Rieti, Real Sebastiani–Pistoia: nove DASPO agli ultras reatini dopo la morte dell’autista del pullman
Rieti, nove DASPO agli ultras dopo i disordini post Real Sebastiani–Pistoia e la morte dell’autista del pullman. Misure fino a otto anni

Il clima è ancora teso a Rieti dopo i gravissimi fatti seguiti alla partita di basket tra Real Sebastiani e Pistoia Basket 2000. A pagarne il prezzo più alto è stato l’autista del pullman della tifoseria ospite, morto in circostanze drammatiche dopo i disordini scoppiati fuori dal palasport.
La risposta delle autorità non si è fatta attendere: il Questore di Rieti, Pasquale Fiocco, ha emesso nove provvedimenti di DASPO nei confronti di ultras della curva reatina, ritenuti responsabili o coinvolti negli episodi di violenza.
Una decisione che segna un punto fermo nella gestione dell’ordine pubblico e che, ancora una volta, mette sotto i riflettori il tema della violenza legata al tifo organizzato.
DASPO a Rieti: 9 tifosi colpiti dal provvedimento
I provvedimenti emessi vietano agli ultras reatini di accedere agli impianti sportivi per un periodo che varia dai cinque agli otto anni. Otto supporters resteranno lontani dai palazzetti per cinque anni, mentre per un nono, già sottoposto a DASPO in passato, il divieto sarà ancora più lungo: otto anni, in seguito alla recidiva e alla violazione delle prescrizioni.
Tre degli indagati, già in carcere nell’ambito delle indagini per l’omicidio dell’autista, riceveranno la notifica del procedimento direttamente in istituto penitenziario. Un segnale chiaro: non ci sarà alcuna tolleranza per chi trasforma lo sport in un terreno di scontro.
La tragedia dell’autista: un simbolo di violenza cieca
Il decesso dell’autista del pullman della tifoseria pistoiese rappresenta il punto più tragico di una serata degenerata in pochi minuti. L’uomo, estraneo a dinamiche di rivalità calcistiche o cestistiche, è diventato la vittima innocente di una spirale di violenza che nulla ha a che vedere con la passione sportiva.
Un episodio che ha scosso l’intera comunità reatina, oltre alla città di Pistoia e al mondo della pallacanestro italiana. La Federazione e numerose società hanno espresso cordoglio alla famiglia e condanna per i fatti, ribadendo la necessità di isolare la frangia violenta del tifo.
Sicurezza sotto la lente: la linea dura del Questore Fiocco
Le indagini della Polizia di Stato hanno permesso di raccogliere elementi precisi sul ruolo di alcuni ultras negli scontri post partita. Alla luce delle risultanze, il Questore Fiocco ha scelto la via del pugno duro, applicando uno strumento – il DASPO – che negli ultimi anni è diventato centrale per la prevenzione di disordini in ambito sportivo.
A Rieti, dove la pallacanestro è un punto di riferimento per la comunità, la sicurezza degli impianti diventa ora una priorità assoluta. Nei prossimi incontri sono previsti controlli più serrati e una maggiore presenza delle forze dell’ordine, per evitare che la situazione degeneri ancora.
Reazioni a Rieti: condanna e paura
Le reazioni in città sono state immediate. C’è chi applaude alle decisioni delle autorità, ritenendo giusto punire chi si rende protagonista di violenze che nulla hanno a che fare con lo sport. Altri, invece, temono che episodi come questi possano danneggiare l’immagine della Real Sebastiani e della città stessa, rischiando di allontanare famiglie e tifosi corretti dai palazzetti.
Molti cittadini, attraverso i social, hanno espresso cordoglio per la vittima e chiesto pene esemplari. Le istituzioni locali hanno garantito piena collaborazione con le forze di polizia, ribadendo che la sicurezza dei cittadini viene prima di tutto.
DASPO: come funziona e perché è stato applicato
Il Divieto di Accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive è uno strumento amministrativo che mira a impedire a soggetti violenti o pericolosi di entrare in stadi e palazzetti. La sua violazione comporta conseguenze penali e, in caso di recidiva, può essere esteso fino a otto anni, come accaduto in questo caso.
Per le autorità, il DASPO non è soltanto una punizione, ma una misura di prevenzione che riduce il rischio di nuovi episodi. A Rieti, la sua applicazione appare inevitabile, vista la gravità dei fatti e la volontà di dare un segnale netto contro la violenza.
Sport e violenza: un bivio per la pallacanestro italiana
La vicenda di Rieti non può essere ridotta a un episodio isolato. Mette in luce un problema più ampio: il rapporto tra sport e violenza, che non riguarda solo il calcio ma tocca ormai anche la pallacanestro. La morte dell’autista diventa un campanello d’allarme: non si può più sottovalutare il rischio che le curve diventino terreno fertile per episodi gravi. Il basket italiano, da sempre visto come ambiente più “pulito” rispetto al calcio, è ora chiamato a reagire con fermezza.