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Rifiuti, tu chiamala se vuoi emergenza

Marino non sa dove mettere i rifiuti, alcuni sono già in Municipio VI

“Tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti. Due sono le soluzioni: o Roma sarà coperta di rifiuti o dovremo portarli negli impianti di Cerroni”. Così tuonava qualche giorno fa il sindaco Marino, in merito all’emergenza rifiuti nella Capitale.
I timori del sindaco sono arrivati direttamente in Procura, dove Marino, affiancato dal vicesindaco Nieri, ha chiesto ai magistrati di dissequestrare gli impianti Tmb di Malagrotta, di proprietà di Manlio Cerroni.

E di fronte alle preoccupazioni del sindaco, c’è chi fa ‘ironicamente’ osservare che quella dei rifiuti è già un’emergenza, non c’è bisogno di aspettare il 26 maggio.
“Le foto che continuano ad arrivare al nostro Comitato sulla situazione rifiuti a Roma è imbarazzante, un degrado vergognoso, condizioni igienico-sanitarie preoccupanti e intanto, dopo il pagamento della Tares, la rabbia e la frustrazione dei cittadini romani aumenta di ora in ora” – questa la denuncia del Comitato DifendiAmo Roma. Che aggiunge: “Marino non sa dove mettere i rifiuti, alcuni sono già ammassati nei pressi dei cassonetti della città”.

Un esempio per tutti: nel VI Municipio, in Via Michele Buonori, “dove i cassonetti quasi non si vedono più” – spiegano gli esponenti del Comitato.

“Ai disservizi Ama così si aggiunge un’emergenza rifiuti che i cittadini sentono come pilotata, frutto di immobilismo e di decisioni mai prese e la città più bella del mondo rischia il caos, il degrado totale e la vergogna internazionale. Dalle periferie arrivano foto sconcertanti, ci chiediamo a questo punto cosa debbano attendersi nelle prossime ore i cittadini della Città Eterna” – conclude il Comitato.

Eppure, qualche giorno  fa il MoVimento 5 Stelle aveva spiegato che “l’ex Commissario Sottile, negli ultimi giorni del suo mandato ha concesso l'AIA ai due TMB del rifiuto indifferenziato operanti a Malagrotta”.
“Dai documenti analizzati – spiegava il MoVimento – è emerso che si è svolta una Conferenza dei Servizi sull'inceneritore, sempre sito a Malagrotta, senza coinvolgere le associazioni e i comitati locali, aggirando così lo spirito della legge Seveso. I vecchi piani vanno comunque avanti – concludevano – nonostante le inchieste che hanno minato la credibilità di molti soggetti”.

Ma c’è dell’altro. Riccardo Magi (radicale in Lista Civica Marino al Campidoglio) aveva denunciato che nel 2013 gli impianti di trattamento meccanico biologico, sia pubblici (via Salaria e Rocca Cencia) sia privati (Malagrotta 1 e Malagrotta2), avevano operato in realtà solo 280 giorni su 365.

Inoltre, proprio a Rocca Cencia l’impianto di selezione multimateriale, costato circa 24 milioni di euro, è inattivo, a causa di un incidente, da 4 anni. Risultato: le tonnellate di multimateriale scaricate vengono ammassate in maniera indistinta per poi essere trasferite altrove, con ulteriori costi per Ama e per i cittadini. “Solo nel primo semestre del 2013 – si legge in un’interrogazione presentata dai 5 Stelle capitolini – oltre 20mila tonnellate di multimateriale che sono arrivate a Rocca Cencia sono state ammassate nell’impianto per poi essere trasferite altrove”.  

Sicuri si tratti di emergenza?

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