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Roma, Caso Fiorini: nuove piste investigative e ombre sulla versione di Stojanovic

Il caso Fiorini si arricchisce di nuovi elementi: autopsia, testimonianze e dubbi sulla ricostruzione di Stojanovic orientano l’indagine verso scenari complessi

Leonardo Fiorini (a sinistra) e David Stojanovic

Leonardo Fiorini (a sinistra) e David Stojanovic

La morte di Leonardo Fiorini, il ventisettenne dipendente civile del ministero della Difesa precipitato dal terzo piano di una casa vacanza nella zona di San Pietro, continua a porre interrogativi importanti agli inquirenti romani. Accanto al corpo senza vita del giovane c’era solo un testimone, l’amico David Stojanovic, commesso in un negozio di abbigliamento e figura conosciuta online come «Stojan-Beatbox», che ha fornito una versione dei fatti ritenuta poco convincente dagli investigatori. Dopo il fermo per omicidio volontario, il gip ha convalidato l’arresto ma senza imporre misure cautelari, e ora il ragazzo è indagato a piede libero. Intanto autopsia e verifiche sull’appartamento hanno fatto emergere segnali che stanno delineando una storia più articolata rispetto al primo racconto.

Caso Fiorini: il racconto di Stojanovic sotto la lente degli investigatori

Stojanovic ha dichiarato ai carabinieri che lui e Leonardo avevano assunto droga insieme e che, senza un motivo apparente, l’amico sarebbe andato in agitazione fino a tentare di gettarsi dal balcone. Ha raccontato di aver cercato di fermarlo, senza riuscirci. Il punto è che questa versione non sembra coincidere con quanto emerso nelle ore successive. I militari della compagnia San Pietro, dopo aver ascoltato il giovane, hanno raccolto elementi che spingono a valutare scenari molto diversi da quelli riportati dal commesso romano. Anche la deposizione davanti al gip non avrebbe aggiunto dettagli in grado di rafforzare la sua ricostruzione.

Caso Fiorini: i risultati dell’autopsia e gli elementi emersi sul corpo della vittima

L’esame medico-legale svolto ieri ha evidenziato che Leonardo non ha riportato solo le fratture dovute alla caduta. Sul corpo sono stati riscontrati segni compatibili con una colluttazione violenta, ferite che non possono essere spiegate con un semplice gesto impulsivo. Gli investigatori stanno analizzando ogni dettaglio, poiché l’intensità delle lesioni pre-impatto lascia pensare a un confronto fisico di forte intensità. La dinamica della caduta, inoltre, è oggetto di calcoli precisi: distanza dalla balaustra, posizione dell’impatto e condizioni del terrazzino sono fattori che potranno chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o se l’intervento di un’altra persona abbia avuto un ruolo determinante.

Caso Fiorini: il legame fra i due giovani e il contesto della serata

Leonardo e David, entrambi originari di Isola del Liri, si frequentavano da tempo e avevano mantenuto rapporti anche dopo gli impegni lavorativi nella capitale. Fiorini spesso affittava un appartamento per il weekend, una prassi che gli permetteva di evitare rientri scomodi. Anche questa volta aveva seguito la stessa abitudine, prendendo in uso l’alloggio alla «4 Venti» già da martedì. L’amico sarebbe arrivato solo giovedì sera. I genitori della vittima hanno riferito che il figlio li aveva informati della visita, senza mostrare timori o tensioni. Questo rende ancora più difficile collocare l’episodio in un quadro di conflittualità preesistente.

Caso Fiorini: cosa è stato trovato nell’appartamento

Quando i carabinieri sono entrati nell’alloggio, la scena era eloquente: stanze completamente a soqquadro, mobili danneggiati, oggetti spostati, segni evidenti di una lotta. Il disordine non appare compatibile con un episodio improvviso e isolato. È stato ritrovato anche un grammo e mezzo di hashish, ora sotto analisi per verificare la presenza di possibili sostanze aggiunte. Stojanovic è risultato positivo alla cannabis, mentre per Leonardo i risultati tossicologici arriveranno nei prossimi giorni. Capire quali sostanze siano state effettivamente assunte potrebbe offrire indizi preziosi per ricostruire il comportamento dei due nelle ore precedenti.

Caso Fiorini: l’ipotesi della spinta e le testimonianze dei presenti

Una delle possibilità considerate dalla procura è che Leonardo possa essere stato spinto durante la colluttazione. Un dettaglio ritenuto significativo è che il giovane fosse nudo al momento della caduta, circostanza che non si accorda facilmente con l’idea di un gesto volontario compiuto in modo lucido. Alcune persone presenti nella zona hanno riferito di aver visto Stojanovic chiedere aiuto subito dopo l’incidente, una scena che gli investigatori stanno analizzando con attenzione. Per gli inquirenti potrebbe trattarsi di un tentativo di indirizzare l’interpretazione dei fatti verso la tesi del suicidio.

Caso Fiorini: i prossimi passi dell’inchiesta

Gli investigatori attendono gli esiti completi degli esami tossicologici, mentre gli esperti stanno valutando ogni dettaglio utile a ricostruire la colluttazione. La procura vuole capire se la caduta sia avvenuta durante un contatto fisico, se vi sia stato un gesto intenzionale o se la situazione sia degenerata in modo improvviso. Il fatto che non siano state disposte misure cautelari non sminuisce la gravità delle accuse, ma riflette una valutazione giuridica legata alla fase attuale del procedimento. La posizione di Stojanovic resta comunque delicata e potrebbe cambiare rapidamente con l’arrivo dei nuovi accertamenti.

Caso Fiorini: un quadro ancora incompleto che richiede chiarezza

La vicenda presenta molte zone non ancora illuminate e gli inquirenti stanno lavorando per dare risposte coerenti ai familiari della vittima. Ogni elemento, dall’analisi delle ferite alla verifica dei consumi di droga, sarà utile per stabilire con precisione cosa sia accaduto in quell’appartamento. La ricostruzione definitiva richiederà tempo, ma le prime risultanze mostrano un percorso investigativo che punta a escludere semplificazioni e a restituire un’immagine fedele degli ultimi minuti di vita di Leonardo Fiorini.