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Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro del piano da 24,5 milioni per la sicurezza stradale

Il Comune investe 24,5 milioni sui marciapiedi di Roma: rifacimenti, scivoli e accessibilità. Nel 2025 bilancio di 108 vittime

Buche nelle strade di Roma

A Roma il pericolo non arriva solo dagli incroci. A volte comincia sul marciapiede, dove una lastra alzata o un tratto sconnesso costringe a scendere in carreggiata. Da qui la nuova mossa del Campidoglio: 24 milioni e mezzo per interventi sui marciapiedi e sui percorsi pedonali, presentati come una risposta concreta al tema sicurezza. La notizia si innesta su un bilancio duro: 108 vittime dall’inizio del 2025 sulle strade capitoline, secondo il conteggio citato in queste ore da più resoconti di cronaca basati su aggiornamenti in ambito cittadino.

Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro: cosa prevede davvero il piano da 24,5 milioni

L’idea è semplice e, proprio per questo, potente: rimettere in ordine lo spazio dedicato a chi cammina. Significa rifare tratti ammalorati, sistemare cordoli, eliminare dislivelli, creare scivoli dove mancano, ridurre barriere architettoniche e rendere i passaggi più lineari. Non solo centro storico: l’impostazione è quella di una manutenzione straordinaria diffusa, con priorità legate alle segnalazioni e alle urgenze che arrivano dai quartieri.

Per molti romani questo è il punto: non si tratta di “bellezza”, ma di sicurezza. Un marciapiede rotto non è un dettaglio urbano; è un invito all’imprevisto, soprattutto di sera, con pioggia o per chi ha mobilità ridotta.

Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro: perché il nodo è anche l’accessibilità

Un marciapiede nuovo, se progettato bene, è un pezzo di città più inclusiva. Gli interventi annunciati puntano a rendere più facili i movimenti di chi usa carrozzina, bastone, deambulatore, ma anche di chi vive la strada con passeggino o borse della spesa. A Roma l’accessibilità resta una battaglia quotidiana: scivoli fatti male, pendenze eccessive, ostacoli improvvisi. La manutenzione straordinaria può correggere errori storici, a patto di rispettare standard e controlli.

E qui entrano in campo anche le associazioni e i comitati che da anni chiedono un approccio “di sistema”: marciapiede, attraversamento, fermata bus, segnaletica. Se uno solo di questi elementi manca, la catena si spezza.

Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro: il peso dei numeri e le strade che tornano sempre

Il conteggio delle 108 vittime nel 2025 richiama un elenco che ogni romano conosce, anche senza tabelle: consolari veloci, viali lunghi dove si corre, incroci senza protezioni adeguate, attraversamenti poco visibili. In molte zone la stessa scena si ripete: il pedone aspetta, guarda, accelera il passo, e spesso lo fa partendo da un marciapiede già difficile.

Il piano da 24,5 milioni non risolve da solo l’emergenza, ma può ridurre un fattore che incide più di quanto si pensi: la “fuga” dal marciapiede verso la strada, causata da ostacoli o dissesti. Meno persone costrette a camminare a bordo carreggiata significa meno esposizione al rischio.

Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro: tempi, cantieri e il timore dei disagi

Ogni annuncio di lavori porta con sé una domanda pratica: quando partono i cantieri e quanto dureranno. Nei quartieri la pazienza è legata alla qualità dell’esecuzione: transenne messe male, passaggi stretti, segnaletica assente creano pericolo invece di ridurlo. È un tema che i Municipi conoscono bene, perché la protesta parte dai marciapiedi stessi, specialmente vicino alle scuole e ai servizi sanitari.

L’altra richiesta che sale spesso dal territorio riguarda la distribuzione: evitare che i rifacimenti si concentrino nelle zone più turistiche, lasciando periferie e quartieri residenziali con gli stessi dissesti per anni. Su questo, la trasparenza dell’elenco interventi e l’aggiornamento pubblico dello stato dei lavori faranno la differenza.

Roma, marciapiedi rifatti e pedoni al centro: il ruolo dei controlli e della sosta irregolare

C’è poi un tema che i romani vedono ogni giorno: il marciapiede rifatto non dura se resta un parcheggio. Auto e moto in sosta irregolare, passi carrabili “inventati”, occupazioni che restringono il passaggio rendono vano l’investimento. Per questo il piano infrastrutturale dovrà camminare insieme a controlli costanti della Polizia Locale e a scelte coerenti di arredo urbano, dove necessario.

Il messaggio, in sostanza, è chiaro: dopo anni in cui la strada è stata vissuta quasi solo dal punto di vista dei veicoli, Roma prova a ripartire dal pedone. E lo fa con un intervento che, se realizzato bene, cambia la vita quotidiana molto più di tante opere simboliche.