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Nunzia Schilirò con Italexit di Paragone, “Aboliamo subito le sanzioni alla Russia”

Nunzia Alessandra Schilirò, Vicequestore sospeso, balzato agli onori della cronaca per essere salita sul palco contro il green pass

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Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore di Roma

In questa campagna elettorale di basso profilo, dove i contenuti hanno lasciato il posto agli insulti, spicca l’eleganza e pacatezza di Nunzia Alessandra Schilirò. Vicequestore sospeso, balzato agli onori della cronaca per essere salita sul palco il 25 settembre del 2021 contro la certificazione verde e a fianco di milioni d’italiani vessati, la Schilirò si sta distinguendo per competenza e centratura, discostandosi dalla sciatteria di certa politica. Candidata nel polo antisistema “Italexit” di Paragone, Nunzia Schilirò ha le idee chiare.

L’impegno della Schilirò per cambiare il sistema da dentro

La dirigente di polizia, malgrado la sua iniziale reticenza nel candidarsi, ha deciso d’impegnarsi in prima linea per tentare di arrivare in Parlamento e cambiare il sistema dall’interno.

“E’ meglio fare qualcosa in modo imperfetto che non fare niente in modo perfetto”, scrive, citando Robert Schuller, sul suo canale Telegram che vanta 50.000 iscritti. E mentre la miliardaria Chiara Ferragni affitta elicotteri per fare aperitivi sui ghiacciai in netto contrasto con il suo consiglio di votare a sinistra, la Schilirò, da mesi senza stipendio e sul ‘banco degli imputati’ per troppo onore, si batte per i cittadini.

Paladina dei nostri diritti violati e di tutti coloro che come lei si sono ritrovati senza retribuzione a causa del green pass, attraversa il naufragio della nostra Costituzione, aggrappandosi come a una zattera alla sua specchiata integrità. La televisione pubblica sempre più ostaggio del pensiero unico, stride quando si misura con la libertà di pensiero di questa donna delle istituzioni così distante da ogni ipocrisia.

Nunzia Schilirò, donna delle istituzioni

L’abbiamo incontrata per capire quali sarebbero le sue prime mosse, se entrasse a far parte del governo. E quali sarebbero le sue battaglie qualora fosse all’opposizione.

“La politica non è più una scelta a mio parere, ma una necessità -ci racconta- perché in uno stato di diritto si cambia legalmente solo attraverso delle libere elezioni. Non siamo in Dittatura, questo non l’ho mai detto, ma ci stiamo avvicinando ad un sistema totalitario. Ce lo dicono i fatti. Le mie iniziative sono in linea con il programma di Gianluigi Paragone. La prima decisione che prenderei, sarebbe quella di eliminare le sanzioni alla Russia per ovviare al problema del caro bollette. Poi vorrei reinvestire i 7 miliardi degli extra profitti dell’energia per abbassare i costi della luce e del gas per gli utenti.

Come i nostri padri costituenti per scongiurare le derive autoritarie, prenderei subito alcune iniziative. Dobbiamo tutelarci per il futuro contro un possibile ritorno del green pass, l’obbligo vaccinale e la guerra. Inviando armi all’Ucraina e sanzionando la Russia, pur non essendo in guerra, abbiamo un’economia di chi è in guerra. Per questo vorrei introdurre il reato di violazione e vilipendio della nostra Costituzione, obbligando la Magistratura ad esercitare l’azione penale ogni qual volta ci fosse uno scostamento dalla Fonte di diritto sovraordinata.

Il Valore della nostra Costituzione

La nostra Costituzione non è tutelata dalla legge, non c’è un solo articolo che stigmatizzi a cosa si andrebbe incontro, se la si violasse. E sappiamo come la nostra Costituzione sia stata calpestata in questi ultimi due anni. Non possiamo più permettere che venga reintrodotta una tessera discriminatoria o un obbligo vaccinale o un aumento delle spese militari. Mentre ci sono persone che muoiono di fame. Vorrei una commissione d’inchiesta sul Covid e sui vaccini per accertare le responsabilità di chi ha sbagliato, affinché saldino i danni economici di tale gestione con il loro denaro.

Non sono i contribuenti a dover pagare di tasca propria gli errori altrui. Non sono i cittadini a dover pagare i danneggiati da vaccino o le ingiustificate sospensioni dal lavoro. Noi chiediamo l’abolizione di quello che è stato fatto in questo biennio, comprese le sanzioni e i provvedimenti disciplinari e tutte le conseguenze di questo pandemonio chiamato pandemia.

Inoltre noi come Italexit contrastiamo il piano Colao dell’id-pay che incarnerebbe il totale controllo dell’essere umano. Finiremmo peggio della Cina. Sappiamo che in quella Nazione ci sono giornalisti e anche semplici cittadini che non hanno più accesso al loro conto corrente e che il governo tratta come prodotti da supermercato. In Canada Trudeau ha già messo in atto quella stategia. Ha bloccato i conti bancari dei sostenitori dei camionisti che protestavano. L’identità digitale vuol dire immergersi nel transumanesimo. Noi non possiamo accettare che accada una cosa del genere in quanto siamo per la tutela della persona e dei diritti umani. Non possiamo tollerarlo. Il green pass serviva a questo: ad ammaestrarci in vista del controllo totale delle nostre vite’’.