Metro C, il Governo taglia 50 milioni: il Campidoglio tratta, la situazione
Nella manovra finanziaria 2026 spunta un definanziamento da 50 milioni per la linea C di Roma. Il Comune cerca soluzioni per salvare i lavori della terza metropolitana

Un segno meno preoccupa Roma. Nella tabella dei finanziamenti allegata alla prossima legge di Bilancio 2026 compare un taglio da 50 milioni di euro destinati alla linea C della metropolitana, la terza in costruzione nella Capitale. Una cifra che, a prima vista, può sembrare modesta rispetto ai quasi quattro miliardi dell’intero progetto, ma che rischia di rallentare l’avanzamento dei cantieri e di far slittare la tabella di marcia.
Non è la prima volta che la linea verde finisce nel mirino. Già lo scorso anno il Governo aveva tentato di ridurre le risorse per l’opera, dopo aver completato nel 2022 il quadro economico delle tratte T1 e T2. Il nuovo documento finanziario conferma la tendenza ai tagli anche su scala nazionale: meno 15 milioni per il prolungamento della M4 di Milano, 13 in meno per il Fondo della mobilità sostenibile e 2 milioni tagliati a quello per lo sviluppo delle ciclovie urbane.
Metro C: la spaccatura nel Governo
Il definanziamento della metro C ha provocato tensioni dentro la stessa maggioranza. Forza Italia si è schierata apertamente contro la misura. “Siamo sempre stati chiari sulla necessità di completare questa infrastruttura fondamentale per la Capitale”, ha ricordato il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, citando la lettera con cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto ai dicasteri competenti di non procedere con il taglio.
Per il partito azzurro, la metro C non è solo una questione di trasporti, ma un tassello indispensabile per far crescere Roma e metterla alla pari con le altre capitali europee. “È nostro dovere valorizzare e tutelare la città – ha ribadito Gasparri –. Ci auguriamo che nella prossima legge di bilancio si trovi una soluzione per evitare che un’infrastruttura così importante per turismo ed economia venga penalizzata”.
Le parole di Gasparri, indirizzate ai ministri Giorgetti e Salvini, hanno reso evidente il malumore di Forza Italia verso la linea dei dicasteri dell’Economia e dei Trasporti. Il messaggio è politico ma anche pratico: fermare i fondi alla terza metropolitana di Roma significa mettere in discussione la credibilità stessa del piano infrastrutturale del Governo.
Il Campidoglio corre ai ripari per la Metro C
In Campidoglio la notizia è stata accolta con preoccupazione. Il timore è che la riduzione dei fondi possa bloccare la partenza dei lavori della tratta T1 Farnesina–Clodio, prevista per l’inizio del 2026. Senza un quadro economico completo non si possono avviare gli scavi né calare le talpe meccaniche nella zona di Prati, un passaggio decisivo per collegare il centro con il quadrante nord.
Sul tavolo ci sono già alcune ipotesi. La più probabile è un emendamento alla manovra che sposti il taglio di 50 milioni al 2036, rinviandolo di dieci anni e mantenendo intatti i fondi nel breve periodo. In alternativa, il Comune potrebbe valutare una manovra straordinaria per coprire la cifra con risorse proprie, anche se questo significherebbe rivedere la convenzione con la società Metro C S.c.p.a., con inevitabili ritardi.
Una situazione analoga si era già presentata nel 2024, quando il sindaco Roberto Gualtieri riuscì a scongiurare il taglio dopo un fitto confronto con i parlamentari. Anche quest’anno, la partita potrebbe chiudersi solo all’ultimo momento, ma resta il segnale di un equilibrio finanziario precario per un’opera che Roma attende da anni.
Il quadro economico resta infatti al limite: 900 milioni per la sola tratta T1, una cifra che l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè ha definito “stretta”, tanto da costringere allo stralcio del parcheggio di scambio previsto alla Farnesina. I tagli, inoltre, toccano anche altri progetti collegati, come la fornitura dei nuovi treni: 1,2 milioni in meno sul contratto Hitachi, che riguardava 16 convogli per la linea B e 10 per la linea C.
Cantieri e patrimonio archeologico
Mentre la politica discute, i cantieri vanno avanti. Negli ultimi giorni sono circolate nuove immagini delle stazioni Porta Metronia e Colosseo Fori Imperiali, ormai quasi pronte. Le foto mostrano banchine e finiture completate, illuminazione accesa e scale mobili installate. L’inaugurazione ufficiale della tratta San Giovanni–Colosseo è prevista per l’8 dicembre, con apertura al pubblico pochi giorni dopo, il 13 dicembre.
A piazza Venezia proseguono invece le lavorazioni per la futura stazione, destinata a diventare un punto d’interscambio tra la metro C e i flussi turistici del centro storico. In questi giorni si sta completando il solaio di copertura: una volta concluso, i lavori passeranno alla seconda fase, con la deviazione del traffico e l’avvio della costruzione dei diaframmi perimetrali.
Nel frattempo, la Giunta Capitolina ha approvato una convenzione che sblocca circa 6 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione dei reperti archeologici rinvenuti in oltre quindici anni di scavi. Migliaia di cassette di materiali, oggi custodite nei depositi, raccontano la storia sepolta di Roma e potranno essere esposte nelle stazioni o nei musei della città.
Un modo per ricordare che la metro C, oltre a essere una grande opera di ingegneria, è anche un viaggio nella memoria della Capitale.
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Andrea Castano – Odissea Quotidiana
