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Recovery Fund, come spenderlo? Investire in infrastrutture stradali e digitali

Recovery Fund: le risorse arriveranno, adesso sta a noi non sbagliare progetti, non affastellare programmini sconclusionati

Recovery Fund, ponte crollato

Recovery Fund, ponte crollato

In questa dibattuta faccenda del Recovery Fund il controllo europeo sarà a monte e a valle, prima durante e dopo l’operazione economica. Questo significa garanzie per i cittadini italiani da parte dell’Europa, anche attraverso il controllo incrociato tra stati, dove l’Olanda verifica come agisce l’Italia e l’Italia verifica come agisce l’Olanda.. Perché purtroppo sappiamo che la classe politica e dirigente italiana è spesso incline allo spreco e allo sperpero. È infatti uno dei punti dolenti della storia italiana.

Le condizioni che alcuni giudicano dure, non sono né pesanti né lievi, sono semplicemente ciò che si accetta quando si ottiene un prestito, altrimenti rifiuti il prestito. Questi soldi, vanno ora tutelati da coloro che magari pensano di utilizzarli per fare carriera politica e interessi personali piuttosto che investirli nella cosa pubblica.

Recovery fund: rilanciare il turismo e salvare il paese

I problemi del nostro paese sono molti ma credo che questo denaro vada investito in due tipi di infrastrutture: l’infrastruttura stradale e l’infrastruttura digitale. L’infrastruttura stradale sono tutti quei lavori di ristrutturazione potenziamento di collegamenti, strade, ponti ecc, mentre occorre anche una ristrutturazione digitale dell’Italia, di tutte quelle connessioni che snelliscano burocrazia, procedure, code agli uffici. Le risorse arriveranno, adesso sta a noi non sbagliare progetti, non affastellare programmini sconclusionati.

Bisogna avere una visione d’insieme per rilanciare il paese, che generi turismo e così altro denaro. Rimettere in sesto monumenti, chiese, luoghi di valore turistico e culturale, riqualificazioni del territorio e naturalmente anche le scuole: sono molte quelle in condizioni fatiscenti. Interventi contro terremoti e rischi idrogeologici. Dobbiamo, a mio avviso, lavorare su strutture stradali del dopoguerra, che ormai sono alla fine della loro vita e devono essere messe in sicurezza. Dobbiamo avere la lucidità e capacità di scegliere obiettivi nazionali e poi portarli avanti.

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