Prima pagina » Cultura » Oggi inizia il Ramadan, cos’è e quanto durerà la purificazione dei musulmani

Oggi inizia il Ramadan, cos’è e quanto durerà la purificazione dei musulmani

Il digiuno è un rituale sacro antichissimo ma anche un atto politico, come vediamo con il caso Cospito

Fedele musulmano in preghiera

Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, e il personale del dicastero augurano un generoso e felice Ramadan a coloro che lo celebrano nel mondo. Lo scrive la Farnesina sul profilo Twitter in inglese. Nel mese di Ramadan, i musulmani digiunano dall’alba al tramonto. L’inizio viene stabilito in base al calendario lunare.

La Luna da il via al Ramadan, ma cos’è?

Al via il mese sacro del Ramadan per circa 1,6 miliardi di musulmani nel mondo, pronti al digiuno dall’alba al tramonto. Nella maggior parte delle comunità musulmane, soprattutto nei Paesi arabi, il suo inizio è segnato dall’avvistamento della luna crescente in cielo a occhio nudo mentre altri effettuano calcoli astronomici. A seconda dei Paesi, si digiunerà più o meno ore al giorno: per quelli più a Sud come Cile e Nuova Zelanda il digiuno in media dura 12 ore, per chi vive in Paesi come Islanda o Groenlandia si arriva a 17 ore.

Il periodo di purificazione prevede l’astinenza totale da cibi e bevande e dai rapporti sessuali: è un tempo dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina, che celebra il primo annuncio del Corano al profeta Maometto.

La forza del digiuno

Ma quello del digiuno è un rituale ancestrale che ha sempre caratterizzato culture e religioni molto differenti. Si digiunava nell’antica Grecia per essere pronti a ricevere gli oracoli, si astengono dal cibo i monaci buddisti per la meditazione e anche le tre grandi religioni monoteiste (Islam compreso) prevedono periodi precisi per il digiuno: i cristiani durante la quaresima (e il venerdì), gli ebrei nello yom kippur (in cui si digiuna tutto il giorno), anche gli induisti prevedono digiuni durante vigilie e ricorrenze sacre.

Il digiuno ha anche il valore di atto politico, con cui si rivendicano istanze e riconoscimenti sociali, lo vediamo attualmente con gli anarchici e il caso Cospito.