Prima pagina » Politica » Roma. AMA sempre in stallo. E i sindacati scrivono al Comune

Roma. AMA sempre in stallo. E i sindacati scrivono al Comune

In vista dell’incontro di lunedì 26, una lettera firmata da Cgil, Fit Cisl e Fiadel. Tra auspici e minacce

L’incontro è già fissato per lunedì prossimo. Di qua i sindacati dei lavoratori AMA, di là i rappresentanti del Comune. Quel Comune di Roma che, pur essendo l’unico socio di AMA SpA, è in guerra con gli amministratori della municipalizzata per le divergenze sul bilancio di quest’ultima. E in particolare, come abbiamo già spiegato in articoli precedenti, su un credito di 18 milioni (per lavori cimiteriali) che l’AMA insiste a vantare nei confronti del Comune, ma che il presunto debitore disconosce totalmente.

La controversia ha risvolti sostanziali e urgenti, perché la mancata ratifica del bilancio da parte del Campidoglio lo rende nullo e mette a repentaglio la situazione finanziaria dell’azienda. L’incombente blocco del credito bancario prosciugherebbe la liquidità, pregiudicando il regolare pagamento sia dei fornitori, sia degli stessi dipendenti.

I sindacati sono allarmati innanzitutto da questa eventualità. Ma anche, visto che le questioni sono strettamente interconnesse, dal futuro della società. E di fronte a scenari così poco rassicuranti, si muovono in gruppo. Inviano alla sindaca una lettera ‘unitaria’ a firma di Natale Di Cola, segretario Fp Cgil Roma e Lazio, Marino Masucci, segretario Fit Cisl, e Massimo Cicco, segretario Fiadel.

AMA vs Comune. La posizione dei sindacati

Il contenuto della missiva cerca di mantenersi in equilibrio tra la preoccupazione e le analisi. Tra la speranza che alla fine una soluzione si trovi, e la minaccia, appena un po’ velata, di nuove e drastiche agitazioni.

“Come preannunciato durante l'incontro tenuto in Campidoglio il 19 novembre, le segreterie regionali hanno chiesto e avuto un incontro con i vertici aziendali in merito alla stabilità economica di Ama spa. Alla luce di quanto emerso in quella sede sarebbe auspicabile una definitiva chiarezza su temi delicati come la tenuta economica e la capacità di garantire il regolare pagamento degli stipendi”.

Ed eccoci al punto cruciale. Il temutissimo stop delle banche.

“Viste le imminenti scadenze nel rapporto con gli istituti di credito, e tenuto conto delle difficoltà espresse dal management aziendale, risulta urgente un chiaro indirizzo di Roma Capitale. Non si comprende ad esempio il rifiuto espresso il 19 in sede di conciliazione dai rappresentanti di Roma Capitale, sulla lettera di patronage, ritenuta dall'azienda indispensabile per mantenere le linee di credito. Su questo fronte permane una preoccupazione al limite dell'allarme”.

Espressi i fortissimi motivi di inquietudine, e fatto balenare il completo disaccordo con l’atteggiamento rigido del Campidoglio, la parte finale getta qualche spruzzo d’acqua sul fuoco. Per far capire, allo stesso tempo, che l’incendio potrà essere spento oppure no, a seconda di come andrà l’incontro/scontro di lunedì.

Nell'accogliere positivamente gli annunci sull'approvazione delle modifiche alla delibera 58 in Giunta (la delibera del 2015 che tra l’altro bloccava le assunzioni e che era intitola “Disposizioni urgenti in applicazione del Piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di Roma Capitale”, ndr) sui cui contenuti chiediamo una verifica, sottolineiamo come manchi all'appello la modifica della seconda delibera oggetto dell'accordo, la n.52 del 2015 (sull’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani e di igiene urbana ad AMA S.p.A., ndr). Convinti che la tutela dell'azienda sia un obiettivo di tutte le parti in causa, e attendendo l'incontro di lunedì per revocare o confermare la mobilitazione del personale, non riteniamo che sia ulteriormente rinviabile il definitivo chiarimento su tutti i passaggi futuri. La partita del bilancio va chiusa per permettere il rilancio dell'azienda, essendosi protratta ben oltre il limite di guardia”.

La verità, purtroppo, è che qui “le parti in causa” non sono le classiche due, ma tre. E finché non verrà appianato il dissidio con il cda di AMA, vuoi perché Bagnacani & C. si adeguano ai diktat comunali, vuoi perché rassegnano le dimissioni o vengono cacciati, la situazione è bloccata.

Assurdo, ma è così.

Leggi anche:

Roma. Comune e AMA ai ferri corti: si rischiano nuovi scioperi

Roma, Campidoglio: ancora stallo su progetto bilancio Ama

Roma, Lunedì 5 novembre Sciopero 24 ore lavoratori Ama. Rischio stipendi

 

Lascia un commento