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Menù europei, la battaglia del M5S solo contro tutti

Anche in Municipio XII una mozione contro la somministrazione dei menù europei: la maggioranza la boccia

Continua la battaglia del Movimento 5 Stelle ingaggiata contro i menù europei nelle mense scolastiche, o meglio contro la pessima riuscita di un’idea pensata bene, ma applicata male. Il progetto dei menù europei nelle mense scolastiche di Roma Capitale ha sollevato le proteste anche di altri esponenti dell’opposizione capitolina che a più riprese si sono presentati in Campidoglio – come nel caso del gruppo NCD capitanato da Roberta Angelilli – per protestare contro la somministrazione di cibi poco adatti a bambini dai 3 ai 6 anni. Anche Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini in Campidoglio, aveva portato avanti una crociata contro il pollo alla birra servito in una scuola in zona Prenestina. Alla protesta di Onorato, però, aveva risposto la stessa amministrazione di Roma Capitale, che, tramite la voce dell’Assessorato alla Scuola di Roma Capitale aveva chiarito che “nella preparazione” viene impiegata birra senza alcol, e che comunque la cottura comporterebbe l'eliminazione di ogni eventuale componente residua. 

La protesta dei 5 Stelle si è tradotta in vari atti scritti, approdati dapprima in Campidoglio e successivamente nelle Aule consiliari dei vari Municipi. In Aula Giulio Cesare però, così come in Municipio VIII, le proposte di sospendere i menù europei e di eliminare i wurstel dalle ricette, in quanto ritenuti tra le prime cause di soffocamento dei bambini, sono state bocciate. Il M5S Roma non si dice contrario al progetto dei menù europei a scuola, voluti – per dirla con l’allora assessore Alessandra Cattoi, poi soppiantata nel valzer di deleghe dall’attuale Paolo Masini – “per far conoscere agli studenti la cultura gastronomica di tanti paesi diversi e di aumentare la consapevolezza di appartenenza dell’Italia all’Europa”. Ciò che in casa M5S si contesta è la “pessima realizzazione” del progetto. Questo, sia in termini delle quantità (scarse) dei piatti, sia in termini di qualità degli stessi. “I menù europei da servire nelle scuole vanno dal famoso fish and chips in rappresentanza della cultura culinaria del Regno Unito, al würstel al forno con patate per la cultura culinaria tedesca, al chicken and chips per l'Irlanda, al wiener schnitzel ovvero maiale con patate per l'Austria, salsicce e carote per l'Irlanda, al bigos ovvero spalla di maiale per la Polonia, alla pancetta e uova strapazzate per la Danimarca e altri simili. Insomma, un trionfo di carne, patate e fritti, con introduzione anche dei würstel”, che – come abbiamo specificato sopra –  “sono considerati da pediatri ed esperti di alimentazione tra gli alimenti più pericolosi per il rischio di soffocamento dei bambini e ciò dovrebbe escluderne la presenza in piatti destinati ad utenti così piccoli”.

Un’ennesima, quanto perigliosa, buffonata”, dicono dal M5S Roma. Perché, in primo luogo, “appare evidente che la tradizione culinaria europea prevede anche zuppe e verdure variamente cucinate, la cui esistenza è decisamente ignorata dalla nostra solerte amministrazione: al contrario, con l'introduzione del menù europeo vengono proposti ai nostri bambini piatti degni di un fast food in chiara antitesi con l'offerta gastronomica tradizionale dei Paesi Europei che pure si vorrebbero celebrare”. Questo, quindi, fa evincere, “da un punto di vista salutistico, l'inadeguatezza dei menù proposti, ricchi di carboidrati (le patate sono presenti nel 90% dei pasti) e, soprattutto, di proteine animali: prevalentemente carni rosse non biologiche, poco indicate per l'alimentazione di bambini anche molto piccoli (i menù vengono somministrati anche nelle scuole materne)”. Come se non bastasse, “la somministrazione di questi piatti è ben più frequente di quanto indicato dal bando (cadenza mensile) essendo proposta almeno 2/3 volte al mese”.

La battaglia è quindi stata portata avanti anche nei vari Municipi. A metà febbraio, nel ‘parlamentino’ del Municipio VIII i consiglieri M5S Carlo Cafarotti e Valentina Vivarelli hanno presentato una mozione – poi bocciata – con la richiesta di sospendere i menù europei dalle mense scolastiche – “in attesa di una opportuna e necessaria revisione del progetto” – per integrare i pasti con più verdure e con una dieta mediterranea. “Per questa maggioranza è giusto offrire ai bambini alimenti precotti e low-cost, insomma cibo spazzatura e  spacciarlo per cultura gastronomica europea”, denunciavano i 2 a seguito della bocciatura da parte di PD, SEL e Lista Civica Marino. 

Quello dei menù europei è un progetto al quale il Comune di Roma nel novembre scorso, per il tramite dell'allora assessore alla Scuola Alessandra Cattoi, aveva aderito: il progetto era stato sviluppato in occasione del semestre italiano di Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea, al fine di “sviluppare una maggiore consapevolezza sull'appartenenza dell'Italia all'UE e sugli altri stati che la compongono” – come si spiegava anche nell'atto del M5S in Municipio VIII.

I pentastellati, oltre a denunciare che i piatti proposti in realtà siano scarsamente rappresentativi della cucina europea, più ricca rispetto alle offerte proposte e quindi oltre a criticare la qualità dei cibi somministrati, denunciavano anche la “violazione dell'articolo 26 del capitolato speciale mensa che permette la somministrazione di questi menù non più di una volta al mese, mentre sappiamo con certezza dalle scuole che in alcune di queste viene dato addirittura una volta a settimana”. 

Nonostante le due sonore e immeritate bocciature ottenute in Aula Giulio Cesare e in Municipio VIII, i grillini ci riprovano. È il caso del Municipio XII. A portare avanti la battaglia, sono i consiglieri Daniele Diaco e Silvia Crescimanno, che il 4 marzo scorso hanno presentato una mozione contro la somministrazione dei menù europei. “E’ evidente che i piatti proposti in questo progetto non possono dirsi rappresentativi di tradizioni culinarie europee, ben più ricche e qualitativamente complete. Si tratta, infatti, di piatti offerti nei fast food gestiti dalle multinazionali, identici in tutto il mondo e per questo addirittura in antitesi con l'offerta gastronomica tradizionale dei Paesi Europei”. Anche in Municipio XII si denuncia la “violazione dell'art. 26 del Capitolato Speciale d'Appalto della ristorazione scolastica 2013-2017”, per gli stessi motivi sopra riportati.

“Il nostro atto – spiegano Diaco e Crescimanno – chiedeva la modifica dei menù rappresentativi dei Paesi Europei, con l'introduzione di proposte più ricche a livello organolettico e più salutari, quali zuppe e piatti prevalentemente vegetariani, la contestuale eliminazione dei würstel, nonché la somministrazione di tali menu una sola volta al mese e non due come accade attualmente”. Ancora una volta, però, “la nostra mozione è stata respinta dalla maggioranza, che ha in questo modo dimostrato assoluto disinteresse nei confronti della salute dei nostri figli, avallando la somministrazione di alimenti che non possono definirsi alla base di una dieta sana e variata”.

“In data 25 novembre 2014 è stata inviata comunicazione (prot. Q M 37429) a tutti i direttori dei Municipi romani dal Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici con la quale si comunica formalmente alle istituzioni municipali tale progetto, volto appunto alla ‘promozione di una adeguata conoscenza della cultura alimentare di livello europeo’ ”, si legge nell’atto del M5S Municipio XII, nel quale si denuncia che “fish and chips e würstel con patate non solo non possono, ma non devono rappresentare, agli occhi dei bambini, patrimonio gastronomico da valorizzare e tutelare. In Inghilterra e in Germania sono, infatti, presenti numerosi piatti più rappresentativi del territorio e più salutari tra cui si sarebbe potuto attingere, come ad esempio numerose e gustose zuppe”.

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