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“Oh mio Dio!! È spuntato un vulcano a Roma”, l’asfalto brucia e sotto terra ribolle la lava | Lo tenevano d’occhio da tempo

Pericolo

Pericolo imminente - pexel - romait.it

Inaspettato ma vero. Roma è in pericolo. Il vulcano sta terrorizzando la popolazione ed è subito panico

In una mattina come tante, nel traffico congestionato che attraversa le vie di Roma, un lieve tremore sotto i piedi. Una scossa quasi impercettibile, ma sufficiente a far voltare lo sguardo, ad alzare le antenne del sospetto.

Poi un’altra, e subito si scatena l’allerta. Nei bar, nelle scuole, negli uffici, cresce una domanda che per molti era relegata alla memoria scolastica: ma i vulcani a Roma esistono davvero?

Il timore che il suolo possa aprirsi, che la città eterna sia seduta sopra un colosso addormentato, smette di essere un pensiero remoto e si trasforma in panico diffuso.

L’idea che Roma possa trovarsi su un vulcano può sembrare surreale. Eppure, il rischio esiste e ha radici profonde. Il territorio italiano, si sa, è tra i più sismici e vulcanicamente attivi d’Europa.

Vulcani e attività sismica

La convivenza con i vulcani fa parte della storia di molte città, da Napoli a Catania. Ma ciò che spesso si ignora è che anche la capitale è circondata da una zona vulcanica ancora viva. Le placide colline dei Castelli Romani, che oggi ospitano borghi turistici, ville e vigneti, in realtà sono ciò che resta di un antico vulcano. Il rischio, quindi, non è pura fantasia.

Molti dei vulcani italiani che oggi sembrano dormire potrebbero un giorno tornare attivi. Non è solo una possibilità teorica, ma una realtà geologica. Gli esperti spiegano che scosse sismiche anche leggere, movimenti del terreno e anomalie termiche possono costituire i primi segnali di risveglio.

In Campania, ad esempio, i Campi Flegrei sono da anni sotto osservazione per le loro attività di sollevamento del suolo. Anche il Vesuvio, pur quieto da tempo, è sotto costante monitoraggio. Lo stesso vale per altri vulcani minori ma potenzialmente pericolosi. La quiescenza, ovvero lo stato dormiente in cui si trova un vulcano, non è sinonimo di estinzione. È solo un silenzio momentaneo, che può durare decenni o secoli.

Panico in città
Roma nel panico – pexel – romait.it

Il fenomeno in corso

Nel caso di Roma, a destare attenzione è il complesso vulcanico dei Colli Albani, situato proprio sotto l’area dei Castelli Romani. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, questa struttura è ancora attiva a livello geofisico. Non si parla di eruzioni imminenti, ma i segnali osservati parlano chiaro. Si registrano degassamenti continui, deformazioni del suolo e sollevamenti anomali. Tutti indicatori che il magma, a decine di chilometri di profondità, è ancora in movimento.

Nonostante il rischio di eruzione sia considerato basso nel breve termine, la presenza di un’attività magmatica costante rende necessaria una sorveglianza scientifica continua. Ingv.it infatti monitora la zona 24 ore su 24, raccogliendo dati che vengono elaborati per prevedere ogni eventuale cambiamento. La buona notizia è che al momento non esistono elementi che suggeriscano un pericolo immediato, ma la consapevolezza di ciò che si cela sotto i nostri piedi resta un monito potente.