Roma, la follia geniale nascosta in un palazzo | L’illusione che ti inganna da 400 anni: sembra lunga 35 metri ma ne misura 8
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A pochi passi da Campo de’ Fiori, nel cuore più vivace di Roma, esiste un luogo in cui la realtà si piega all’ingegno umano. È la Galleria Prospettica di Francesco Borromini, custodita all’interno di Palazzo Spada, un’opera capace di sorprendere chiunque vi entri da quasi quattro secoli. Il corridoio appare lungo circa 35 metri, una fuga infinita di colonne che sembra proiettarsi verso il fondo, eppure misura appena 8,82 metri. Un’illusione perfetta, un gioco di prospettiva che trasforma uno spazio minimo in un percorso monumentale.
La galleria non è una curiosità isolata, ma parte integrante della storia di un palazzo nato nel Cinquecento per volontà del cardinale Girolamo Capodiferro. La residenza, riccamente decorata con stucchi, statue e simboli mitologici, venne poi acquistata nel Seicento dalla potente famiglia Spada, che ne fece un luogo di prestigio e cultura. Fu proprio il cardinale Bernardino Spada a commissionare a Borromini quell’opera straordinaria destinata a diventare una delle illusioni architettoniche più celebri del Barocco romano.
La Galleria Prospettica: il capolavoro che inganna l’occhio
Tra il 1652 e il 1653 Borromini, insieme al matematico agostiniano Padre Giovanni Maria da Bitonto, progettò e realizzò il corridoio che oggi lascia senza parole studiosi, architetti e visitatori. L’illusione di profondità si basa su una serie di accorgimenti sapienti: le colonne si restringono gradualmente man mano che ci si avvicina al fondo, le pareti convergono verso un unico punto di fuga e il pavimento sale impercettibilmente verso l’alto. Tutto contribuisce a creare la percezione di una distanza che non esiste.
In origine la parete terminale era dipinta con un elegante trompe-l’oeil raffigurante una vegetazione lontana, sostituita nel 1861 da una statua di un guerriero romano, oggi presente in copia. Collocata a fine galleria, la figura appare grande e lontana, ma avvicinandosi si scopre che è alta poco più di un bambino. È il punto conclusivo dell’inganno architettonico, il segno finale della genialità borrominiana.

Il simbolismo dell’illusione e la ricchezza della Galleria Spada
La Galleria Prospettica non era soltanto un esercizio tecnico: secondo le interpretazioni più accreditate, il cardinale Spada desiderava un’opera che rappresentasse il rapporto tra apparenza e verità. La vita mondana, vista come un gioco di percezioni ingannevoli, si contrapponeva alla dimensione spirituale, capace di condurre verso la salvezza. Borromini, artista profondamente legato ai temi simbolici del Barocco, tradusse questa visione in un’illusione che domina ancora oggi il cortile di Palazzo Spada.
L’edificio ospita inoltre la celebre Galleria Spada, una delle quadrerie più suggestive del Seicento. Le sale conservano opere esposte secondo l’antica tradizione: tele appese l’una accanto all’altra fino a rivestire interamente le pareti, seguendo un ordine che privilegia dimensione e impatto visivo. Una collezione nata per mostrare eleganza, cultura e potere, testimonianza intatta del gusto aristocratico dell’epoca.
Visitare Palazzo Spada significa immergersi in un mondo in cui arte, architettura e illusionismo convivono armoniosamente. La galleria di Borromini non è solo un capriccio estetico, ma un’esperienza che continua a sorprendere chiunque varchi la soglia, dimostrando come il Barocco romano fosse capace di trasformare anche pochi metri di spazio in un capolavoro senza tempo.
