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Roma, trasporto pubblico non di linea: ecco tutti gli abusivi

Cittadini e utenti sono presi d’assalto all’aeroporto di Fiumicino da noleggiatori più o meno regolari e abusivi

Il problema dell’abusivismo nel comparto del trasporto pubblico non di linea: taxi e noleggio con conducente, ha assunto negli ultimi anni una dimensione che supera di molto quelli che potrebbero essere i tradizionali e fisiologici fenomeni che risultano presenti in qualsiasi settore. Alla figura dell’abusivismo totale privo di qualsiasi titolo per esercitare una qualsiasi forma di trasporto e che fino a poco più di un decennio fa, si affiancava agli operatori taxi ed ncc, si sono aggiunte nuove e più evolute forme di abusivismo, anche grazie all’evoluzione digitale.

Tuttavia, andiamo per ordine.

Il trasporto pubblico non di linea, nel nostro paese è disciplinato da un contesto di norme relative ad una specifica legge quadro per il settore, dispositivi regionali e comunali, nonché dal codice della strada.

Il servizio taxi è un servizio a tariffa amministrata, i comuni stabilisco l’entità delle tariffe, le quella del numero di licenze rilasciate tramite bando di concorso pubblico, le turnazioni orarie, la prestazione dello stesso è obbligatoria e le vetture devono stazionare su suolo pubblico. Il servizio di noleggio con conducente deve stazionare in apposite rimesse in attesa di una specifica prenotazione, non ha l’obbligo di effettuare la prestazione, non ha limiti orari e può contrattare liberamene l’importo della stessa.

Anche le autorizzazioni del servizio di noleggio con conducente, sono rilasciate tramite bando di concorso pubblico.

I due servizi sono dunque ben distinti e dovrebbero rivolgersi a tipologie di utenza tendenzialmente diverse: il servizio taxi a coloro che necessitano in situazioni immediate e contingenti di una prestazione di trasporto, il servizio di noleggio a coloro che pianificano con un certo anticipo uno spostamento. Da più di un ventennio, inizialmente in alcune grandi città – prevalentemente Roma – ma ora anche Milano, Torino, Firenze ed altre, il mercato del trasporto pubblico non di linea, grazie agli scarsi ed inefficaci controlli condotti dalle amministrazioni locali, è stato letteralmente invaso prima da da migliaia di autorizzazioni di noleggio, rilasciate in modo più o meno regolare da centinaia di piccoli comuni.

Ovviamente, queste autorizzazioni dovrebbero svolgere un servizio prevalentemente di tipo locale, legato all’area di rilascio, ma in realtà agiscono come se fossero dei taxi nelle grandi città, violando sistematicamente le norme di settore, non rientrando in rimessa tra un servizio e l’altro, rimesse che dovrebbe essere situate esclusivamente nel territorio del comune che le ha rilasciate.

Grazie agli agganci più o meno trasparenti con parte del personale delle strutture ricettive ed alberghiere, hanno stabilito un vero e proprio monopolio sulle cosiddette corse di pregio, relative agli spostamenti da e per i principali aeroporti ed i porti, nonché i vari tour nelle aree centrali delle città.

Oggettivamente, questo meccanismo ha fatto ricadere sulle spalle dei tassisti, il peso delle cosiddette prestazioni a carattere sociale, quali spostamenti da e per centri medico – ospedalieri, trasporto di anziani e portatori di handicap con difficoltà di deambulazione e più in generale soggetti deboli di varia natura, privandoli delle risorse derivanti dalle tratte più redditizie. Inoltre, con lo sviluppo digitale e l’arrivo delle app che funzionano come una sorta di radiotaxi, Uber Black in primis, le vetture di noleggio hanno cominciato a svolgere anche il lavoro che precedentemente era stato lasciato alle auto bianche, relativo a piccoli spostamenti e brevi tratte, senza però avere a disposizione il moltiplicare tariffario, legato all’andamento della domanda e la possibilità di rifiutare la prestazione.

In più circostanze, grazie ad azioni di natura giuridico legale, messe in campo da alcune strutture sindacali, i tassisti sono riusciti a far revocare molte di queste autorizzazioni rilasciate in modo illegittimo, o utilizzate impropriamente, mandando a processo amministratori disonesti eottenendo anche un importante vittoria contro l’applicazione Uber Pop, un vero e proprio servizio taxi, fatto da semplici autisti privati, attualmente vietata nel nostro paese.

Tuttavia, dopo l’approvazione lo scorso febbraio di un emendamento presentato dall’allora Senatrice Linda Lanzilotta, con il quale sono state temporaneamente sospese alcune norme che disciplinano il settore, in attesa di una riforma complessiva, la situazione sembra precipitata.

In particolare nella nostra città.

Quotidianamente cittadini e utenti sono presi d’assalto all’aeroporto di Fiumicino da orde di noleggiatori più o meno regolari e abusivi totali.

Il più importante scalo aeroportuale del Paese, appare agli occhi dei viaggiatori in transito come un vero e proprio suk mediorientale.

Analogo contesto si registra presso la prima stazione ferroviaria della città, Termini, dove anche sparuti gruppi di tassisti regolari, in un clima di sostanziale impunità, agiscono fianco a fianco agli abusivi tradizionali, a tutto danno degli utenti e dei lavoratori regolari.

Le più importanti vie del centro storico sono letteralmente invase da berline scure e mini van che stazionano indisturbate davanti ai più importanti alberghi e luoghi di attrazione turistica.

Le nuove aree pedonali dove è stato interdetto il passaggio ai taxi, i Fori Imperiali o Piazza di Spagna, sono divenuti il regno incontrastato dei conducenti di risciò, un servizio totalmente abusivo.

Tutti fenomeni ripetutamente denunciati da numerose inchieste di vari media, nonché  dalle rappresentanze sindacali di settore, denunce però cadute puntualmente nel vuoto, a causa della sostanziale incapacità e indifferenza dell’amministrazione comunale.

Ad oggi, purtroppo, delle tante promesse fatte sul ripristino della legalità nel settore, nessuna è stata ancora realizzata.

Resta solo la speranza che il nuovo futuro governo, metta finalmente mano al settore, approvando norme che dando garanzie a utenti e certezze agli operatori regolari, sanzionino finalmente i soliti furbetti.

* Articolo di Claudio Gianandrea (Federtaxi)

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