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Nobel dell’insegnamento: L’Italia è finalista per il secondo anno

In Italia viene scoperta la maestra Barbara Riccardi, che insegna alla periferia di Roma, nel quartiere Spinaceto, Istituto Frignani

Il Nobel dell’insegnamento: L’Italia presente e finalista per il secondo anno. Da due anni il premio internazionale scova le semplici meraviglie di insegnanti, professionalmente pronti in ogni angolo del globo: in Italia viene scoperta la maestra Barbara Riccardi, che insegna alla periferia di Roma, nel quartiere Spinaceto, all’istituto comprensivo Frignani, una scuola “non bellissima e dove la bandiera la stanno cucendo i nonni”.

Si deve spostare l’attenzione alla foresta che cresce, non al tonfo dell’albero che cade. In questa scuola c’è uno dei 50 candidati tra 8000 al Global Teacher Prize, Nobel dell’insegnamento.

Un milione di dollari in dieci anni: “Il premio in denaro non potrà che portare in essere i vari progetti in cantiere e in ambienti polivalenti, penso ad un istituto aperto anche al pomeriggio, per lo sport e i corsi di recupero per i bambini stranieri”. E poi farebbe sistemare gli infissi e l’impianto di riscaldamento; doterebbe ogni classe di una Lim e la scuola del registro elettronico, che ancora non c’è. Un’insegnante, tecnologicamente preparata ad utilizzare la grande biblioteca virtuale della Rete, in cui ha spulciato e trovato come fare in reale una grande Rete di biblioteche umane.

Alle nostre domande risponde con semplice sicurezza e con la tenacia di chi sa “portare avanti una idea fino in fondo senza lasciarla” non dimenticando di “fare rete per la qualità”. Ci parla di “scuola allargata” come la famiglia allargata, aperta d’estate per il campo estivo. Vige il “mutuo aiuto” e “ognuno mette a disposizione degli altri le proprie competenze sul territorio”. Sa che ai piccoli alunni piace “Imparare divertendosi” e s’inventa il telegiornale della storia condotto da piccoli redattori. Sa che significa far sentire prezioso ogni bambino. Il tutto poi raccontato nella rivista che diventa esercizio di scrittura e memoria del vissuto. Parla di un percorso parallelo e di fare esperienza con scambio di crescita nella libertà di scambio.

Alzi la mano chi non ha in memoria, almeno un ricordo della propria vita, dei 15 anni passati in una aula scolastica; periodo in cui tutto si imprime in modo particolare. Alzi la mano chi può affermare di non avere un ricordo di un insegnante, che nel bene o nel male, ha determinato l’amore o l’odio per una materia.

Ognuno di noi ha in memoria ricordi indelebili e un prof del cuore e Kevin Spacey, l’attore vincitore dell’Academy Award, nella giuria del premio ricorda che “Quelli che insegnano – dedicando il loro talento ed il loro tempo per nutrire il talento degli altri –meritano di essere rispettati e celebrati” e Ban Ki moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, dice che “Io annovero i miei insegnanti tra le persone più influenti della mia vita. Agli insegnanti viene affidato il compito di coltivare il potenziale dei giovani ed aiutarli a sbocciare come membri produttivi e responsabili della società. E’ difficile sottostimare il loro valore.”

Un’accademia globale composta da personalità di spicco: Bill Clinton, Presidente Onorario della Fondazione Varkey, che ha istituito il Global Teacher Prize, il più grande premio del suo genere che in cambio domanda di insegnare per almeno altri cinque anni. Perché quegli insegnanti segnalati sono già tutti con una professionalità valida, costruttiva, umana e semplicemente memorabile. C’è poi lo Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, il Vice Presidente e Primo Ministro degli Emirati Arabi, governatore di Dubai e fondatore della Fondazione Varkey.

Barbara Riccardi già nel 2010 ha ricevuto una medaglia al merito dal presidente della Repubblica; a dicembre quando viene ricevuta dal ministro per l’istruzione Stefania Giannini, poi viene invitata in tanti programmi radio televisivi, per raccontare questa esperienza, ieri al Miur con la scuola francese in gemellaggio e i ragazzi, oggi in un convegno sulla scuola possibile. Arriviamo poi a marzo quando sarà decretato l’insegnante del mondo.

Utilizzare al contrario, un aforisma famoso e tramite l’esempio di Barbara Riccardi e la sua voce, vivida e commossa, viene sicuro il pensiero ai moltissimi docenti che quotidianamente sanno silenziosamente pensare ad una foresta che cresce; svolgono con passione questo mestiere bistrattato, sottovalutato e sottopagato.

Ma quali sono i diversi criteri di selezione?

In classe sono importanti il desiderio di assicurare che i bambini ricevano un'educazione basata sui valori e di prepararli a diventare cittadini di un mondo in cui incontreranno persone di diverse religioni, culture e nazionalità, con risultati tangibili. Utilizzando pratiche didattiche innovative ed efficaci; l'uso innovativo della tecnologia o di tecniche di insegnamento non convenzionali.

Al di fuori della classe con le realizzazioni di modelli unici nel loro genere utili per la professione di insegnante e per gli altri.

Di insegnanti straordinari ce ne sono davvero tanti. Han dato e danno un contributo eccezionale alla crescita. Sono persone che sanno dire una parola al momento gusto, una parola d’incoraggiamento, un gesto, un aiuto concreto, sanno avere una considerazione pedagogica verso non un alunno ma una persona. Tutto semplicemente per l’attenzione verso l’altro. Quel ragazzo o quella ragazza che può crescere sapendo, sapendo fare, sapendo essere nella vita. Se non è un servizio dalla spiccata connotazione umana questa! Per carattere, dovrebbero esser tanti i docenti italiani partecipanti ma il Premio già si sta facendo conoscere!

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