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PNRR a 2 anni dall’approvazione è ancora un mistero. Facciamo chiarezza

Più o meno abbiamo capito che si tratta di un aiuto europeo alla ripresa economica e sociale dell’Italia dopo la pandemia

Roma, via Condotti

Roma, via Condotti

Una sigla complicata, per un programma ancora più complesso, però determinante per il futuro dell’economia italiana e la necessità di stare al passo con altri Paesi Europei.

La sigla appare sui giornali e viene pronunciata continuamente nei talk show politici. Sappiamo che sono tanti soldi per ammodernare l’Italia e darle nuovo impulso, per uscire dalla crisi in cui la pandemia ha gettato il nostro e gli altri Paesi europei. Sappiamo che tutte le missioni, le opere e gli investimenti devono essere completati per il 2026. Non sappiamo di fatto cosa stiano esattamente facendo adesso e dove stiamo perdendo tempo, perché l’impressione che abbiamo, per via del nostro passato, è che ci siano intoppi e ritardi per i quali non si riesce a trovare una soluzione. Spero di sbagliarmi e spero che arriveremo a quella data con i compiti fatti bene, ma…

Cos’è il Pnrr?

Se ne parla da anni di questo PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Più o meno abbiamo capito che si tratta di un aiuto europeo alla ripresa economica e sociale dell’Italia dopo la pandemia.  Ufficialmente si tratta del programma con cui il governo intende gestire i fondi del Next Generatio Eu. Cioè lo strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione europea per risanare le perdite causate dalla pandemia. Redatto dall’allora governo Draghi, sulla base degli obbiettivi raggiunti in sede europea dal precedente governo Conte 2, e approvato dalla commissione europea nel giugno 2021, il Pnrr italiano ha una struttura molto, troppo, articolata per esporla in un articolo e farla comprendere ai non addetti ai lavori. Proveremo a sintetizzare.

Sono destinati all’Italia 191,5 miliardi di euro

Le risorse destinate all’Italia ammontano a 191,5 miliardi di euro. Di questi la maggior parte  (122,6 miliardi) sono prestiti che dovremo restituire alla Ue. Ancora però non sappiamo a quale tasso di interesse dovremo restituirli! Gli interessi invece abbiamo già iniziato a pagarli. La restante parte (68,9 miliardi) sono a fondo perduto. A queste risorse si aggiungono 30,62 miliardi dalle casse dello Stato Italiano. Un fondo complementare per finanziare alcune misure previste nel Pnrr e realizzare nuovi interventi. In particolare 54 dei 292 investimenti previsti.

Oltre agli investimenti, il Pnrr finanzierà 66 riforme, in totale sono quindi 358 le misure di intervento. Ciascuna ha una scadenza da rispettare, trimestralmente saranno verificate, in un percorso che va dal 2021 al 2026, anno del completamento del progetto. Pena la decadenza delle parti di prestito concesse e non utilizzate. I paesi beneficiari hanno l’obbligo di investire almeno il 37% delle risorse ricevute in misure per l’ambiente e il clima e il 20% per la transizione digitale. Se non lo fanno, nei tempi previsti, i fondi non vengono erogati.

Responsabili dell’attuazione del progetto sono di regola Ministeri e dipartimenti della Presidenza del Consiglio. Alcuni più di altri. Il Ministero delle infrastrutture (Salvini – Lega) è titolare di 72 misure per 49,5miliardi di euro. Il Ministero dell’Ambiente (Pichetto Fratin – Forza Italia) è responsabile di 41 interventi del valore di 39,2 miliardi.

Secondo la Commissione Ue il piano favorirà un incremento del Pil tra l’1,5% nel 2021 e il 2,5% nel 2026.

PNRR italiano: gli obiettivi da raggiungere

Sono i tre assi strategici su cui si fonda il Next Generation EU, ovvero la transizione digitale e innovazione, la transizione ecologica, l’inclusione sociale e riequilibrio territoriale. In altre parole si tratta di accelerare il processo di innovazione e digitalizzazione che vede l’Italia molto indietro rispetto agli altri Paesi d’Europa, sia a livello pubblico che privato.

Avviare la struttura dello Stato verso un sistema che tenga in maggior conto i problemi ambientali ed ecologici, quindi il ricorso alle fonti energetiche sostenibili, abbandonando progressivamente quelle fossili (carbone e petrolio). Ridurre le emissioni nocive e contrastare il dissesto territoriale.

Favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, l’occupazione (soprattutto giovanile) e l’imprenditorialità femminile, migliorare la coesione territoriale contrastando le discriminazioni di genere.

Le 6 missioni, componenti e investimenti

La prima missione. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

Obiettivi: digitalizzazione della Pubblica Amministrazione per rendere più semplice ed economica la corrispondenza con cittadini e imprese, rilancio del turismo, creazione di Reti più veloci su tutto il territorio nazionale.

Più in generale, la missione 1 del PNRR italiano ha l’obiettivo di modernizzare il Paese e si suddivide in 3 componenti per 40,29 mld:

Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione: 9,72 mld

-Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo: 23,89 mld

-Turismo e cultura 4.0: 6,68 mld

Missione 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica

Obbiettivi: potenziare la rete di raccolta differenziata, ottimizzare gli impianti di riciclo materiali, semplificare le procedure di autorizzazione delle energie rinnovabili, migliorare l’affidabilità della rete elettrica e ridurre le perdite della rete idrica e si suddivide in 4 componenti per 59,46 mld:

-Agricoltura sostenibile ed economia circolare: 5,27 mld

-Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile: 23,78 mld

-Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici: 15,36 mld

-Tutela del territorio e della risorsa idrica: 15,05 mld

Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile

La missione 3 del PNRR italiano ha l’ambizione di migliorare e rendere sostenibili strade, porti, aeroporti e ferrovie, soprattutto nelle Regioni del Sud e nel tempo massimo di 5 anni. Le sue 2 componenti riguardano, per 25,30 mld:

-Investimenti sulla rete ferroviaria: 24,77 mld

-Intermodalità e logistica integrata: 0,63 mld

Quest’ultima voce va spiegata meglio. Si tratta di aumentare la capacità di alcuni aeroporti, digitalizzare la catena logistica, dare un efficientamento energetico, elettrificare le banchine e innovare digitalmente i sistemi aeroportuali. Mentre la prima voce riguarda migliorie per i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud, connessioni diagonali che adesso difettano, realizzare linee ferroviarie ad alta velocità, migliorare le stazioni del Sud, potenziare linee metropolitane e regionali, ammodernamenti degli impianti.

Implementare, questo è importante, un sistema di monitoraggio per il controllo da remoto di ponti, viadotti e tunnel in generale ma soprattutto sulla A24 Roma-Teramo e A25 Roma-Pescara e infine lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario.

La missione 4 – Istruzione e Ricerca

La missione 4 riguarda costruire il futuro dei giovani, riqualificare e mettere in sicurezza asili ed istituti scolastici, costruire scuole moderne orientate all’innovazione. Si articola in 2 componenti per complessivi: 30,88 mld.

-Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università: 19,44 mld

-Dalla ricerca all’impresa: 11,44 mld

La missione 5 – Inclusione e coesione

Lavoro, imprenditorialità femminile e disuguaglianze sociali sono il tema delicato del PNRR italiano al quale è dedicata la missione 5, di cui fanno parte 3 componenti per 19,85 mld

-Politiche per il lavoro: 6,66 mld

-Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore: 11,22 mld

-Interventi speciali per la coesione territoriale: 1,98 mld

Vediamo di specificare meglio. Per le politiche per il lavoro si citano la Creazione di imprese femminili, il Potenziamento dei Centri per l’impiego, il Servizio civile universale, il Sistema di certificazione della parità di genere, il Sistema duale.

Le infrastrutture sociali ovvero investimenti per la Costruzione e miglioramento dei padiglioni e degli spazi dei penitenziari per adulti e minori. Housing Temporaneo e Stazioni di posta. Percorsi di autonomia per persone con disabilità. Piani urbani integrati e Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Programma Innovativo della qualità dell’abitare. Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione. Sport e inclusione sociale

Vediamo poi quali sono questi interventi speciali:

Ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati, Interventi infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (o ZES), Interventi per le aree del terremoto 2009 e 2016, Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore, Strategia Nazionale Aree Interne – Miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade, Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie

La missione 6 – La salute

Ultima – ma non per importanza – la missione 6 del PNRR italiano, dedicata alla salute, ovvero all’equo accesso alle cure, alla modernizzazione e digitalizzazione delle strutture ospedaliere. Ecco componenti e investimenti per 15,63 mld:

– Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza: 7,00 mld

– Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale: 8,63 mld

Vale a dire per Reti di prossimità si intendono il primo luogo di cura, l’assistenza domiciliare e la telemedicina. Le case della comunità e presa in carico della persona.

Mentre per Innovazione, ricerca ecc., s’intende l’ammodernamento tecnologico degli ospedali. Ecosistema innovativo della salute. Iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale. Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione. Sviluppo delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN. Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibile

Criticità e ritardi di attuazione del Pnrr

Dal 3 agosto 2022 è online italiadomani.gov.it, il portale ufficiale dedicato al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che presenta contenuti del Piano, percorso di attuazione, notizie sugli interventi previsti, e soprattutto contiene schede intuitive e chiare sul monitoraggio degli investimenti e delle riforme. E’ possibile per chiunque quindi restare aggiornati sullo stato di avanzamento di ogni investimento e sulle spese sostenute. Questo in linea ufficiale, ma dal sito governativo non si hanno notizie immediate e i dati si riferiscono sempre ad atti formali e passati da settimane, se non mesi.

In questi mesi del 2023 si iniziano a tirare le somme sullo stato di avanzamento degli obbiettivi da raggiungere. Sono previste 50 scadenze, alle quali corrisponde un’accelerazione della spesa del 190% rispetto al triennio 2020-2022. Quasi il 45% della spesa programmata viene concentrata quest’anno sull’integrazione delle tecnologie digitali. Gli altri investimenti sono diluiti meglio ma è soprattutto adesso che si tratta di passare dai progetti ai cantieri.

Bruxelles vede un certo ritardo che potrebbe anche peggiorare, per via di alcune modifiche attuate dal Governo nella governance. Ad aggravare la situazione anche il rialzo dei prezzi dei beni energetici e l’inflazione che galoppa.

Daniele Ciravegna su politicainsieme.com del 27 gennaio scorso pone alcuni dubbi sulla grave scarsità delle informazioni indispensabili per monitorare e valutare la realizzazione del PNRR. A inizio del 2023, il PNRR italiano non risulta pienamente attuato: le condizioni relative alle scadenze del secondo semestre del 2022 non sono state tutte soddisfatte.

Secondo il monitoraggio effettuato da Openpolis – “fondazione romana senza fini di lucro produttrice di dati di qualità per la comunità e le istituzioni”, che ha attivato il progetto Open PNRR e produce una newsletter dedicata – a inizio 2023, 14 scadenze europee, sulle 55 previste per il secondo semestre 2022, risultano non completate.

Ritardi burocratici, incompletezza, inadempienze ma non si sa perché

L’incompletezza di molte di questi impegni può essere spiegata da motivi legati alle tempistiche burocratiche e amministrative e ai loro difetti. Altre scadenze richiedono l’effettiva realizzazione di interventi, ma il mancato accesso ai documenti non permette di risalire alle cause delle inadempienze operative. Per un motivo o per l’altro è stato dichiarato il completamento delle scadenze: ma 14 su 55 non risultavano completate, sostiene Openpolis.

Quindi l’avvio della richiesta è slittato a fine dicembre 2022 e subisce un ritardo anche il rilascio della rata del PNRR (terza rata per 21,8 miliardi di euro). L’importo erogato all’Italia sarà però solo di 19 mld, perché vi sono compresi un 13% di anticipazione già ricevuti ad agosto 2021. I rilievi tecnici della Commissione Europea si sono poi complicati. I benefici di cui godeva Draghi sono venuti meno ed i rilievi su alcuni progetti sono molto più puntuali.

La quarta rata prevista per il 30 giugno sarà invece di 16 mld ed è legata al conseguimento dei 27 traguardi stabiliti.

Su Lavoce.info si mette in evidenza, inoltre, la discrepanza fra le spese programmate e quelle realizzate nel triennio 2020-2022: si tratta di valori globali e le prime superano le seconde per 26,7 miliardi di euro, che si programma di recuperare negli anni 2024-2026. Secondo la stessa fonte, la NADEF (“Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza”) del 2022 e la “Seconda relazione sullo stato di attuazione del PNRR” di Italiadomani (5.10.2022) motivano i predetti slittamenti della spesa con due ordini di considerazioni.

La prima è che le spese effettivamente realizzate sono in realtà maggiori di quelle contabilizzate per i ritardi di registrazione nel sistema Regis, l’infrastruttura progettata dalla Ragioneria Generale dello Stato per la gestione e il monitoraggio del PNRR, che è ancora largamente incompleta. La seconda, più sostanziale, è che la concreta attuazione dei progetti del PNRR si sta rivelando più complessa del previsto: il ritardato avvio di alcuni progetti riflette, oltre ai tempi di adattamento alle procedure innovative del PNRR, gli effetti dell’impennata dei costi delle opere pubbliche.”

In presenza di forte carenza di informazioni circa il già realizzato, diventa difficile fornire chiare prospettive per il futuro, che saranno condizionate dai rinvii al futuro delle minori spese effettive rispetto a quelle programmate del passato.