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Mondo di Mezzo, Eur Spa e AMA nel mirino degli inquirenti

Eur SPa e AMA: al vaglio degli inquirenti gli interessi di Buzzi e Carminati nelle municipalizzate

Continuano le ripercussioni dell’inchiesta, avviata in questi giorni, che ha portato alla scoperta di un vasto giro di malaffare tra gli ambienti vicini ai politici del Campidoglio. EUR Spa e AMA, le società partecipate di Roma Capitale precedentemente guidate da Riccardo Mancini e Franco Panzironi – arrestati nell'ambito dell'inchiesta in corso – ora rischiano il dissesto. Dopo essere stati da AMA, i militari della Guardia di Finanza sono passati anche da EUR SpA, nella giornata di ieri.

Il coinvolgimento di Eur Spa nell'inchiesta è legato alla condotta tenuta dall'allora amministratore delegato della società, Riccardo Mancini. A seguito dell’intervento delle fiamme gialle, la società di largo Virgilio Testa ha chiesto, al Tribunale di Roma, di poter accedere al concordato in bianco. “La procedura del concordato in bianco”, si legge in una nota sulla vicenda, “cautelerà la società” e “sarà seguita con attenzione dal ministero dell’Economia e delle Finanze”, che detiene il 90% del capitale di Eur Spa, mentre il rimanente 10% è del Comune di Roma.

Eur Spa, quindi, dovrà predisporre un piano di ristrutturazione entro il termine di 60 giorni. I vertici amministrativi resteranno in carica, ma saranno affiancati da un commissario nominato dal Tribunale. Il piano di ristrutturazione dovrà indicare le soluzioni possibili per dare continuità alle attività in essere e per garantire il completamento delle opere in corso. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, si desume che – nel dicembre del 2012 – Buzzi ottenne, da Eur Spa, 390 mila euro.

Diversa, invece, la situazione di AMA, dove la “combriccola” faceva grandi affari grazie anche al rapporto con Franco Panzironi, ex amministratore delegato, già arrestato. Ieri, gli inquirenti della Guardia di Finanza, deputati ai servizi anticorruzione, hanno acquisito documenti aziendali su diversi appalti affidati ad alcune cooperative, come quello sulla raccolta delle foglie, sui qual potrebbero scattare ulteriori misure di controllo.

Dall’inchiesta, emerge proprio l’interessamento di Salvatore Buzzi per i rifiuti. Nel dicembre 2012, Roma rischiava il collasso per le vicende legate alla proroga della discarica di Malagrotta e, in quel frangente, venne ipotizzato il trasporto dei rifiuti all'estero. "Salvatore Buzzi – si legge dalle carte – aveva già creato un'Associazione temporanea di imprese con degli spagnoli per partecipare alla gara dell'Ama". Assieme a questo, "Massimo Carminati si interessò anche ad una serie di appalti relativi alla raccolta differenziata a Roma".

Secondo gli inquirenti, Buzzi e Carminati potevano contare su appoggi molto influenti in AMA, al punto che Fabrizio Testa, in una intercettazione, arriva ad affermare che "lassù qualcuno ci ama…", con un evidente – quanto fuori luogo – gioco di parole. Per gli investigatori, a garantire il tutto era proprio l'ex ad di Ama, Franco Panzironi.

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