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Massimo Galli: “Aprire scuole, non stadi”. Le discoteche fanno riflettere

Massimo Galli ritiene che le scuole vadano aperte il 1° ottobre, e cassa l’ipotesi della riapertura degli stadi

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Il primario di Malattie infettive al Sacco di Milano cassa l’ipotesi di riapertura degli stadi ai tifosi.

Massimo Galli è chiaro sugli stadi e sui palazzetti: il Covid-19 è ancora troppo virulento. Come si è visto nel caso delle discoteche, gli assembramenti di persone, anche all’aperto, sono un rischio che l’Italia non può permettersi di correre.

Non siamo statue. “Siamo all’aperto, ma con persone che difficilmente non si accalcano”, spiega Galli a Il Messaggero. “E per gli sport al coperto, la situazione è ancora più critica”. Mantenere la distanza interpersonale nei luoghi affollati per antonomasia, quando la curva dei contagi riprende a salire, sarebbe difficile. Ma con le scuole è diverso, perché attraverso l’istruzione si può rilanciare l’Italia.

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Controllo con i termoscanner. La temperatura non deve superare i 37.5°

Massimo Galli: le scuole? Era meglio dal 1° ottobre

Galli ammette che avrebbe preferito riaprire le scuole il 1° ottobre e non il 14 settembre. Anche se, ricordiamolo, la data di riapertura è di competenza regionale. Questo perché nel mese che è alle porte si verifica anche un altro importante appuntamento: le elezioni e il referendum del 21-22 settembre. Inoltre, non dimentichiamoci che autunno e inverno sono i mesi per eccellenza delle malattie respiratorie.

Le regole prevedono l’obbligo di indossare la mascherina per tutti gli alunni sopra i 10 anni – e non quando si fa lezione se stanno a 1 metro di distanza – durante la ricreazione e al di fuori delle lezioni. Il 40% del corpo docente italiano è costituito da over55. Un documento dell’Inail, nell’aprile 2020, aveva inserito lavoratori e lavoratrici di questa età come “soggetti fragili”. In questi giorni si sta accendendo il dibattito sul test sierologico per docenti e personale ATA. Gratuito, il test ha ricevuto numerose adesioni, ma molti membri del personale scolastico rifiutano di farlo. Inoltre, in ogni scuola vi sarà un referente Covid al quale segnalare eventuali casi di febbre fra gli studenti. Nella speranza che tutti gli istituti abbiano avuto il tempo e la possibilità di adottare le necessarie misure anti-Covid.

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