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Reddito di cittadinanza, ecco le modifiche del governo Meloni

Secondo il governo Meloni il sussidio dovrà essere assegnato principalmente a quelle famiglie con minorenni o disabili a carico

Reddito di cittadinanza

Reddito di cittadinanza

Già dalla campagna elettorale erano state preannunciate importanti modifiche al Reddito di cittadinanza. Oggi il governo Meloni è stato impegnato, insieme ai sindacati convocati dalla stessa premier, per disegnare al meglio le nuove linee guida del sussidio. 

Cosa prevede la Meloni

Il reddito di cittadinanza, ideato dal Movimento 5 Stelle, non resterà in funzione ancora a lungo. L’attuale presidente del Consiglio ha dichiarato in precedenza che per lei “uno Stato giusto fa assistenzialismo verso chi non può lavorare” e ha paragonato “l’assegno di solidarietà ad uno strumento di welfare”. 

Il sussidio sarà quindi sostituito da un nuovo strumento di welfare destinato solo alle categorie più fragili, impossibilitate a lavorare. Gabriele Fava, avvocato giuslavorista, specifica: “Si tratta di un intervento fino a 650 euro a famiglia con ISEE inferiore a 15mila euro. Le categorie interessate sono quelle famiglie dove c’è una persona al di sopra dei 60 anni, quelle con minorenni a carico o con disabile a carico”. 

Le parole di Durigon

Il Reddito di Cittadinanza, inoltre, verrà rinnovato per periodi sempre più brevi e non sarà a vita. L’assegno con il passare del tempo calerà e coloro che rifiuteranno una sola offerta di lavoro lo perderanno per sempre. Sono queste le novità che ha presentato il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.

Inoltre, si starebbe pensando di istituire una durata massima. Durigon ha dichiarato al Corriere della Sera: “Il sussidio non può essere a vita. Va fissato un termine oltre il quale non si può andare, un po’ come con la Naspi”. 

La riforma della Lega

La riforma portata dalla Lega prevede che se dopo 18 mesi il percettore non ha ancora trovato un lavoro, il sussidio verrà sospeso e il cittadino sarà introdotto in un percorso di sei mesi di politiche attive del lavoro. Nell’arco di questi mesi, il lavoratore sarà sostenuto economicamente dal Fondo sociale europeo. Se, dopo la formazione, non riuscirà nuovamente ad entrare nel mondo del lavoro, il percettore per i sei mesi successivi non potrà richiedere il sussidio. Al termine di questi mesi potrà fare nuovamente richiesta, ma riceverà l’aiuto economico con un taglio del 25% e una durata di 12 mesi durante i quali continuerebbe la sua formazione.