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20 Marzo 2023

Pubblicato il

Guerra in Ucraina

Meta toglie la censura ai post di odio contro la Russia. Mosca: “Politica criminale”

di Lorenzo Villanetti
"Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda dei circoli al potere in Occidente", commenta l'ambasciata russa
Mark Zuckerberg
Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg

Come riportato da Ansa.it, Meta permetterà agli utenti di Facebook e Instagram di alcuni Paesi, di pubblicare post di odio contro l’esercito russo. I Paesi in cui non vigerà più la censura sono: Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina.

L’ambasciata russa negli Usa: “Stop alle attività estremiste di Meta”

L’ambasciata della Russia negli Stati Uniti, ha chiesto a Washington di fermare le “attività estremiste” di Meta. Come si legge in un tweet pubblicato dall’ambasciata, infatti: “Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia”.

“La politica aggressiva e criminale di Meta, che porta all’incitamento all’odio e all’ostilità nei confronti dei russi, provoca la nostra indignazione. Le azioni della società sono l’ennesima prova della guerra dell’informazione senza regole dichiarata al nostro Paese. Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda dei circoli al potere in Occidente“, si legge ancora in una nota dell’ambasciata.

Si potrà augurare la morte a Putin e Lukashenko

Secondo Reuters, inoltre, il gruppo di Zuckerberg avrebbe deciso di permettere anche quei messaggi che invocano la morte di Vladimir Putin e Alexandr Lukashenko.

Come dichiarato da un portavoce di Meta attraverso una nota: “Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo temporaneamente concesso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole. Ad esempio, post violenti come l’invocare la ‘morte agli invasori russi’. Non consentiremo nulla che riguardi la promozione della violenza contro i civili russi”.

 
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