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Palermo, sezioni chiuse per ore: oltre 200 tra presidenti e scrutatori segnalati alla Procura

Nella giornata di domenica sono rimaste chiuse per ore molte sezioni di seggi perché presidenti e scrutatori hanno dato forfait

Numerose code per votare a Palermo

Palermo, domenica 12 giugno. Nella città siciliana numerose sezioni di seggi sono rimaste chiuse in quanto presidenti e scrutatori non si sono presentati. Alla Procura di Palermo sono state segnalate oltre 200 persone.

Numerose code per votare a Palermo

I magistrati hanno aperto un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, il quale punta ad accettare la legittimità o meno delle rinunce all’incarico, a poche ora dall’inizio dei voti. I reati commessi sono: interruzione del pubblico servizio, rifiuto di atti d’ufficio e la violazione della legge elettorale del 1960. La coincidenza del voto per le comunali e del referendum porta la necessità di comprendere da parte degli inquirenti quale norma possano applicare.

Le indagini

Le indagini, delegate alla Digos dalla Procura, sono cominciate poco dopo le prime notizie inerenti ai problemi dei seggi, segnalate dal Comune. Gli investigatori hanno iniziato le indagini dai presidenti e dagli scrutinatori che non si sono presentati e successivamente ai sostituti che hanno rinunciato, nonostante la comunicazione con giorni di anticipo.

Il procuratore dovrà ascoltare più di 200 persone e analizzare la documentazione prodotta per la rinuncia per verificarne la regolarità e l’invio per tempo. Bisognerà comprendere, inoltre, se alcune di queste documentazioni non siano arrivate a causa di un attacco hacker avvenuto pochi giorni prima dei seggi.  

Richieste di annullamento del voto

Sono arrivate numerose richieste di annullamento del voto notificando il Ministero dell’Interno con numerose critiche. Numerosi leader hanno chiesto una deroga al voto, tra questi Matteo Salvini, leader della Lega, Ignazio La Russa appartenente a Fratelli d’Italia e il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

Il Viminale non ha accettato la deroga e ha chiesto alla Prefettura di poter accoppiare le sezioni senza presidenti a quelle che le dispongono, chiedendo di allungare solo per loro l’orario di voto. Verso le ore 13 di Domenica 12 giugno il Ministero dell’Interno ha comunicato che la situazione era tornata alla normalità.