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Roma Torre Maura, la trattoria costretta a chiudere per la puzza dei rifiuti

Mentre a Roma si rischia la crisi igienica, Regione e Comune si accusano a vicenda senza risolvere nulla

Trattoria rifiuti

Ancora disagi legati all’accumulo di spazzatura e ai relativi miasmi maleodoranti nelle strade della capitale. Ma per qualcuno il disagio si trasforma in dramma. Dopo mesi di lockdown, chiusure forzate, aperture a singhiozzo ci si mette anche la piaga dell’odore dei rifiuti.

Nel quartiere romano di Torre Maura, dove la trattoria “La Vignarola” ha deciso di chiudere. Barbara Grande, la titolare della trattoria racconta a Italia a Tavola: “Ho deciso di sospendere la attività perché non faccio mangiare i miei clienti di fronte alla lista del genere. Da cliente una cosa che non tollererei, figuriamoci se capitasse uno dei miei ospiti”.

La trattoria “La Vignarola” chiude causa rifiuti

Fuori dal locale la scritta “La Vignarola chiude a causa dei rifiuti”. La signora Grande racconta di una situazione che si ripete da molte estati, dunque anni di esposti, reclami e di gesti di protesta come quando un giorno, esasperata, ha iniziato a gettare spazzatura lei stessa a terra finché non sono arrivati i carabinieri.

Per non parlare della beffa del pagamento della Tari che per i ristoranti può superare i €3300. E mentre a Roma si parla di crisi igienica continua il vergognoso rimpallo di responsabilità fra Comune e Regione che si accusano a vicenda per la mancata soluzione allo stoccaggio dei rifiuti.

L’ordinanza di Zingaretti per “Aiutare Roma”

Il30 giugno il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza per “aiutare Roma” a superare l’emergenza rifiuti. La dichiarazione è durissima nei confronti della sindaca di Roma, Virginia Raggi: “Per l’ennesima volta sono stato costretto ad emanare un’ordinanza per aiutare Roma e per fare fronte alla drammatica situazione della città sommersa dai rifiuti e tentare di risolvere provvisoriamente il problema”.
Il problema è però a a monte ed è sempre quello dell’assenza di un impianto di smaltimento autonomo per Roma.

La strategia-tampone era stata individuata solo poche settimane fa, il 14 giugno, dal tavolo del Ministero per la Transizione Ecologica, con il ministro Roberto Cingolani.

Dopo una lunga riunione tra Regione Lazio e vertici Ama la notizia del provvedimento che vedrà la spartizione della spazzatura della città in sei regioni italiane.


La società Giovi Srl ha infatti individuato diversi impianti tra Abruzzo, Marche, Friuli, Puglia, Lombardia, in cui smaltire i rifiuti trattati.

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