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Roma, acqua avvelenata: azione di protesta di Tempo di Lottare

I militanti protestano e invitano a non votare una classe dirigente che non tutela i cittadini

Sulla bocca di tutti da qualche mese, il problema dell’arsenico in alcune aree del Comune di Roma, sembra ormai un susseguirsi di dichiarazioni e smentite, senza un’evidente e fattiva soluzione. Così, nel XV Municipio, il movimento Tempo di Lottare alza la voce: «Chi ci dovrebbe rappresentare e tutelare, ha criminosamente taciuto a lungo sul fatto che l’acqua in diverse zone di Roma non fosse potabile. È un fatto inaccettabile e abbiamo deciso di denunciarlo forte e chiaro». Così i militanti del movimento politico hanno manifestato con un’azione eclatante, dopo lo scandalo che ha colpito le zone della periferia nord di Roma (Primavalle, Labaro, Giustiniana). Ad acuire l’obbrobrio la recente scoperta che le acque potabili non superavano gli standard di potabilità già da tempo, senza che i residenti fossero minimamente informati.

Così, con l’affissione di cartelli di avviso simbolici nelle zone più colpite – tra cui via Angelo Signorelli, via Antonio Vallardi, via Giovanni Battista Paravia, via Nicola Zanichelli, via Luigi Laterza e la scuola primaria di via Ceva – i ragazzi hanno invitato la popolazione di Roma a non votare più, fin dalle prossime imminenti elezioni europee, quella classe politica che per interessi di parte ed opportunità elettorale, non ha immediatamente informato la cittadinanza del grave disagio, temporeggiando per più di un anno.       

Per questo i ragazzi hanno simbolicamente transennato le fontanelle di varie zone di Roma – i cosiddetti “nasoni” – con il nastro da lavori in corso ed un avviso alla cittadinanza (al quale avrebbe dovuto provvedere il Municipio): «Sicuro che l’acqua sia potabile? In altre zone della tua città si è taciuto per oltre un anno sulla non potabilità di un bene primario come l’acqua. La prossima volta non li votare: è Tempo di Lottare».  

Infine, il portavoce del gruppo Matteo Angelucci dichiara: «Abbiamo voluto fare questa azione proprio mentre giunge la notizia di un nuovo buco in bilancio di 60 milioni di euro dal Comune di Roma e mentre, ogni giorno, i cittadini di Roma Nord devono convivere con infiniti cantieri stradali dovuti alle recenti piogge e smottamenti». Del resto, «l’emergenza è tutt’altro che finita: la maggior parte della cittadinanza interessata, si rifornisce nei serbatoi installati nella zona, ma solo per bere. Per l’igiene personale si continua a utilizzare l’acqua all’arsenico. Dov’è il sindaco Marino? Dove sono le istituzioni?».

La domanda sembra bipartisan e oltrepassare gli schemi ideologici: di fronte al benessere della comunità, ci vogliono risposte concrete e fatti, non bastano i “faremo” e gli “indagheremo”. 

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