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Roma. G20 Salute, Speranza: “In Italia terza dose già da settembre”

La ministeriale Salute G20 si è conclusa oggi con l’approvazione all’unanimità del Patto di Roma sulla Salute

Roberto Speranza al G20 Salute

Roberto Speranza al G20 Salute

La ministeriale Salute G20 si è conclusa ieri con l’approvazione all’unanimità del Patto di Roma sulla Salute. Si tratta, ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, di “un documento importante condiviso da tutti i Paesi”.

Roma, G20 Salute: sostegno alla campagna di vaccinazione mondiale

I quattro punti fondamentali per il futuro della sanità indicati dal ministro Speranza sono: sostegno alla campagna di vaccinazione in tutti i Paesi del mondo, in modo che nessuno resti indietro; condivisione dell’approccio One Health, considerando esseri umani, animali e ambiente come unico sistema; massima attenzione al benessere e alla salute mentale; nuova stagione straordinaria di investimenti sui servizi sanitari nazionali e rilancio dell’impianto universalistico. Il Patto di Roma approvato oggi all’unanimità dai Paesi del G20 serve a “difendere l’impianto universalista” dei sistemi sanitari perché ognuno “ha diritto a essere curato”, a prescindere dalla provenienza, ha detto Speranza. Il documento “segnala una visione comune.

Da questi due giorni di Roma emerge un messaggio fortissimo a tutto il mondo, di un mondo che vuole vincere insieme la sfida del rilancio dei sistemi sanitari nazionali e la lotta al Covid-19”, ha spiegato il ministro in conferenza stampa presso i Musei capitolini, in Campidoglio, a Roma.

Inoltre, per una campagna vaccinale di massa contro il Covid-19, “non occorre soltanto portare il vaccino in ogni angolo del mondo, ma anche agevolarne la produzione in tutti i territori”.

Schema dell’approccio One Health

I 33 punti della dichiarazione finale

Trasformare la crisi Covid-19 in opportunità, impegnarsi verso la solidarietà globale e per l’accesso tempestivo ed equo ai vaccini, ricominciare a investire sui servizi sanitari nazionali, integrare i sistemi di salute digitale e condividere le informazioni, rafforzare la sorveglianza e la prevenzione multisettoriale, rendere operativo l’approccio One Health, incoraggiare uno sforzo collaborativo per sviluppare strategie globali comuni per sostenere la ricerca e la distribuzione equa dei vaccini e il riconoscimento dell’immunizzazione alla Covid-19 come un bene pubblico globale. Sono questi gli aspetti salienti contenuti nei 33 punti della Dichiarazione dei ministri della Salute del G20, dopo la riunione di ieri e oggi.

Il Patto di Roma indica l’impegno dei ministri della Salute del G20 per “promuovere una forte cooperazione multilaterale, i cui obiettivi includono la fine della pandemia da Covid-19, il sostegno alla ripresa e lo sforzo congiunto per una migliore prevenzione e rilevazione dei rischi e risposta alle emergenze sanitarie globali”.

Una governance globale per gestire le questioni legate alla salute

Nell’ottica di “rafforzare l’architettura e la governance della salute globale sulla base di una visione condivisa, mirata ad affrontare le sfide e a rafforzare i sistemi sanitari e la partnership per le capacità di preparazione e risposta alle emergenze di salute globale”, i ministri della Salute enfatizzano il “ruolo direttivo e di coordinamento dell’Oms su attività di salute internazionale in stretta collaborazione con gli stakeholder rilevanti”.

L’Oms “dovrebbe essere finanziata dai suoi Stati Membri in maniera adeguata, sostenibile e prevedibile per adempiere al suo mandato e soddisfare le aspettative” rivolte ad essa.

Inoltre, i Paesi del G20 si impegnano a “lavorare insieme verso il miglioramento dell’accesso tempestivo, equo e globale a vaccini, terapeutici e diagnostici (Vtd) per il Covid-19 che siano sicuri, efficaci e dal costo accessibile”. Per quanto riguarda la campagna vaccinale, i ministri della Salute del G20 sostengono l’obiettivo di vaccinare almeno il 40 per cento della popolazione globale entro il 2021 e di rafforzare le capacità produttive locali e regionali dei vaccini.

Speranza, ha poi spiegato che “la terza dose in Italia ci sarà, partiremo già da settembre con pazienti fragili come gli oncologici o i trapiantati. Su questo punto già Ema e Ecdc si sono espresse. Dunque già nel mese di settembre partiranno in Italia queste prime terze dosi, poi analizzeremo per proseguire con gli over80 e residenti Rsa e personale sanitario, che sono le prime categorie che hanno ricevuto il vaccino e da quale si partirà”.

Obiettivo ripresa dopo la pandemia di Covid-19

Le azioni chiave da portare avanti sono focalizzate su quattro aree prioritarie: ripresa sana e sostenibile; costruire resilienza One Health; risposta coordinata e collaborativa; e vaccini, terapeutici e diagnostici accessibili.

In particolare, “la pandemia da Covid-19 ha evidenziato l’importanza di sostenere e proteggere una forza lavoro sanitaria adeguata e ben formata, e servizi sanitari su base di comunità.

Affrontandone la scarsità globale, aumentando le capacità produttive per venire incontro ai bisogni di fronte a rischi ed emergenze sanitarie, come anche a disponibilità insufficienti di risorse umane a livello nazionale e locale”.

Infine, i ministri riconoscono “l’immunizzazione estensiva al Covid-19 come un bene pubblico globale e il nostro impegno per tutti gli sforzi collaborativi a riguardo. Reiteriamo il nostro sostegno per rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento, per aumentare e diversificare la capacità produttiva di vaccini globale, locale e regionale, sviluppando competenze per i Paesi a reddito medio-basso, incluso per i materiali grezzi necessari a produrre vaccini, e accogliamo con favore l’hub di trasferimento della tecnologia del vaccino Covid-19 mRNA lanciato dall’Oms”, aggiunge il testo.

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