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Roma, no allo smantellamento dei servizi di prossimità in Municipio I

Una proposta per scongiurare l’accorpamento dei servizi sociali territoriali. Firmatari Cioffari, Santonocito e Servilio

Una proposta per scongiurare l’inaccessibilità dei servizi in Municipio I e dunque lo smantellamento dei servizi di prossimità, offerti dagli organi municipali. La richiesta è stata messa nero su bianco dai consiglieri municipali Mauro Cioffari (SEL), Lorenzo Santonocito (FI) e Luigi Servilio (PDL). “Chiediamo con forza il mantenimento dei principali uffici e servizi dell’attuale Municipio Roma I Centro (Anagrafico Sociale, Commercio, Tecnico, ecc.) nelle rispettive sedi di circonvallazione Trionfale  e di via Petroselli”.

Ma facciamo un passo indietro. Con la riforma di Roma Capitale e in particolare con la Legge n. 42 del 2009, il D.lgs n.156 del 2010 e il D.lgs n. 61 del 2012 – come ricorda anche il testo della delibera – “è stato, tra le altre cose, realizzato l’accorpamento di alcuni Municipi con lo scopo di ridurre i costi dell’amministrazione e di rendere più organici i servizi in favore dei cittadini”. Molti territori diversi tra di loro – e questo è tanto più visibile quanto più si procede verso la periferia romana – sono quindi stati accorpati al fine di ridurre i costi della pubblica amministrazione capitolina e in nome di un efficientamento della macchina amministrativa.

L’accorpamento ha riguardato anche l’attuale Municipio I, che nella sua configurazione riunisce gli ex Municipi I e XVII. “Da questa unione sono derivati nuovi bacini di utenza con conseguente ridefinizione dei servizi rivolti al cittadino, sia dal punto di vista dell’organizzazione che della erogazione degli stessi” – continuano i consiglieri firmatari della proposta, che sono però altrettanto consapevoli di come “tale intervento, pur essendo teso a razionalizzare l’offerta dei servizi, in diverse circostanze ha creato evidenti disagi ai cittadini, rischiando di vanificare un patrimonio ventennale di buone pratiche condotte sui rispettivi territori dai Servizi Sociali, Servizi demografici, Servizi Tecnici e Servizi del Commercio nel rispetto sia del principio di prossimità che nell’ottica di un lavoro di rete con tutte le realtà coinvolte”.

L’accentramento delle sedi, quindi, “priverebbe i cittadini e il territorio di punti di riferimento rivolti alla persona divenuti nel tempo essenziali e irrinunciabili”. Ma non solo. La stessa Commissione Bilancio, Personale e Affari Generali in Municipio I ha più volte “ribadito la necessità di garantire in via assolutamente prioritaria la prossimità del servizio al cittadino rispetto ad ogni altra considerazione”. Prossimità che verrebbe meno qualora si dovessero attuare “gli interventi che prevedono di accorpare in uniche sedi i servizi sopra citati”, lasciando quindi “di punto in bianco interi quartieri e rioni senza riferimento, tra le altre cose completamente scoperti dal punto di vista dei servizi essenziali alla persona e alla famiglia nonché alle attività produttive”.

Insomma, i consiglieri ritengono che la riforma di Roma Capitale, prevedendo la riduzione del numero dei Municipi – e con questi la riduzione del numero dei consiglieri, dei dirigenti “e prossimamente anche dei funzionari incaricati di posizione organizzativa, generando sicuramente quel risparmio come previsto dal decreto” – non deve però compromettere anche i servizi territoriali. E quindi: ridurre i Municipi non vuol dire “ridurre i servizi territoriali di prossimità”.

Pertanto, i consiglieri firmatari della proposta, ritengono che “il mantenimento dei servizi nelle due sedi di cir.ne Trionfale 19 e via Petroselli 50” sia “una priorità assoluta che va garantita attraverso la presenza degli uffici del Tecnico, Sociale, Educativo, Demografico e del Commercio ossia di tutti i servizi alla persona, alla famiglia e alle attività produttive che altrimenti perderebbero un riferimento territoriale atto a garantire il vero servizio pubblico di prossimità”. Considerato anche, tra le altre cose, che “la sede di cir.ne Trionfale 19, proprio perché di proprietà comunale, non comporta spese di gestione e/o manutenzione ulteriori all’amministrazione centrale”. 

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