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Pagamento elettronico o contanti? Banca d’Italia: Per i negozianti il Pos è più vantaggioso

Pos o non Pos? La Banca d’Italia risponde al dilemma del commerciante a fronte di un’indagine

POS, pagamenti elettronici

POS, pagamenti elettronici

Di tanto in tanto la questione torna alla ribalta. Ed è il dilemma dei commercianti: Pos o non Pos?

Alcuni dati della Banca d’Italia evidenziano che i pagamenti elettronici potrebbero far risparmiare i negozianti rispetto al contante. Secondo un’indagine del 2020, infatti, la ricezione di un pagamento elettronico costerebbe meno del cash per l’esercente.

Pos o non Pos? L’elettronico sarebbe più vantaggioso per i negozianti

Rispetto all’importo della vendita, sui contanti il costo medio per il negoziante è dell’1 per cento a fronte del pagamento via carta o smartphone, con cui questa percentuale si riduce allo 0,65 per cento. Una percentuale che inoltre è in netto calo: nel 2009 il costo delle transazioni digitali ammontava infatti a poco più dell’1 per cento.

I costi “nascosti” del contante e legati alla sicurezza

Secondo la Banca d’Italia “il costo privato del contante risulta il più elevato a causa dei maggiori oneri (variabili) legati alla sicurezza” come ad esempio i furti, il trasporto valori, le assicurazioni oltre al tempo impiegato per contare l’incasso a fine giornata. Quindi il contante non è privo di spese in qualche modo nascoste per l’esercente.

In aggiunta a quanto detto va considerato inoltre l’onere collettivo dei contribuenti, per stampare le banconote e pagare le verifiche anti-contraffazione. Il denaro contante ci costa: per produrlo e per garantirne la validità.

Sommando tutti questi elementi si arriva a una spesa di 7,4 miliardi di euro all’anno, divisi quasi equamente tra Stato e negozianti.