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Rolling Stones a Roma. Circo Massimo il giorno dopo: il bilancio

Interrogazione del M5S ed esposto alla Corte dei Conti della lista Marchini. E intanto le polemiche non si arrestano

Non si spegnerà facilmente il fuoco delle polemiche sorte in merito al concerto-evento dell’anno di ieri, quello dei Rolling Stones al Circo Massimo. Dopo il rock ‘n roll targato Jagger e Richards, ciò che resta è, oltre un cumulo di rifiuti – per la rimozione dei quali hanno provveduto a pagare gli organizzatori dell’evento – un po’ di amaro in bocca per la cifra irrisoria per l’occupazione di suolo pubblico: 7.934 euro per una delle aree più prestigiose di Roma.

Alle polemiche, però, il sindaco ha risposto già ieri, sostenendo cheRoma con i Rolling Stones guadagna 25 milioni di euro in un giorno. Questa mattina, sul suo profilo Facebook, il sindaco precisava: “Per eventi futuri l'incasso di Roma aumenterà ancora fino a 10 volte, grazie alla modifica al tariffario per l'occupazione del suolo pubblico prevista nel mio primo bilancio, approvato in giunta il 30 aprile. Ora vorrei che ci concentrassimo su questo: stiamo riportando Roma sulle mappe degli eventi internazionali, 50mila biglietti su 70mila sono stati venduti a persone non romane e non italiane. Sono 50mila persone che hanno mangiato, visitato i nostri musei e dormito nella nostra città, per un indotto di milioni di euro. Questa è la ricchezza che vogliamo, per tutta Roma”.

Di contro, però, la chiusura dell’intera area già dal pomeriggio di sabato, con la conseguenza che i commercianti di zona devono ancora capire se questo grande evento gli sia convenuto o meno, come ha denunciato anche il Codacons. Ma, al di là del dato reale, che non può essere valutato tout court – non ci risulta siano state registrate file interminabili ai Musei ieri – ma deve essere analizzato una volta tratte le somme, e quindi non certo questa mattina, resta l’interrogativo: è stato giusto non solo svendere il nostro patrimonio artistico ma anche concedere proprio la location del Circo Massimo?

Sui social network gli utenti si scatenano. C’è chi ironizza e chiede al sindaco un incontro per fissare la data del proprio matrimonio, da celebrare all’interno del Circo Massimo; c’è chi fa delle valutazioni di merito – uno studente di archeologia si indigna per aver visto il “Circo Massimo svenduto così per due soldi, per una funzione che nemmeno gli appartiene, e a pochi passi dalle fragili rovine del Palatino”; c’è chi poi scende in campo per difendere il sindaco sostenendo che non sia colpa sua se il tariffario attuale prevede nemmeno 8mila euro per l’occupazione di suolo pubblico e intanto applaude alla decisione di aver aumentato del mille per cento proprio queste tariffe. E allora altri insorgono e si mettono dalla parte dei commercianti, i quali ne risentiranno. Insomma, non c’è pace: una polemica tira l’altra e giù a catena commenti indignati a non finire. Perché c’è anche chi si chiede se “servivano i Rolling Stones per tenere aperta la metro fino all’1.30 di notte”. Insomma, come sempre, Roma si mostra efficiente quando a farne le spese non sono le casse del Comune, segno evidente che politiche serie non esistono – basti guardare al 'caso Colosseo', scoppiato in occasione de La Notte dei Musei 2014. Altrimenti si saprebbe come investire i pochi sodi che ci sono per trarre profitti, senza chiedere ai 24mila dipendenti del Comune di Roma di sacrificarsi per risanare il deficit della nostra città. O peggio ancora, non ci sarebbe bisogno di installare degli autovelox con la scusa di educare alla velocità su strada, visto che tra il momento in cui la multa viene comminata e quello in cui il destinatario se la vede recapitare a casa possono passare anche 6 mesi. 6 mesi nei quali il ‘pirata della strada’ – perché così pare siano considerati anche quelli che viaggiano a 70 km7/h – continua ad operare il ‘male’ indisturbato.

Ma torniamo al Circo Massimo. Il sindaco parla, dunque, di un indotto di 25 milioni di euro. Indotto non ancora accertato, ma di cui qualcuno già chiede il conto. Il gruppo consiliare capitolino M5S, infatti, ha depositato un’interrogazione nella quale si mettono in evidenza anche i contro di un evento che, comunque, è stato spettacolare. Tra questi, i disagi dovuti, come abbiamo detto, alla chiusura eccessivamente anticipata delle strade, alle modifiche al trasporto pubblico in una zona nevralgica come quella del Circo Massimo. Si passano poi in rassegna i costi sostenuti dagli organizzatori dell’evento per i servizi erogati dal Comune di Roma che, come abbiamo detto sono pari a circa 176mila euro, così suddivisi: 101mila euro, fanno sapere dal Campidoglio, andranno all'amministrazione comunale e alle municipalizzate: circa 8.000 euro verranno incassati per l'occupazione di suolo pubblico dell'area del Circo Massimo, 40.000 per i servizi della polizia municipale, 23.000 per il prolungamento della metro B e 30 mila per l'Ama, l'azienda dei rifiuti. A questo si devono aggiungere45mila euro per i bagni chimici e 30mila euro per le ambulanze e i servizi sanitari.

A fronte di tutto questo, i consiglieri Frongia, De Vito, Raggi e Stefàno (M5S), chiedono al sindaco Marino e all’assessore competente: “il totale degli importi (e relativi titoli) incassati da Roma Capitale e dalle aziende municipalizzate; il totale dei costi sostenuti da Roma Capitale per far fronte all’organizzazione dell’evento; il rendiconto relativo ai costi dell’occupazione di suolo pubblico”.

Anche la lista Marchini chiede il conto dell’evento di ieri. “Abbiamo dato mandato a un legale di predisporre l'esposto alla Corte dei Conti per danno erariale riguardo il canone di occupazione suolo pubblico percepito dal Comune di Roma per il concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo. Il problema non è la tariffa ma soprattutto il fatto che il Comune abbia fatto pagare l’organizzazione per un solo giorno, quello del concerto, e non per gli 11 precedenti necessari all'allestimento né per i 2 successivi, dedicati allo smantellamento. In quel caso avremmo incassato oltre 100mila euro, e non 7.934, come è successo. Il canone, inoltre, sembra sia stato calcolato solo per 3.300 metri quadri, mentre ad essere invasa è stata l'intera area del Circo Massimo, di oltre 60mila mq” – scrive il capogruppo in Campidoglio Alessandro Onorato, che spiega di aver “presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere tutti i dati necessari ed entro la settimana presenteremo l'esposto”.

Onorato sottolinea di non essere contrario “al concerto di per sé, ma il Comune doveva pretendere almeno il dovuto, senza sconti e senza interpretazioni ‘allegre’ della normativa. Con i fondi che il sindaco Marino non si è fatto dare, avremmo potuto pagare la ristrutturazione di una delle tante scuole che cadono a pezzi o gli interventi di restauro per lo stesso Circo Massimo”.

“La realtà – conclude – è che questo concerto poteva essere una grande opportunità per Roma, ma per colpa dell’improvvisazione del sindaco e della sua giunta sarà solo l'ennesima occasione persa”.

E intanto, mentre si attende la risposta all’interrogazione ci si chiede come è possibile che il Circo Massimo non solo venga svenduto al miglior offerente, ma anche come sia possibile che nessuno si sia accorto della presenza di un monolite, proprio nello stesso luogo, per due mesi. Il monolite, come abbiamo spiegato, era stato installato dall’artista Francesco Visalli come forma di protesta, ed è rimasto lì finché non si è dovuto autodenunciare perché nessuno, tra chi-di-dovere, si era accorto della presenza di un monumento abusivo al centro di Roma, lì, dove di abusivo c’è anche, perenne, il camion-bar. Il monolite, precisiamo, in occasione dell’evento del 31 dicembre, è stato addirittura transennato dopo il sopralluogo. E allora, gli interrogativi non riguardano solo l’importo, ridicolo e misero. Ma sono altri: qualcuno ha idea di cosa farsene di questa città?

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