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Pandemia e vaccini: le vittime sono coloro che hanno perso la capacità critica

Dalle bugie sui decessi da Covid alle morti dei vaccinati, i tabù della pandemia che dobbiamo superare

I miei professori di liceo mi hanno insegnato a non fidarmi mai acriticamente delle “verità assolute”, nemmeno di quelle che essi stessi mi proponevano, spingendomi invece a sviluppare la mia capacità critica, per ricercare la verità attraverso lo studio e la conoscenza.


Ho provato a seguire il loro insegnamento anche in questi mesi, sia nella fase acuta della pandemia, quando si cercava di combattere il virus in modo  confuso e approssimativo, commettendo errori che hanno provocato migliaia di vittime, sia in questi mesi nei quali ci siamo affidati fideisticamente al “Moloch” del vaccino.
Ho cercato quindi di non farmi condizionare dal pregiudizio o dalle mie convinzioni personali, che peraltro sarebbero state favorevoli al vaccino, avendone fatti diversi in passato ed avendone fatti fare altrettanti ai miei figli. Ed ho cercato di capire se le scelte del Governo fossero davvero le migliori.

Pandemia, se avessero ragione i Si-vax?


Mi sono anzi imposto di partire dall’assunto che avessero ragione coloro che hanno deciso di affidarsi al vaccino, cercando di basarmi sui dati “oggettivi”.

Primo su tutti quello che ci fa ritenere che da quando si somministra il vaccino, il numero dei contagi e il numero dei morti da Covid sia diminuito. Ma è veramente così? Non del tutto.


Il numero dei contagi ha spesso fluttuato: a seconda delle stagioni, a seconda delle precauzioni che si adottano e molto probabilmente – perché l’ipotesi non è verificabile – anche perché una parte della popolazione potrebbe avere sviluppato una capacità auto immunitaria.

La bugia dei morti da Covid


Il dato sui decessi è addirittura più discutibile. Soprattutto dopo che lo stesso Ministero della Sanità ha ammesso che i decessi causati direttamente dal Covid sarebbero poche migliaia e non le centinaia di migliaia che ci hanno detto finora.


Il numero totale e terrificante di decessi, che ci viene quotidianamente rammentato, è in gran parte dovuto al periodo di quando gli esperti governativi, sbagliando la strategia di difesa, mandavano i malati di Covid nelle RSA.

E così facendo si diffondeva il virus e provocando la morte delle persone più fragili, oppure dovuto al fatto di non aver subito curato i contagiati, intervenendo solo quando il virus era ormai inarrestabile. E infine, alle strategie di cura rivelatesi controproducenti. L’analisi critica ci dice quindi che i dati positivi, che indubbiamente rileviamo, non sono l’automatica conseguenza della somministrazione del vaccino. 

Libertà solo per i vaccinati


Ma ci dicono che il vaccino ci ha permesso di ritornare a una vita quasi normale e libera. I fatti ci dicono però che la vita “normale” era già ripresa l’altra estate, quando la somministrazione del vaccino non era iniziata. O subito dopo, quando era stata somministrata solo la prima dose a una minoranza ristretta.

Per amore della verità andrebbe anzi detto che da quando il vaccino è stato somministrato alla maggioranza della popolazione, le libertà sono appannaggio quasi esclusivo dei vaccinati, mentre quelle dei non vaccinati sono state compresse fino al punto di negare la libertà di manifestare il proprio pensiero. Eppure è accertato che anche i vaccinati possono contrarre il virus e diffonderlo.

Anche i vaccinati muoiono


Ma ci dicono che è indiscutibile che il vaccino eviti il rischio dei ricoveri in terapia intensiva e le morti. Anche questo, però, non è del tutto vero, perché si contano ormai numerosi casi di contagi e persino di decessi da Covid-19 anche tra i vaccinati. E che dire delle tante morti improvvise che non si vogliono associare, nemmeno lontanamente, agli effetti collaterali del vaccino, dei quali è vietato parlare? Così come non si può parlare delle cure alternative, che pure esistono e che, secondo l’esperienza di tanti medici, come il compianto Dott. De Donno, hanno salvato molte vite. E si può forse parlare del rischio al quale esporremmo i bambini se li vaccinassimo o al rischio che comporta la terza dose, sulla quale persino Pfizer non si pronuncia favorevolmente? Argomenti che sono un tabù assoluto, persino se a parlarne è Report, che non è certo un programma “no vax”.

Rischio vaccini, argomento tabù


Registriamo, anzi, la singolare circostanza che, se muore di Covid un vaccinato, la colpa è delle sue patologie pregresse; se invece capita la stessa cosa a una persona non vaccinata la colpa è del pericolosissimo virus e non delle gravi patologie pregresse che aveva. Strano modo di fare statistica.
Ma veniamo agli altri fatti oggettivi.

Sui possibili effetti collaterali del vaccino c’è il “top secret”. Nonostante numerosi medici e ricercatori ci abbiano già segnalato che questi vaccini a MRNA hanno la caratteristica di attivare la proteina “Spike”, proteina che, non essendo prodotta né gestita dal nostro corpo, può provocare infiltrazioni leucocitarie nei nostri organi. E causare, a seconda di dove vanno a collocarsi, trombosi, miocarditi, sterilità e persino la morte.


Se di questo si potesse almeno parlare e il fenomeno si potesse studiare (servirebbero ovviamente le autopsie che finora sono state evitate o addirittura vietate) potremmo curare meglio chi contrae il virus e salvare anche i vaccinati dai possibili effetti collaterali letali. Ma a nessuno interessa questo studio. Perché? 

La macchina del fango di chi non ha argomenti


Quella parte del mondo scientifico, premi Nobel inclusi, che esprime perplessità sul vaccino, non solo viene ignorata, ma viene addirittura sbeffeggiata da opinionisti privi di qualunque qualifica.

Quei rari esperti che vengono invitati ai dibattiti televisivi sono costretti ad affrontare da soli numerosi avversari che, essendo privi di argomenti, li interrompono immediatamente usando malignità tipiche della macchina del fango.
Mi sono spesso domandato: ma di che cosa hanno paura i “pro vax”?

Non ho trovato una risposta, se non quella che mi ricorda i vecchi dittatori sovietici. Talmente coscienti di non avere ragione, da soffocare con la forza qualunque dissenso interno.

La vera pandemia: il dissenso criminalizzato


Il dissenso viene infatti criminalizzato; coloro che non vogliono vaccinarsi vengono ricattati ed emarginati.

La democrazia, della quale il dissenso è parte essenziale, è stata ridotta agli aspetti puramente formali; l’informazione è chiaramente e totalmente soggiogata alla verità di Stato.

Le manifestazioni del dissenso pacifico, come quella delle donne che a Firenze hanno manifestato in decine di migliaia contro il Green Pass e il vaccino ai bambini, vengono oscurate per dare rilevanza solo ai rari casi in cui qualche facinoroso si infiltra per provocare tumulti.

Il dovere morale di combattere il pensiero unico


Un ultimo dato. E’ universalmente riconosciuto che il Green Pass non offre nessuna garanzia sanitaria, ma viene difeso ad oltranza perché serve come strumento odiosamente coercitivo e discriminatorio verso chi rifiuta il vaccino.

Eppure, la sedicente sinistra italiana, sensibile ai diritti delle minoranze quando si tratta di gay, lesbiche, Rom o transgender, non solo non sente il dovere di intervenire al fianco di questa minoranza. Anzi, si fa rappresentare pubblicamente dai più violenti difensori della discriminazione di Stato.


Ho provato sinceramente a condividere le ragioni del Governo. Ma ho l’impressione che siano basate solo su motivi di interesse politico ed economico o, peggio, frutto di arroganza e protervia.

E allora, ricordando l’insegnamento dei miei professori di liceo, sento il dovere morale di combatterli.

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