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Perché non applichiamo alla Palestina il teorema dell’Ucraina? Stiamo con l’invasore o con l’invaso?

La reazione israeliana alla strage terroristica di Hamas del 7 ottobre supera ogni limite. La condanna è unanime e anche gli Usa sono imbarazzati

Guerra Israele-Hamas

Guerra tra Israele e Hamas. © Palestinian News & Information Agency (Wafa) / APAimages / Wikimedia Commons

La guerra ormai è soprattutto strage di popolo e propaganda e Israele la sta perdendo. La reazione israeliana alla strage terroristica del 7 ottobre supera ogni limite. La condanna è unanime nel mondo e anche gli Usa sono imbarazzati.

In Italia il Governo di destra tace mentre nel mondo si susseguono manifestazioni che non sono pro Hamas, come dice la propaganda di Netanyahu, raccolta da qualche giornalista anche nostrano, ma contro l’atteggiamento stragista di Israele, che tira bombe a grappolo distruggendo case, strade, ospedali a Gaza e continuando la occupazione illegale dei territori della Cisgiordania. Né con Hamas né con Netanyahu. Ma dalla parte di chi è oppresso: il popolo Palestinese. Questo dicono i manifestanti.

Al popolo palestinese sono stati tolti con la forza tutti i diritti civili

Sappiamo benissimo che essere palestinese in Palestina significa non avere diritti civili basici, non avere una moneta propria, non avere diritto a espatriare, alla luce, al gas, al lavoro, a processi regolari (non esistono giudici arabi in Israele ma solo condannati arabi). Nelle carceri israeliane ci sono migliaia di minori, che delitti possono mai aver commesso?  Hanno lanciato pietre!

Stante la situazione di evidente ingiustizia, compiute verso un popolo, nella sua terra, questa situazione è la base più evidente per far crescere l’odio e una volontà di riscatto e di rivolta che chiunque, anche noi stessi, se vivessimo lì come palestinesi, avremmo. Ti rubano la casa per darla ai coloni, ti tolgono ogni diritto, e se reagisci ti imprigionano o ti ammazzano. E non puoi neanche non accettare tutto questo perché sennò appoggi i terroristi?

C’è una bella differenza tra essere un membro di Hamas e un palestinese che non vuole sottostare al gioco israeliano. Se non lo si capisce o lo si nasconde si fa propaganda per voler perpetuare una ingiustizia e una guerra che ormai rischia di incendiare tutto il Medio Oriente e creare seri problemi alle nostre economie, ancora più che quella combattuta in Ucraina per interessi americani e russi, non certo nostri europei. Tant’è che le nostre economie sono in crisi e quelle russa e americana no.

Chi non vuole lo stato di Palestina sono Hamas e Netanyahu, non i palestinesi

Dire che i Palestinesi sono i primi a non volere uno stato indipendente è una menzogna grande come una casa. Netanyahu lo ha ribadito in questi giorni. La sua posizione è di impedire che venga realizzato questo sogno. I due stati avrebbero dovuto nascere insieme, quando venne imposta con la forza la presenza ebraica in Palestina. Sarebbe stata la soluzione più equa. I palestinesi sono stati avversati anche dagli altri stati arabi, è vero.

Non sono un popolo visto di buon occhio dai paesi confinanti. Ma da qui a dire che non vogliono un loro stato ce ne passa. È Hamas che non lo vuole, perché vuole la distruzione di Israele, un obbiettivo assurdo che non potrà mai raggiungere. Troppi sono gli interessi per la permanenza israeliana in quel contesto e non solo da parte occidentale.

Netanyahu è funzionale ad Hamas, l’uno non potrebbe esistere senza l’altro

Le due parti si sostengono, per assurdo, combattendosi. Senza Hamas, Netanyahu non avrebbe il seguito che ha, non starebbe al Governo. Se la guerra finisse adesso, quel Governo cadrebbe e probabilmente il suo capo finirebbe in galera, per scandali pregressi e dovrebbe essere condannato per crimini di guerra. Quindi non diciamo assurdità. Se si volesse la pace la prima cosa da fare sarebbe liberarsi di questi due protagonisti della guerra, ma la storia ormai è talmente marcia e gli interessi di chi vende armi, tra cui anche l’Italia (la Leonardo) sono tali, e quelli dei paesi islamici in conflitto pure, che diventa difficile districare la matassa.

Ci si dovrebbe aspettare un intervento europeo o dell’ONU, che invii forze di pace, a decretare una cessazione del fuoco, per spirito umanitario e consentire di liberare gli ostaggi in mano ad Hamas e liberare la popolazione di Gaza delle sofferenze ingiustamente inflitte dall’esercito di Israele.

Paradossalmente i primi a non volere la libertà degli ostaggi sono proprio Netanyahu e il suo governo. La loro detenzione garantisce il prosieguo della guerra. Le famiglie lo sanno, l’hanno capito e le proteste anti governo in Israele non si contano più. In Israele il movimento anti governo sta crescendo, e così anche negli Stati Uniti. Sono gli stessi ebrei che vedono nel sionista Netanyahu il loro nemico più pericoloso per il futuro stesso di Israele.

Per combattere il terrorismo ci vuole più giustizia e libertà per il popolo palestinese, non le stragi di bambini

Si legge che Hamas si farebbe scudo dei civili e che il massacro di donne e bambini è dovuto alla difficoltà degli Israeliani di stabilire dove si nascondono i terroristi. E per questo si ammazzano decine di migliaia di bambini e civili? Si distrugge una intera città, un popolo? Non è accettabile. Sicuramente Hamas si farà scudo dei civili, ma questo fa parte del vigliacco gioco della guerra. Per estirpare Hamas non servono i missili, basterebbe avere una politica di giustizia verso il popolo palestinese. Basterebbe restituire loro le case, la dignità, la libertà.

Allora questo determinerebbe la più chiara e vasta sconfitta del terrorismo, che perderebbe le sue giustificazioni. Sempre, nella storia, il terrorismo si alimenta per l’ingiustizia di chi opprime un popolo. I partigiani italiani erano chiamati “terroristi” dai nazifascisti, perché combattevano per la loro libertà contro un oppressore. La stessa cosa accade ora in Palestina. I “terroristi di Hamas” servono più a Netanyahu che ai palestinesi.

Perché non applichiamo alla Palestina il teorema dell’Ucraina? Stiamo con l’invasore o con l’invaso?

Non si capisce perché noi aiutiamo gli Ucraini che lottano per la loro libertà contro i Russi invasori e non aiutiamo allo stesso modo i Palestinesi che lottano per la loro libertà contro gli Israeliani che invadono i loro territori e occupano le loro case? Perché gli uni si e gli altri no? L’Occidente è pieno di contraddizioni e sapete perché? Perché segue le sue strategie di potere e di supremazia. Parliamo di democrazia, etica e morale ma sono valori che valgono solo per noi, finché non si toccano i nostri interessi economici. Dopo di ché non vale più niente: allora omicidi, stragi, genocidi, imposizioni, tutto è permesso, per salvaguardare i nostri privilegi.

Gli americani lo hanno dichiarato più volte con Trump, ma anche con Biden è la stessa cosa: “Non siamo disposti a rinunciare a nessuno dei nostri privilegi!” Questo vale per la supremazia mondiale e per la salvaguardia dell’ambiente. Gli Americani vogliono essere i padroni del mondo ma se gli altri Popoli non ci stanno più, lo si può capire, o no? Se i sette ottavi del mondo si ribellano all’ottavo che da sempre domina il pianeta e chiedono un nuovo equilibrio mondiale, è una cosa che ci dobbiamo aspettare senza raccontare menzogne, o no?

Sarebbe bene che l’Europa si svegliasse dal torpore e decidesse di curare i propri interessi strategici, che non collimano più con quelli Usa, ma sono per lo meno equidistanti da quelli di Russia e Cina. Il problema, capite bene non è neanche Hamas, il problema è il dominio del Mondo.