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Roma. Ambulanza arriva con tre ore di ritardo, muore una ragazza di 29 anni

La sorella Rebecca al telefono con i soccorsi spiega “Non ha più sensibilità alla lingua, non ci vede più, è tutta viola”

Mancato soccorso ambulanza

Era il 22 luglio quando Paula, una ragazza di 29 anni residente nel quartiere Aurelio della Capitale, è ritornata a casa prima della fine del turno di lavoro, in quanto lamentava dei dolori.

La vicenda

Il giorno dopo, il 23 luglio, dal momento che i dolori non erano spariti, ha deciso di avvertire i soccorsi del 118. La prima chiamata è stata fatta alle ore 13, la seconda verso le 14:13 e ancora alle 14:57. Arrivata alla quarta telefonata la sorella ha dichiarato: “Sono due ore e mezzo che aspetto, mia sorella sta peggiorando che cavolo fate?”. 

Risale al 21 luglio scorso il primo malore. La 29enne si era recata al pronto soccorso, uscendo prima dal lavoro, a causa dei forti dolori addominali che lamentava all’altezza dell’inguine. Dopo aver effettuato i dovuti esami le sono stati somministrati solo degli antidolorifici per poi essere dimessa. Lo stesso pomeriggio, la giovane donna, in un audio con voce tremante, racconta alla sorella che secondo i medici si trattava di una possibile colite: “Me ne sono andata perché non mi volevano dare niente”. 

Il giorno seguente è cominciato il calvario, non è riuscita nemmeno ad alzarsi dal letto della sua camera. Il 23 luglio, dopo giorni di sofferenza, ha deciso di chiamare la sorella Rebecca lamentando: “Non sento più mani e piedi”. Da quel momento in poi le sue condizioni hanno iniziato a peggiorare. Rebecca inizia a tempestare di chiamate il 118, spiegando i sintomi della sorella: “Non ha più sensibilità alla lingua, non ci vede più”. Infine, ha aggiunto: “È tutta viola”.

Il personale del 118 è giunto solamente alle 15:40, dopo due ore e mezza dalla prima telefonata. I medici del personale sanitario hanno trovato la ragazza agonizzante, tentando di rianimarla più volte, ma senza riuscirci. Paula è morta alle 17:14.

Le ipotesi

Inizialmente i sanitari pensavano si trattasse di un’overdose, ma a detta della sorella Rebecca, Paula non aveva mai fatto uso di sostanze stupefacenti. Convinti della diagnosi, hanno iniziato a frugare nel comodino e nell’armadio cercando farmaci o pasticche. Un professore del Policlinico Umberto I di Roma ha dichiarato che Paula è morta per shock settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da peritonite purulenta e da polmonite bilaterale.

La denuncia

La famiglia della ragazza ha presentato una denuncia insieme al penalista Padovano: “Noi attendiamo con fiducia l’esito delle indagini perché, al momento, ci sono tanti sospetti e nessuna certezza”, ha affermato il legale.  La famiglia, ha poi aggiunto: “A oggi, l’unico dato certo è il fatto che nostra figlia sia morta in circostanze del tutto ambigue e paradossali e che non abbia ricevuto le giuste attenzioni e cure da chi è a ciò preposto”.