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Roma, arrestati 7 funzionari per tangenti su appalti delle strade

Il Gip: “Dagli imprenditori coinvolti, sistematico ricorso alla corruzione”

I Carabinieri hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una serie di perquisizioni a carico di altrettanti pubblici funzionari appartenenti ai Municipi del Comune di Roma, al Dipartimento SIMU (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale nonch

I Carabinieri hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e una serie di perquisizioni a carico di altrettanti pubblici funzionari appartenenti ai Municipi del Comune di Roma, al Dipartimento SIMU (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) di Roma Capitale nonché all’Ospedale San Giovanni Addolorata nell’ambito dei lavori per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade e delle infrastrutture.

“Lo spaccato che emerge è quello di un sistematico ricorso degli imprenditori alla corruzione per supportare l’attività del gruppo”. E’ quanto scrive il Gip del Tribunale di Roma, Massimo Di Lauro, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa. A quanto emerge “dalle intercettazioni tra le impiegate”, da alcune testimonianze e “dall’analisi dei file excel” appare “evidente che la voce ‘lavori extra non quantificabili’ codifica l’importo delle ‘mazzette’ pagate a pubblici funzionari, vale a dire il prezzo di una serie di corruzioni”.

L’indagine si inserisce nel filone delle attività investigative che il 14 ottobre scorso hanno portato all’arresto di Luigi Martella, di Alessio Ferrari e del funzionario Ercole Lalli. Grazie all’analisi incrociata di quanto emerso dagli atti acquisiti in occasione delle perquisizioni del 14 ottobre 2015, in particolare dalla contabilità occulta delle società coinvolte, nonché dalle dichiarazioni dei tre indagati, sono stati individuati ulteriori episodi di corruzione a carico sempre di funzionari, tipicamente aventi l’incarico di Direttori dei Lavori, in relazione a specifici appalti.

 

In particolare, le azioni corruttive erano finalizzate ad ottenere agevolazioni da parte dei funzionari sulle modalità di esecuzione dei lavori, consentendo agli imprenditori di eseguire le opere in modo difforme rispetto a quanto previsto. Emblematico è il caso delle pulizia delle caditoie stradali laddove solo un numero ridotto veniva ripulito rispetto al totale dichiarato nella documentazione di esecuzione lavori; altrettanto significativo è il rifacimento del manto stradale ove si risparmiava sullo spessore dell’asfalto, sulla fresatura e sulle bonifiche, cioè la parte inferiore del sottofondo, generalmente scavata ad una profondità inferiore rispetto al previsto.

Gli accordi presi tra gli imprenditori e i funzionari incaricati di sorvegliare il corretto andamento dei lavori comportavano l’esborso di cifre che nel tempo variavano da poche migliaia di euro sino ad oltre 100 mila euro, pertanto nell’ordine del 3-4% del valore dell’appalto stesso.

La sistematica reiterazione della condotta corruttiva ha permesso di evidenziare almeno 33 gare d’appalto per un valore complessivo di oltre 16 milioni di euro e per le quali sarebbero stati versati solo negli ultimi due anni, complessivamente 650 mila euro di tangenti.

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