trasformazione: spensierata nel boom economico, poi travolta dai drammi sociali e morali del dopoguerra e degli anni Settanta.

Sordi, i film che saranno proiettati

Si parte con “Il Vedovo” (1959), la commedia nera di Dino Risi in cui Sordi veste i panni di un imprenditore sottomesso da una moglie potente, un personaggio tragicamente comico ispirato a un celebre fatto di cronaca nera. Segue “L’arte di arrangiarsi” (1954) di Luigi Zampa, dove Sordi è un cinico trasformista politico, sempre pronto a cavalcare il carro dei vincitori, che sembra parlare anche all’Italia di oggi.

Tra i film in programma anche “Il marito” (1958), racconto amaro di un uomo schiacciato dalla moglie e dalla suocera, e “Piccola posta” (1955), in cui Sordi interpreta un truffatore che adocchia le pensionate facoltose. Entrambe le pellicole mostrano un lato domestico e ipocrita della società italiana del tempo. Non manca poi il meraviglioso “Il vigile” (1960), ispirato a una storia vera: Sordi è Otello Celletti, un agente zelante che scopre che applicare la legge a tutti… può costare caro. Con lui, un irresistibile Vittorio De Sica.

Negli anni Settanta e Ottanta, il registro si fa più pungente e la comicità più amara. In “Anastasia mio fratello” (1973) Sordi è un giovane parroco che ignora di avere un fratello mafioso, mentre in “Tutti dentro” (1984), da lui stesso diretto, è un giudice moralista ma compromesso. In “Finché c’è guerra c’è speranza” (1974), si trasforma in un mercante d’armi che trova nel cinismo la sua strada per il successo, mentre in “Scusi, lei è favorevole o contrario?” (1966) si interroga, senza mai decidersi, sul divorzio, specchio delle titubanze morali dell’Italia conservatrice.

Tra i titoli selezionati spicca anche “Il medico della mutua” (1968), uno dei film più noti e corrosivi: Sordi è un giovane dottore disposto a tutto pur di ottenere una lista di pazienti redditizi. La commedia si fa feroce satira sociale, rivelando l’ipocrisia del sistema sanitario.

Sordi e l’Italia rappresentata nei suoi film

Ogni film scelto racconta una tappa del cammino culturale, sociale e politico dell’Italia. Come scriveva Giancarlo Governi, “Sordi voleva rappresentare sulla scena la vita reale di un’Italia in rapida trasformazione, prima allegra, poi tragica, poi smarrita”. I personaggi portati sullo schermo non sono solo caricature, ma specchi in cui il pubblico può ancora oggi riconoscersi.

La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la prenotazione via email all’indirizzo comunicazione@fondazionemuseoalbertosordi.org. La prenotazione è valida solo dopo conferma via mail.