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Roma, sgombero Baobab. Infuriano le polemiche tra favorevoli e contrari

Tra gli oppositori si muove anche la Fiom-Cgil. “Atto di liberazione”, replica Saltamartini (Lega)

Fioccano le prese di posizione, dopo lo sgombero di questa mattina del Baobab, in piazza Maslax al Tiburtino. A farsi sentire, come è logico, sono soprattutto quelli che rifiutano per principio questo tipo di interventi: mentre Salvini ha il potere di passare dalle parole ai fatti, e lo ha ribadito usando proprio questa formula nel suo tweet di oggi, chi vorrebbe un altro approccio può solo rivendicarlo a gran voce.

Gli infuriati sono parecchi, ma le variazioni sul tema sono limitate. E il filo conduttore è estendere le critiche contro Salvini alla Giunta Raggi.

“Lo sgombero non è solo disumano – dice Marta Bonafoni, capogruppo al Consiglio regionale del Lazio della Lista Civica Zingaretti – ma è soprattutto un’azione inutile e inefficace che non cambia la vita dei cittadini e mortifica invece quella dei migranti. Ma M5S e Lega su questo punto sono sempre stati in perfetta sintonia. Sgomberare i campi senza predisporre adeguati progetti di accoglienza e di inclusione lascia presagire solo una questione di propaganda e di una politica che si accanisce con i più deboli invece che risolvere i problemi della città”.

Le fa eco lo scrittore Christian Raimo, assessore alla Cultura del III Municipio e oggi presente a piazzale Maslax: “Roma è una città perennemente sotto sgombero. Il clima è cambiato un anno fa dopo lo sgombero dell’edificio di Piazza Indipendenza. Ci sono situazioni di emergenza, di povertà, persone che vivono per strada, e sta arrivando l’emergenza freddo. In una situazione del genere è incredibile che manchi un piano sociale. Peraltro questo è il primo atto fatto dopo l’assoluzione, non so se vogliono rivendicarlo, Salvini già lo ha fatto”.

A tuonare sono anche alcune organizzazioni non immediatamente politiche. La Fiom-Cgil nazionale parla di un “ennesimo attacco a una realtà che fa accoglienza, tutela e solidarietà in un clima pesantissimo di caccia alle persone e di negazione dei diritti di quante e quanti scappano da fame, miseria e guerre”.

L’Unione Inquilini Roma utilizza a sua volta lo stesso termine: ‘caccia”. A Roma, si legge in un comunicato stampa, “la caccia ai poveri continua senza tregua”. Fabrizio Ragucci, segretario romano dell’organizzazione, chiama in causa il Campidoglio: “La mano pesante della Prefettura ha deciso di mettere fine a al progetto del Baobab Experience diventato un punto di riferimento a Roma, ci chiediamo come intenda ora intervenire il Comune di Roma. Non basta sgomberare. È del tutto evidente che la Sala Operativa Sociale non possa continuare a essere l’unico strumento del Comune di Roma. Oramai la SOS sembra essere una foglia di fico per un Comune incapace di trovare soluzioni e violento nelle pratiche. Ora attendiamo di conoscere le sorti delle persone condotte in via Patini”.

Di segno opposto, invece, le dichiarazioni di Barbara Saltamartini, deputata della Lega e presidente della commissione Attività produttive della Camera: “Altro che ferocia e accanimento come sostengono certi esponenti della sinistra: lo sgombero del Centro Baobab è un autentico atto di liberazione. I cittadini chiedevano da anni di intervenire, ma le istituzioni locali a guida Pd e i buonisti radical-chic hanno sempre preferito far finta di nulla invece di ammettere l’evidenza. Finalmente, grazie alla Lega e al ministro Matteo Salvini alla guida del Viminale, viene data una risposta concreta e di buon senso alla sete di legalità e di sicurezza pregiudicate dai militanti dei centri sociali mascherati da ‘volontari’ di Baobab”.

Distanze abissali. E se si pensa che siamo appena agli inizi della legislatura nazionale, dopo le Politiche del marzo scorso, è facile immaginare che il clima diventerà ancora più rovente nei prossimi mesi. Governo e opposizione sono agli antipodi: la domanda è se il dissidio divamperà in scontri non soltanto verbali ma in violenze di piazza.

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