Più Libri Più Liberi: Passaggio al Bosco è lo stand più visitato e divide la Fiera 2025
Alla Nuvola l’editrice Passaggio al Bosco diventa il punto più affollato della Fiera: curiosi, critici e sostenitori si accalcano davanti allo stand G51
L’apertura della nuova edizione di “Più Libri, Più Liberi” ha visto fin dal primo mattino un afflusso insolito verso un punto preciso del piano terra della Nuvola di Fuksas. Lo stand G51, occupato dalla casa editrice Passaggio al Bosco, indicata nei giorni precedenti come realtà vicina ad ambienti neofascisti per la scelta di autori considerati antisemiti, si è trasformato in pochi minuti in un magnete. Il clima della prima giornata aveva già lasciato intuire quanto la presenza dell’editore avrebbe segnato questa edizione, ma il colpo d’occhio che si è creato attorno a quelle poche pareti tappezzate di poster di D’Annunzio, Nietzsche, Tolkien e Jünger ha superato ogni previsione.
Lo stand di Passaggio al Bosco diventa il centro della Fiera
Il totem posto all’ingresso del piano terra, con l’elenco delle seicento case editrici presenti, mostra un dettaglio che per molti visitatori è diventato quasi un richiamo narrativo: G51, il numero che identifica l’editore al centro del dibattito nazionale. Nelle prime ore di apertura, corridoi e passaggi si sono popolati di code improvvise. C’era chi voleva acquistare, chi documentare, chi contestare, chi solo osservare da vicino la realtà editoriale più discussa dell’anno. Un flusso ininterrotto che ha reso quello spazio un punto fisso del percorso dei visitatori.
La curiosità si è alimentata anche dal silenzio dei protagonisti. Marco Scatarsi, editore di Passaggio al Bosco, e il suo collaboratore hanno preferito evitare qualsiasi confronto diretto con giornalisti o addetti ai lavori. «Non rilasciamo dichiarazioni. Il nostro pensiero è affidato al post che abbiamo scritto su Facebook. Parleremo di nuovo alla fine della Fiera», hanno ripetuto. Un atteggiamento che ha accresciuto l’attenzione attorno allo stand, trasformando ogni gesto, ogni scelta espositiva, in materiale di analisi per visitatori e osservatori.
La nota dell’editore e le ragioni della presenza in Fiera
Nel post citato, pubblicato alla vigilia dell’apertura, Scatarsi rivendicava la piena legittimità della partecipazione a “Più Libri, Più Liberi”. L’editore sottolineava una regolare iscrizione alla manifestazione, frutto di un’attesa lunga cinque anni prima di ottenere un posto libero. Una puntualizzazione che voleva spegnere ogni sospetto su eventuali forzature o ingressi facilitati. Nella stessa nota veniva ringraziata l’Associazione Italiana Editori per aver confermato lo spazio richiesto, con un riferimento esplicito alla tutela della libertà di pensiero e di espressione, concetti richiamati più volte nelle discussioni antecedenti alla Fiera.
La presenza dello stand ha generato un dibattito acceso anche oltre le mura della Nuvola. Associazioni culturali, studiosi, esponenti politici e semplici frequentatori del mondo del libro si sono espressi in modi diversi, oscillando tra la richiesta di maggiore vigilanza su chi propone autori ritenuti vicini a una cultura dell’odio e la difesa della pluralità dell’offerta editoriale. La manifestazione, per tradizione orientata a ospitare proposte eterogenee, si è ritrovata così a gestire un caso che va oltre la questione bibliografica e che entra nel campo più ampio della responsabilità culturale.
Reazioni dei visitatori e timori degli organizzatori
Il primo impatto nella giornata inaugurale suggerisce un avvio segnato da forti polarizzazioni. Alcuni lettori si sono avvicinati allo stand con la volontà di esprimere un dissenso netto verso la linea editoriale, altri hanno colto l’occasione per acquistare titoli spesso difficili da reperire nelle librerie. Non sono mancati momenti tesi, subito contenuti dal personale di sicurezza interno, presente in numero maggiore rispetto agli anni precedenti proprio per gestire eventuali situazioni di frizione.
Gli organizzatori seguono ogni sviluppo con grande attenzione. Pur senza rilasciare dichiarazioni formali, fonti interne alla Fiera confermano che l’obiettivo resta quello di preservare un clima ordinato, capace di permettere a editori e lettori di vivere le giornate senza eccessi. La pressione mediatica, tuttavia, ha già modificato la percezione generale dell’evento. Molti visitatori hanno raccontato di essere passati allo stand G51 anche solo per comprendere il motivo dell’interesse diffuso, segno di come la comunicazione digitale e il confronto pubblico abbiano inciso sulla dinamica della partecipazione.
Cosa significa il caso di Passaggio al Bosco per l’editoria italiana
La vicenda legata a Passaggio al Bosco apre una riflessione più ampia sul ruolo delle case editrici che operano in zone culturali definite come “borderline” e sulle regole con cui il sistema editoriale accoglie soggetti che provocano reazioni forti. La Fiera romana diventa così uno specchio delle tensioni presenti nel Paese, dove libertà di espressione e responsabilità di chi pubblica rischiano di scontrarsi su un terreno sempre più delicato. In questo contesto, la presenza dello stand G51 non rappresenta solo un caso isolato, ma una cartina di tornasole dei rapporti fra lettori, operatori e istituzioni.
Nelle prossime giornate sarà possibile capire se l’attenzione resterà alta o se la Fiera troverà un equilibrio diverso. La promessa dell’editore di tornare a parlare pubblicamente alla chiusura suggerisce che nuove dichiarazioni potrebbero dare ulteriore impulso al dibattito. Per ora resta l’immagine di un angolo affollatissimo, simbolo di una Fiera che continua a raccontare, nel bene e nel male, la vitalità del panorama editoriale italiano.
