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Rifiuti Roma, caos: la Raggi fa dietrofront, Zingaretti pronto a commissariarla

M5S in rivolta per la discarica a Valle Galeria, il sindaco con le spalle al muro scappa. E, come sempre, i Romani pagano l’incapacità della giunta grillina

Sembrava troppo bello per essere vero. E infatti è stato una specie di sogno di una notte di inizio inverno. Protagonista, ancora, il sindaco della Capitale Virginia Raggi, con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti a fare per l’occasione da sparring partner.

La trama di questa tragicommedia parte sempre dalla vexata quaestio dei rifiuti di Roma, che pareva essere stata risolta – o almeno tamponata – con la delibera di giunta licenziata a poche ore dal termine del 2019, in cui era indicata come area per la nuova discarica comunale la cava di Monte Carnevale, nel cuore della Valle Galeria, territorio del Municipio XI. Pareva, appunto, perché la decisione ha scatenato la furia dei grillini contrari all’idea di un impianto che sorgerebbe a due chilometri dall’ex sito di Malagrotta.

Una fronda che potrebbe mettere a rischio la stessa maggioranza pentastellata in Aula Giulio Cesare, oltre ai vertici dei distretti XI e XII che hanno già minacciato di dimettersi: una reazione a catena che ha indotto il primo cittadino a valutare il congelamento dell’iter da lei stessa varato, e a prendere in considerazione l’ipotesi di trovare un’altra location.

Curioso che lo stesso effetto non lo avessero sortito le proteste dei residenti degli stessi Municipî. Il Comitato Valle Galeria Libera, per esempio, aveva ottenuto un incontro col sindaco che si preannunciava piuttosto burrascoso: ma, dopo un’attesa di quasi otto ore, i rappresentanti locali si sono trovati fronte due consiglieri comunali e la delegata ai rifiuti Valeria Allegro, che hanno portato loro le scuse di Virgy «che aveva un altro impegno e quindi è dovuta scappare», come precisato da una nota dello stesso comitato. Evidentemente, a Monte Carnevale ogni scherzo vale.

Per buona misura, poi, la Raggi ha pensato bene di assentarsi dall’Urbe per qualche giorno, affidando tutti i poteri al vicesindaco Luca Bergamo fino all’Epifania. Tempismo perfetto, ma in fondo le ferie sono sacre, soprattutto per gli adepti del M5S: e se a Rocco Casalino era toccato saltare il Ferragosto per un’inezia come il crollo del ponte Morandi a Genova, non sia mai che il sindaco di Roma debba rinunciare al Capodanno per un’altra sciocchezzuola quale il caos rifiuti nella Capitale d’Italia.

Perché, anche se Ama (la municipalizzata capitolina che dovrebbe occuparsi della spazzatura) continua a spergiurare di avere «tutto sotto controllo», la realtà è che la raccolta dell’immondizia è in tilt dallo scorso 24 dicembre, e le montagne di pattume esondano ormai sui marciapiedi e sulle strade praticamente in qualunque quartiere della Città Eterna. E questa non è che la punta dell’iceberg rispetto a quanto accadrà dal 15 gennaio, quando verrà chiusa la discarica di Colleferro.

Anche per questo Zingaretti è (di nuovo) su tutte le furie. Tanto che, dopo un paio di settimane di tregua, in via Cristoforo Colombo si è tornato a parlare insistentemente del possibile commissariamento del Campidoglio in relazione alla scelta degli impianti. Un’eventualità che ormai, tanto per dare un’idea dell’esasperazione diffusa, è condivisa perfino da alcuni esponenti del MoVimento alla Pisana.

«Spero che il prima possibile la Regione si sostituisca ai poteri di Roma» ha dichiarato per esempio un furibondo Marco Cacciatore, presidente grillino della Commissione Rifiuti del Lazio.

Non è escluso che lo speri la stessa Raggi, per vedersi così tolte le castagne dal fuoco. Mentre è certo che se lo stiano augurando i cittadini romani che, come al solito, stanno pagando – e rischiano di pagare in maniera perfino più seria – l’inerzia di quella che si conferma una “giunta Spelacchio”: stretta tra l’aderenza a un’ideologia folle e demenziale e le concrete esigenze della realtà, mentre si crogiola nel riflesso della propria inesorabile incompetenza.

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