Roma, è morta Rosetta Dello Siesto, vedova di Camilleri: aveva 97 anni
La donna si è spenta in un ospedale romano durante la notte: era la prima lettrice dello scrittore di Montalbano

Andrea Camilleri e Rosetta Dello Siesto
Si è spenta nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, in un ospedale romano, Rosetta Dello Siesto, vedova di Andrea Camilleri. Aveva 97 anni. Il suo nome è rimasto per decenni lontano dalle cronache, ma chi conosce la vita e l’opera dello scrittore siciliano sa bene quanto fosse presente, costante, insostituibile. Non era solo la compagna di una vita: era la prima lettrice, la confidente, la persona alla quale Camilleri affidava ogni rigo scritto, prima ancora che arrivasse a editori o teatri. Una donna colta e discreta, che ha accompagnato il marito per oltre sessant’anni con una presenza silenziosa ma fondamentale.
Morta vedova di Camilleri, i due si incontrarono nel 1952
Rosetta era nata a Milano e si era laureata in Lettere alla Sapienza di Roma, con una tesi su Giovanni Pico della Mirandola. Ma non fu l’università a segnare il destino che l’avrebbe unita a Camilleri. Fu il teatro. A Roma, nei primi anni Cinquanta, si trovò a lavorare come aiuto regista proprio nello spettacolo che segnava il debutto alla regia del giovane Andrea, “Abbiamo fatto un viaggio” di Raoul Maria De Angelis, al Teatro Pirandello. Era il 1952.
Quel primo incontro non fu particolarmente brillante dal punto di vista professionale. Come ha ricordato lo stesso scrittore in “Ora dimmi di te”, Rosetta si rivelò un disastro tecnico: “una o due volte che le chiesi di aiutarmi concretamente per gli effetti sonori e rumoristici mi combinò dei disastri”. Eppure, aggiungeva Camilleri con affetto, “mi riusciva stranamente simpatica e la sua presenza mi metteva allegria”.
Quello che sembrava solo un incontro buffo diventò molto di più durante il mese che lo scrittore trascorse in Sicilia subito dopo la fine dello spettacolo. Lì, lontano dalla scena e dalla quotidianità, si accorse che ogni giorno pensava a quella “brunetta deliziosa”, come la definì in una lettera del 1953 ai genitori. Tornato a Roma, la chiamò. Le chiese di uscire a cena. “Da quella sera ceniamo assieme da oltre sessant’anni”, scrisse anni dopo, condensando in una frase semplice tutta la forza di un legame che ha attraversato epoche, città, e carriere.
Morte vedova Camilleri, era la prima lettrice del marito
Rosetta ha sempre scelto il riserbo. Mai un’intervista, mai un’apparizione pubblica. Ma il suo ruolo emerge continuamente nelle parole di Camilleri. Non per retorica, ma per realtà. Era lei la prima a leggere i suoi testi, a correggere, a suggerire. Non con il piglio dell’editor professionista, ma con l’istinto raffinato di chi conosce l’anima di chi scrive.
Camilleri, che ha saputo costruire un’intera mitologia attorno a Montalbano, non ha mai nascosto che il suo vero punto fermo fosse quella donna “che mi leggeva tutto”, come raccontava spesso. Una sorta di bussola narrativa e affettiva, in grado di tenere insieme il caos creativo di uno degli autori più prolifici della letteratura italiana contemporanea.
Nel suo libro “Ora dimmi di te”, scritto in forma di lettera alla pronipotina Matilda, Camilleri torna spesso a quel primo periodo con Rosetta. Lo fa con tenerezza, ma anche con precisione. Rievoca le emozioni della lontananza, le incertezze dell’inizio, ma anche la naturalezza con cui quella relazione prese radici. Non ci sono grandi dichiarazioni d’amore, nessun colpo di scena narrativo. C’è, invece, la quotidianità di un amore vero, fatto di cene condivise, dialoghi, silenzi, pazienza e rispetto reciproco.
Rosetta è rimasta accanto a Camilleri fino alla sua morte, nel luglio del 2019. E ora, cinque anni dopo, lo ha raggiunto con la stessa discrezione con cui ha vissuto.