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Roma a traffico limitato: Raggi & C. insistono. Ma la vogliamo davvero?

Un conto è qualche isola pedonale qua e là. Tutt’altro è incidere drasticamente sull’uso degli automezzi privati

Segnali dal Campidoglio. Anzi: conferme. L’amministrazione capitolina vuole proseguire con le limitazioni all’utilizzo dei veicoli privati, specialmente nel centro storico. O comunque nelle zone di maggior pregio.

Lo stop alla circolazione indiscriminata dei bus turistici è entrato in vigore ieri. Il 28 dicembre scorso, la Giunta ha approvato la delibera 254 che proroga al prossimo 30 giugno il monitoraggio degli accessi, ai varchi Ztl, da parte degli altri automezzi di lunghezza superiore a 7,5 metri: un controllo che sembra preludere all’applicazione di pedaggi o di altre restrizioni. Il 31 dicembre, infine, Virginia Raggi ha pubblicato sulla sua pagina Facebook il seguente post, il cui compiacimento è palese.

“Oggi voglio darvi un aggiornamento importante: nel 2019 lo storico rione Monti nel cuore di Roma avrà la sua isola ambientale, un progetto che abbiamo fortemente voluto e che finalmente potrà vedere la luce. Parliamo di una piccola rivoluzione, un restyling completo della zona con nuove aree pedonali a velocità ridotta e ampliamento e ripavimentazione di marciapiedi e strade. Il quartiere cambierà aspetto e sarà finalmente libero da auto e smog.

Il primo lotto dei lavori, per il quale è stata già bandita la gara, prevede la pedonalizzazione di via Madonna dei Monti, una parziale chiusura al traffico di via Urbana e il rifacimento e ampliamento dei marciapiedi di via dei Serpenti, tra via Panisperna e via Baccina.

Per controllare gli accessi e i transiti saranno installati anche tre varchi elettronici per la Ztl Monti, su via Cimarra, Salita del Grillo e via Panisperna. Ricordo che pedonalizzare vuol dire restituire spazi ai cittadini. È la nostra idea di mobilità dolce e sostenibile: un nuovo modo di vivere il centro della città in aree dal grande valore storico e culturale come il rione Monti, a pochi passi dal Colosseo e da Santa Maria Maggiore”.

Come qualcuno ricorderà, d’altronde, nel programma elettorale del 2016 la questione della mobilità era al primo posto nell’elenco degli undici obiettivi da perseguire. Quelli che erano stati definiti gli “11 passi per portare a Roma il cambiamento di cui ha bisogno”.

Roma a traffico limitato: tra sogno e realtà

In astratto siamo d’accordo tutti, o quasi: sarebbe molto meglio vivere in una città finalmente libera dal traffico congestionato che dilaga pressoché ovunque e che rende così difficile spostarsi.

Ma in concreto?

La domanda che bisogna porsi è se ciò che vagheggiamo sia davvero una Roma reale, in cui vengano introdotti dei forti limiti alla circolazione delle auto private. O se quello che accarezziamo, invece, non sia una specie di sogno. La fantasticheria di una Roma in cui le strade fossero sì molto più sgombre – come per miracolo – ma senza che noi stessi dovessimo rinunciare ad andare in auto dove ci pare. O dove ci serve.

Si deve essere molto chiari, su questo punto. Ridurre il traffico in maniera stabile esige un cambiamento profondo, e tutt’altro che facile, delle nostre abitudini. Al contrario di ciò che abbiamo pensato finora, in città l’utilizzo dell’auto privata dovrebbe smettere di essere la regola e diventare l’eccezione. Il che, inutile girarci intorno, significa non avere più a disposizione quel comodo “bozzolo” in cui siamo soliti accomodarci/ripararci durante i tragitti da un luogo all’altro. Una perdita che potrebbe risultate particolarmente dura da accettare, dopo decenni di spot pubblicitari che ci hanno indotti a vedere le nostre vetture come una via di mezzo tra un vestito (da esibire, se alla moda) e un’estensione della casa in cui abitiamo.

Ciò che sarà essenziale, qualora si vada incontro a una rivoluzione permanente della mobilità urbana, è che gli svantaggi siano compensati dai vantaggi. Il quadro dei pro e dei contro deve essere inequivocabile: okay, ci sorbiamo pure noi l’affollamento degli autobus e delle metropolitane, con i loro orari e tutto il resto che non possiamo decidere a nostro piacimento; ma allo stesso tempo ne ricaviamo dei benefici tangibili, tra cui deve esserci innanzitutto proprio un poderoso potenziamento, ed efficientamento del trasporto pubblico.

Il Campidoglio è “avvisato”: urgono piani tanto ampi quanto dettagliati, tanto precisi in fase di progetto quanto verificati in sede di attuazione, se si intende realmente arrivare a una rivoluzione della mobilità cittadina.

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