Prima pagina » Politica » Riforma della giustizia, in vista del referendum si affilano già le armi

Riforma della giustizia, in vista del referendum si affilano già le armi

La separazione delle carriere e l’indipendenza dei magistrati sono al centro del dibattito: per dirimere il quale, però, in fondo basta una considerazione molto semplice…

Riforma della giustizia

Giustizia (© Sang Hyun Cho / Pixabay)

La riforma della giustizia voluta dal Governo del Premier Giorgia Meloni è legge, ma solo un pochino. Dopo l’approvazione definitiva del Parlamento, infatti, molto probabilmente il testo dovrà essere sottoposto a referendum (che, come ricorda Il Riformista, non è obbligatorio). In vista del quale tutti i diretti interessati, anche e soprattutto al di fuori della politica, hanno già iniziato ad affilare le armi.

Riforma della giustizia
Giustizia (© Sang Hyun Cho / Pixabay)

Verso il referendum

Il ddl costituzionale approntato dal Guardasigilli Carlo Nordio è da tempo oggetto di un’accesa discussione, e molto ancora se ne potrebbe dire e scrivere. Si potrebbe per esempio argomentare, come ha variamente fatto l’Associazione Nazionale Magistrati, che esso attenta all’autonomia e all’indipendenza delle toghe, assoggettando i Pubblici Ministeri all’esecutivo. O che uno dei suoi capisaldi, la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, come riporta Pagella Politica era un progetto della P2.

Il Ministro della giustizia Carlo Nordio
Carlo Nordio (immagine dalla sua pagina Facebook)

D’altra parte, si può obiettare che questo è il meccanismo più comune nei Paesi europei, a partire da Germania e Francia. O che il “piano di rinascita democratica” di Licio Gelli prevedeva pure taglio dei parlamentari e abolizione delle province, realizzati senza che nessuno scomodasse la massoneria. O ancora, come ha sottolineato l’ex PM Antonio Di Pietro al Riformista, che il «rischio di subordinazione del potere giudiziario» al potere politico semplicemente «non esiste».

Antonio Di Pietro
Antonio Di Pietro (immagine dalla sua pagina Facebook)

Le posizioni sulla riforma della giustizia

Peraltro, il simbolo di Mani Pulite notava altresì, in un’intervista al Corsera, che il sorteggio del CSM «toglierà un potere fondamentale alle correnti» responsabili del “Palamaragate”. E ha rimarcato pure che l’Alta Corte di Giustizia sottrarrà al Consiglio Superiore della Magistratura la facoltà di giudicare se stesso e i propri membri.

Luca Palamara, giustizia, magistratura
Luca Palamara (© Annalisa Donati / Wikimedia Commons)

Inoltre, si potrebbe aggiungere che una netta divisione dei percorsi professionali era preconizzata, se non addirittura auspicata anche da Giovanni Falcone. Che è la miglior garanzia di una vera terzietà del giudice rispetto al delegato dell’accusa. O che con la modifica della Carta, come ha rivelato Il Giornale, il sindacato delle toghe dovrà sciogliersi o rifondarsi, perché non potrà rappresentare due ordini distinti.

Giovanni Falcone
Giovanni Falcone (1939-1992). © Leonmancus / Wikimedia Commons

In fondo, però, per circoscrivere il dibattito non servono tanti orpelli o sofismi. È sufficiente la considerazione che, se l’ANM è contraria, significa che la riforma della giustizia è giusta.