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Oristano, maestra sospesa: in classe ha recitato con i bambini una preghiera

In Sardegna un altro episodio di scontro tra scuola e religione, stavolta a farne le spese una maestra: ha recitato delle preghiere in classe

Un docente a scuola con volto coperto dal libro e dietro lavagna con numeri

Accade a Oristano un altro fatto destinato a far discutere, nell’infinito scontro tra laicità dello Stato e radici cristiane degli italiani: una maestra sospesa per 20 giorni con riduzione di stipendio per aver recitato delle preghiere in classe. Un nuovo episodio che incrina i già delicati rapporti tra genitori e insegnanti.

Maestra sospesa dal servizio per 20 giorni: la storia

Nella zona di Oristano, poco prima delle vacanze di Natale, un’insegnante effettua una sostituzione per la sua collega assente. Siamo in una scuola elementare e più precisamente nella classe terza. L’insegnante, durante la sua supplenza ha recitato con in bambini il Padre Nostro e L’Ave Maria. Avrebbe anche proposto ai piccoli di realizzare un rosario come braccialetto.

Evidentemente i bambini tornati a casa hanno raccontato ai genitori quanto avvenuto, creando sconcerto nelle mamme. Due delle quali hanno scritto una lamentela formale facendo sì che l’Istituto avviasse un iter per appurare le responsabilità della maestra.

A fine marzo la 58enne insegnante della scuola si San Vero Milis si è vista recapitare una sospensione di 20 giorni come conseguenza alla sua lezione; potrà tornare a insegnare dal prossimo 15 aprile.

Laicità e religione, cosa non va in questa vicenda

Qualche giorno fa, abbiamo raccontato di un’altra vicenda che coinvolge le religioni e la laicità di luoghi come la scuola, che sempre più sono frequentati da ragazzi di ogni religione e che dunque vanno preservati da possibili discriminazioni; questo caso, sebbene sia inserito nello stesso contesto ha però in sé una stortura.

La storia, raccontiamo in breve, era quella di un sacerdote nel modenese che si era visto negare l’autorizzazione ad entrare nelle aule per effettuare la benedizione di Pasqua. Anche in quel caso il preside aveva chiarito la laicità della scuola e sottolineato che ci sarebbe stato un momento di raccoglimento ma al di fuori dell’edificio.

Quello che non funziona in questa storia, seppur nel pieno diritto dei genitori di sporgere formale lamentela nei confronti di azioni giudicate non idonee al contesto scolastico dei loro figli, è la sproporzione della sanzione rispetto ai fatti avvenuti.

I commenti alla vicenda

Lo stesso Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, Cristina Costarelli commenta all’AdnKronos: “L’azione della maestra è stata inadeguata, la scuola è laica non deve portare gli alunni a professare nessuna religione, quella cattolica, ebraica, musulmana o quale che sia: c’è il rispetto della laicità della scuola e la recita delle preghiere è un’azione non opportuna” sottolineando come però “Qualche perplessità sorge sul provvedimento preso. L’atto andava contestato, ma trovo eccessiva la sanzione messa in atto a mio parere avrebbe dovuto essere più leggera. L’azione non giustifica un provvedimento così importante, non c’è proporzionalità”.

Dalle fila di Fratelli D’Italia, il deputato Francesco Mura chiede l’intervento del Ministro Valditara, per chiarire la questione e sottolineare il fatto che “L’Italia è un Paese laico la cui storia democratica non può prescindere dalle sue radici cattoliche. Intendo perciò interessare il Ministro Giuseppe Valditara, affinché ponga ordine e faccia chiarezza su tale incresciosa vicenda, con l’invio degli ispettori ministeriali presso la scuola di San Vero Milis e presso gli Uffici scolastici Regionali affinché siano valutate le reali responsabilità ed assunti i provvedimenti più corretti”.