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Roma, nel Museo dei 9 assenteisti anche la direttrice è indagata

Il MIBACT pensa al licenziamento

Sta assumendo contorni più chiari la vicenda degli assenteisti nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni di Roma. Dopo la sospensione dal lavoro di 9 dipendenti indagati per assenteismo, ai quali il Ministero per i Beni Culturali ha bloccato gli stipendi per la durata della sospensione, a seguito delle ispezioni ordinate dallo stesso dicastero, la posizione della direttrice del museo, Maura Picciau, si fa delicata, sia per le poche presenze risultate nel periodo di osservazione con appostamenti e videoriprese – nel mese di febbraio 2015 era presente nella struttura statale solo nei seguenti giorni: 10, 11, 12, 18, 19 e 20 – sia per il doppio incarico venuto alla luce della dirigente, registrata anche nell'organigramma del Segretariato regionale sardo in qualità di funzionario esterno. Intanto la dottoressa Picciau, storica dell'arte con uno stipendio annuo lordo di 78 mila euro, sta preparando la relazione richiesta dal ministro Franceschini sui comportamenti poco virtuosi degli indagati. "E' un'onta, un disastro per la reputazione di questo museo, siamo rovinati, per colpa di alcuni, vengono messe in dubbio tante persone per bene", ha confessato uno dei 13 custodi addetti alla vigilanza del museo sotto l'occhio del ciclone. Il Museo delle arti e Tradizioni Popolari è l'unico museo statale in Italia con competenze specifiche nel campo delle materie demo – etno – antropologiche, e la sua finalità è la documentazione delle tradizioni popolari di tutte le regioni italiane; nel suo interno conserva oltre 100.000 documenti, acquisiti dal 1906 ad oggi. Il MIBACT ( Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità di licenziare i 9 risultati assenteisti.

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