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Roma. Affitti brevi, 85% strutture ricettive evade quota tassa soggiorno destinata al Comune

Sugli affitti brevi, Nanni: “Roma adotti stesse regole di New York e più controlli”

Roma affitto

Appartamento in affitto

A New York un nuovo regolamento  limita la possibilità di affittare stanze e appartamenti per brevi periodi tramite piattaforme come Airbnb e Booking. L’amministrazione della grande mela ha imposto alle piattaforme di accettare solo annunci di coloro che posseggono l’autorizzazione del comune. Una misura che potrebbe attenuare il problema del mancato versamento alle casse del comune del contributo di soggiorno riscosso dagli ospiti.

50 milioni di euro non versati al Comune

Solo a Roma si calcola che l‘85% delle strutture ricettive avrebbero evaso una quota della tassa di soggiorno da destinare al comune, per un  totale di circa 50 milioni di euro non versati. Una somma di denaro importante, che avrebbe potuto essere investita in servizi per rendere la città più accogliente e vivibile per turisti e cittadini. Così in una nota Dario Nanni, consigliere capitolino e Presidente della Commissione Giubileo.

Spopolamento rioni centro storico

Ai danni economici e alle ultime notizie di contestazioni penali a carico di una nota piattaforma on line per non aver versato le tasse sui canoni di locazione percepiti dai clienti, si aggiungono  anche i problemi sociali: a Roma ci sono circa 23.000 strutture extra alberghiere, la maggior parte di esse concentrate nel centro storico, alle quali se ne aggiungono circa 13.000 abusive con una concentrazione prevalente nel centro storico che ha come conseguenza lo spopolamento dei rioni interessati.

I residenti lasciano le zone centrali invase dai turisti per spostarsi in aree più vivibili, trasformando inevitabilmente l’aspetto di Roma.

Spopolamento e Sicurezza

Allo spopolamento, con il proliferare incontrollato delle strutture ricettive non abilitate, si sommano anche problemi di sicurezza della città. L’accesso alle strutture infatti avviene in molti casi attraverso un “lucchetto”, che si trova in strada all’esterno della struttura o attaccato alle cassette della posta, che permette a chiunque sia in possesso del codice di sblocco di accedere.

I proprietari della struttura, quindi, non procedendo all’identificazione diretta del cliente, non hanno alcuna certezza che chi entra sia davvero la persona che ha prenotato. In un contesto storico particolarmente allarmante dal punto di vista della sicurezza internazionale, e in una città che si appresta a ricevere milioni di turisti in arrivo per il Giubileo, una dinamica del genere non è accettabile.

“Adottare regole come a New York, più controlli”

Per queste ragioni – conclude Nanni – è necessario che l’amministrazione continui ad impegnarsi per tutelare Roma con l’adozione di regole più puntuali come fatto a New York e moltiplicando i controlli, per prevenire rischi alla sicurezza dei cittadini e più in generale, per tutelare l’immagine della città, considerata l’importanza mondiale che essa ricopre anche in relazione al Giubileo.