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Povera Elly. La Schlein si sforza ad apparire quella che non è

La domanda è elementare e a carico non soltanto del PD ma di ogni altro partito. Perché mancano veri leader politici?

Effetto Schlein, Friuli

Effetto Schlein

Attenzione: non stiamo parlando di ciò che esse pensano e di come si schierano riguardo ai vari problemi della politica interna ed estera. Il punto è un altro. Ed è cruciale. E c’è davvero da riflettere sul perché, specialmente dalle parti del PD e della “stampa amica” a cominciare da Repubblica, ci si ostini a non prenderne atto. O, ancora peggio, a fare finta di non capirlo.

Elly Schlein, i leader politici non s’inventano a tavolino

Il nocciolo della questione è che i leader non si inventano a tavolino e che certe qualità non si possono acquisire solo perché sono necessarie per ricoprire adeguatamente il ruolo che ci si è trovati a occupare.

Tanto più se questa posizione di vertice, come è appunto accaduto all’attuale segretaria del PD, non è stata l’esito naturale di un’ascesa progressiva ma è arrivata in maniera alquanto inattesa e comunque artificiosa. Vedi la sua candidatura, quando non aveva nemmeno la tessera del partito che aspirava a guidare, e il sorprendente exploit del voto dei gazebo che ribaltò l’indicazione degli iscritti, favorevoli a Bonaccini.

Piaccia o non piaccia, a chi ha un’avversione viscerale per ciò che consente a degli specifici individui di svettare sugli altri, ci sono talenti che non si insegnano e percorsi di affinamento, solitamente lunghi, ai quali non è possibile sottrarsi. L’amalgama vincente delle attitudini di partenza e delle esperienze successive non è un risultato garantito a priori, ma un processo pieno di variabili e di incognite.

Non si tratta di una formula. E men che meno di una formuletta che può essere applicata con successo da un qualsiasi tecnico di laboratorio.

Si tratta di un’alchimia. Misteriosa per certi versi. Instabile per altri. Ma legata in modo decisivo, sempre e comunque, alle doti particolari di chi vi si cimenta.

Funzionari, a dir tanto

La domanda è elementare. Ma il fatto che lo sia costituisce un’aggravante. A carico non soltanto del PD ma di ogni altro partito, e ormai sono pressoché la totalità, che si ritrovi in condizioni analoghe.

La domanda è: perché non riescono a esprimere delle individualità davvero di spicco? Ossia, per tornare al punto di partenza, dei leader?

La risposta è altrettanto netta. E altrettanto ignorata.

Il motivo per cui non sono in grado di farlo è che funzionano, si fa per dire, come delle strutture di potere. Nelle quali chi è dentro si preoccupa innanzitutto di restarci il più a lungo possibile e con vantaggi via via maggiori. Mentre chi vorrebbe entrarci sa perfettamente che l’unico modo per avanzare di grado, e di privilegi, è ingraziarsi i capi e i capetti di turno. In attesa, con molta pazienza e circospezione, dell’occasione propizia per farli fuori. O almeno per sopravanzarli.

Il cemento, insomma, non sono le idealità ma il tornaconto. Mentre una volta, al tempo delle tanto vituperate ideologie, ci si avvicinava alla politica attiva con lo slancio della militanza, negli ultimi decenni la molla principale è che vi si vede un ambito di carriera.

La parola d’ordine, quindi, è far capire al di là di ogni ragionevole dubbio che si è fatti della medesima pasta di chi si è dedicato allo stesso tipo di lavoro. O, per meglio dire, allo stesso tipo di business.

Politica? Ma no: marketing

La conseguenza, inevitabile, è che l’indipendenza di giudizio e l’autonomia dai gruppi preesistenti vengono percepiti come il fumo negli occhi. Anche se in prospettiva potrebbero diventare un potente fattore di vitalità e di crescita, ciò che prevale è il timore, immediato ma tutt’altro che transitorio, di uno scossone. Di un pericolo. Di un cambiamento sostanziale delle regole del gioco.

Inoltre, e questo vale principalmente proprio per il PD e per chiunque altro sia succube degli assetti oggi dominanti e imperniati sul modello mercatista e sulla finanza speculativa, i margini di manovra sono ridotti/annichiliti dalla sudditanza nei confronti dell’establishment internazionale. Se devi rimanere allineato ai voleri altrui, che bisogno c’è di elaborare visioni innovative dei rapporti economici e sociali?

Nessuno.

Al massimo, ti si chiede di essere bravo nel marketing. Ossia nel promuovere con qualche trovata efficace le solite merci: confezioni aggiornate e suggestive nel tentativo di deviare l’attenzione dai difetti di fabbrica, e di progetto, che stanno diventando sempre più evidenti.

Ecco: Elly Schlein è un prodotto di tutto questo. Che si stia dando un gran da fare nel tentativo di apparire convincente, non c’è dubbio. Ma le lacune di partenza rimangono. E semmai si aggravano. Fateci caso: ogni volta che apre bocca c’è un che di forzato. Di preparato per l’occasione. Di sciorinato con puntiglio e niente più.

Studiare la lezioncina da scandire ai microfoni non basta. Non sei nemmeno la secchiona della classe: sei la secchietta.

Gerardo Valentini – presidente Movimento Cantiere Italia