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Parola all’esperto: come scegliere il compro oro a Roma?

Per capire se si ha a che fare con un compro oro onesto a Roma, riguarda la cifra massima in contanti che possiamo dare in negozio, che è di 499 €

Compro oro

Compro oro

L’oro è il bene rifugio per eccellenza, insieme ai diamanti. Il suo valore in borsa (la famosa quotazione oro) è in costante ascesa e ha il grande vantaggio di essere incorruttibile. Questo lo rende un investimento molto interessante per immobilizzare capitali e per renderli molto semplici da proteggere, perché in pochi grammi è nascosto l’equivalente di parecchie centinaia di euro.

Inoltre, ovviamente è un metallo bellissimo con il quale si fanno gioielli raffinati che ne incrementano ulteriormente il valore e che fintanto che non ci siamo stancati, ci riempiono di gioia.

Quando però si desidera o occorre vendere il proprio oro, è indispensabile rivolgersi soltanto a professionisti di specchiata carriera, in grado di garantire il miglior controvalore e tutti i test necessari per stabilire la qualità del nostro prezioso.

Ci siamo, quindi, rivolti direttamente all’esperto Valerio Saltari, titolare di Orolive, uno dei più importanti compro oro a Roma, per capire come vendere oro usato a Roma e non in tutta sicurezza.

Sempre più persone iniziano a domandarsi se l’oro che hanno in casa si possa considerare davvero un bene rifugio come una volta. Qual è la sua opinione a riguardo?

“Opero in questo settore da anni, trattando oro, sia in entrata che in uscita. Sicuramente è un bene rifugio come un tempo, anche se ci sono state alcune oscillazioni sul valore dei singoli pezzi. Non bisogna, infatti, confondere il valore in borsa dell’oro come materia prima con quello della gioielleria. Il metallo cresce costantemente di prezzo con il tempo, mentre ad essere più variabili sono le stime relative alla lavorazione”.

Ogni tipo di oro ha lo stesso valore? Come ci si orienta?

“No, l’oro di riferimento ovviamente è quello puro, il 24 carati. Questo significa che non si tratta di una lega con altri metalli più o meno nobili. Spesso però chi ha dei gioielli non possiede oro puro perché questo metallo ha delle proprietà un po’ particolari, tra cui quella di essere molto deformabile. L’oro che comunemente tutti possediamo è 18 carati o meno e sia l’occhio esperto che quello meno esperto possono facilmente capire il carato del gioiello grazie alla punzonatura, un piccolo simbolo nascosto nel gioiello stesso. Meno facile è capire se si tratta di oro placcato o falso, ma per avere questa certezza basta chiedere a un gioielliere o a un compro oro”.

Come si riconosce un buon compro oro?

“Non è facilissimo, lo devo ammettere, ma ci sono alcuni fattori che se incontrati dovrebbero mettere in allarme immediatamente chiunque. Innanzitutto, se non vi chiedono i documenti dopo aver fatto le verifiche, non si tratta assolutamente di un compro oro professionista, perché siamo tenuti a seguire un disciplinare estremamente rigido.

Infatti, i compro oro regolamentati devono essere iscritti all’OAM, che è un’associazione specifica per questo settore. Ogni transazione deve essere registrata, proprio perché nel caso sfortunato in cui l’oro fosse stato sottratto in maniera indebita, deve essere sempre possibile rintracciare tutto il percorso.

Inoltre, nel negozio devono essere bene in vista le attrezzature di stima, come le soluzioni acide, le pietre e le bilance. Queste ultime devono essere digitali e dotate dei sigilli.

Personalmente, per capire ulteriormente se si tratta di un compro oro onesto, consiglio sempre di pesare a casa il proprio oro con la bilancia più precisa che riuscite a trovare. In questa maniera, a parte l’ovvio scarto della precisione, avrete comunque un’idea accurata di quanto il compro oro sia affidabile.

Un ultimo accorgimento per capire se si ha a che fare con un compro oro onesto, riguarda la cifra massima in contanti che possiamo dare in negozio, che è di 499 €: il resto deve essere, infatti, consegnato in bonifico tracciabileper legge”.

Il famoso test con l’acido sull’oro è sempre sufficiente?

“Sì e no. In pratica, se l’oro è a 18 carati o anche di valore superiore, come per esempio 22 o 24, il test con l’acido con la singola goccia ci deve restituire un risultato positivo, cioè il metallo raschiato sulla pietra deve restare intatto.

L’affidabilità del test però non è sufficiente con carature sotto i 18, come per esempio la 12 carati, che non sempre è marchiata: possono occorrere dei test aggiuntivi per determinare effettivamente la qualità del metallo.

In parole povere, si rischia che un compro oro a Roma un po’ disonesto si approfitti del fatto che la caratura non è ottimale per proporre un valore monetario molto minore del previsto. Ad esempio, l’oro vintage rosa, quello proveniente dall’Est Europa, oppure la lega dentaria che contiene una forte percentuale di palladio, rende difficile la lettura con l’acido. La lista potrebbe andare avanti tantissimo, senza trascurare le copie in bassa caratura. In questi casi i test classici si integrano con la tecnologia. Non va nemmeno trascurata l’esperienza dell’operatore del compro oro: si tratta pur sempre di un test a controllo umano e pure onestamente si può sbagliare sull’esito”.

In che senso, si usano acidi differenti?

“No, quella dell’acido è una tecnica più che altro storica. Al giorno d’oggi si utilizza un macchinario che si chiama spettrometro X-ray, accanto al test con l’acido. Senza andare troppo sul tecnico, questa macchina in pratica illumina l’oro con i raggi X e valuta le righe spettrali presenti.

Grazie allo spettrometro si riesce a capire che lega è con una precisione altissima. In realtà, in questi casi il test con l’acido serve semplicemente per capire se l’oggetto non è placcato e basta. Ecco, tornando sul discorso di come si fa a capire se un compro oro a Roma è affidabile, se vedete uno di questi apparecchi in bella vista, probabilmente siete sulla buona strada. Noi di Orolive ne abbiamo acquistato uno appena messo in commercio e siamo probabilmente i primi e gli unici ad averlo a Roma. In conclusione, grazie a questi test, non solo conosciamo alla perfezione che oggetto abbiamo davanti, ma possiamo anche definire meglio il valore da proporre al cliente per acquistarlo”.

Come si fa a sapere se il valore che ci proponete è quello giusto?

“Dunque le strade sono due. La prima è quella di andare a controllare su internet la quotazione dell’oro in borsa nel giorno corrente, assicurandosi però che i siti siano aggiornati e che le informazioni fornite siano chiare e corrette. Noi in negozio abbiamo installato sia da subito un monitor collegato con le quotazioni dell’oro in diretta da Londra e in più, proprio nel periodo del lockdown in cui non si poteva andare in negozio a controllarle, abbiamo lanciato l’app OroLive (sia per Android che iOS) che fornisce in tempo reale la quotazione dell’oro e dell’argento in base alla caratura ed è semplicissima da usare.

A questo punto, però, bisogna chiarire un principio fondamentale quando ci si approccia ad un compro oro. Da un lato c’è la quotazione oro, ossia il costo del metallo, sia che si tratti di un lingotto appena uscito dalla fonderia sia che si tratti della collanina messa sulla bilancia.

La valutazione oro, invece, dipende dal singolo compro oro e dal mercato dell’usato. Ad esempio, per un gioiello importante, magari di una boutique famosa, si possono ottenere proposte anche molto più alte del valore del metallo, mentre per una catenina a maglia semplice, quelle che si facevano negli anni ‘70, la differenza tra il valore del metallo e quello del gioiello è spesso nulla.

In ogni caso si è sempre liberissimi di accettare o rifiutare la proposta del compro oro che per deontologia professionale è comunque tenuto a motivare sempre la sua offerta, spiegando il perché della proposta”.

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